Arte d’estate
L’estate 2015 in Trentino presenta un ricco programma espositivo, il cui nucleo centrale è costituito dai numerosi eventi legati al centenario della Grande Guerra. Accanto alle tradizionali visite ai forti (in molti casi freschi di restauro) e al Museo della Guerra di Rovereto, che ha recentemente ampliato le sale espositive, il visitatore potrà approfondire diversi aspetti legati al conflitto.
Un primo sguardo, locale ma al contempo universale, è quello offerto dalla mostra “I trentini nella Guerra europea”, curata da Quinto Antonelli alle Gallerie di Piedicastello. Un percorso profondamente antiretorico, che narra attraverso una pluralità di fonti e documenti il dramma umano dei trentini coinvolti nel conflitto, sradicati dalla loro quotidianità e catapultati in un vissuto dove perfino esprimersi risultava un problema.
Il Castello del Buonconsiglio ospita fino al 5 settembre “L’Europa in guerra. Tracce dal secolo breve”, altra riuscita prova di antiretorica nel suo focalizzarsi sulla tragicità degli eventi, filtrati attraverso gli occhi di artisti dall’acceso espressionismo come Dix, Grosz, Kollwitz, Sartorio, Balla, Viani, Depero e Sironi, del quale è esposto il quadro che funse da copertina per il terzo numero del giornale di trincea “Il Montello”.
A Palazzo Eccheli-Biasi a Brentonico, fino al 19 luglio è visitabile “A colpi di matita. La Grande Guerra della caricatura”, a cura di Danilo Curti e Rodolfo Taiani, mostra dedicata al ruolo svolto dai periodici satirici nel corso del conflitto: un allestimento che include feroci parodie del nemico, ma anche il racconto dei principali avvenimenti del tempo, il tutto visto attraverso lo sguardo deformante della satira, con opere di artisti del calibro di Grosz, Kupka e Feininger.
Infine, ma non certo per importanza, “La guerra che verrà non è la prima”, la grande mostra proposta dal MART di Rovereto, intenso percorso di oltre un chilometro tra opere d’arte (da Chagall ai futuristi), fotografie, documenti, video, installazioni e altro ancora, che dalla Prima Guerra Mondiale si apre alle guerre successive, fino alla più tragica contemporaneità.
Sempre al MART, per tutta l’estate si potranno ammirare le due mostre dedicate ai capolavori della collezione permanente, quasi a segnare un “ritorno all’ordine” per un’istituzione che, oltre a sede espositiva, è anche una straordinaria collezione di migliaia di opere.
Nella nuova sede di Castel Caldes, anche il Castello del Buonconsiglio espone alcuni gioielli di famiglia: “Doni preziosi”, già allestita a Trento, riflette sull’idea di dono, attingendo dal vasto ed eterogeneo patrimonio delle collezioni provinciali antichi dipinti e codici miniati, sculture e tessuti, ceramiche ed altri oggetti d’arte applicata.
Castel Thun ospita la mostra “Ritorno a casa. Opere ritrovate della collezione Thun”, incentrata s’una recente acquisizione di opere legate alla committenza della famiglia nell’Ottocento, mentre risalgono agli anni Venti del Novecento i disegni di Giulia Violante Thun, esposti nella mostra “Scuola di nudo” al Castello del Buonconsiglio.
Una riflessione sulla ricchezza del patrimonio popolare custodito in provincia tocca infine ad “Affidarsi al cielo. Arte e devozione a Montagnaga di Piné”, in corso al Museo Diocesano di Trento fino al 7 settembre. Ben 235 gli ex voto esposti, che testimoniano la fede riposta nel più importante santuario mariano trentino, attraverso opere d’arte legate alla pietà popolare che spesso includono frammenti visivi di vita quotidiana.
Duccio Dogheria
Ancora due mostre
Chiedere a un artista di svelare, non a parole, ciò che lo lega ad un altro artista, è un atto inusuale. Proprio questo ha inteso fare Federico Mazzonelli, il curatore della mostra in corso a Trento (“Il sosia. Artisti e collezioni private”, Galleria Civica di via Belenzani, fino all’11 ottobre 2015), mettendosi un poco di lato e chiamando otto artisti del panorama nazionale - Luca Coser, Michael Fliri, Eva Marisaldi, Marzia Migliora, Adrian Paci, Giacomo Raffaelli, Alice Ronchi, Luca Vitone - a scegliere loro stessi da alcune collezioni private una o due opere con le quali mettersi in dialogo. Ne esce una rete di rimandi fitta e spiazzante, con esiti talvolta radicalmente concettuali, talaltra svelando sottili affinità emotive. Soprattutto mostrando che i motivi di interesse di un artista verso l’opera di un altro seguono strade poco prevedibili.
Robert Schad è lo scultore tedesco presente quest’anno nelle cinte di Castel Pergine (fino all’8 novembre). In contrasto col materiale scelto, il ferro e l’acciaio, le sue opere filiformi aspirano alla perdita di gravità ed inseguono, per linee spezzate, ritmi di danza.
Stefano Zanella