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L’angelo del soldato

Viaggio in trincea

Antonella Bragagna

Immagino angeli bianchi farsi leggeri nella mente pesante, ammalata di fatiche e spaventi dei soldati in trincea. Immagino angeli neri accompagnare lo sfascio delle difese e dei corpi. Immagino. Perché, come “compresa” negli eventi e nei momenti più crudi della guerra, ne faccio parte anch’io, spettatrice a teatro. Si indossa una cuffia attraverso cui entrare in trincea e la si percorre virtualmente e idealmente, settore dopo settore: come attraversare dieci “camerette”(così definite dagli autori del testo e della performance musicale) collegate tra loro e disposte circolarmente in questa sorta di girone del destino di ogni uomo-soldato. “L’angelo del soldato”, di Carlo Casillo e Mariano De Tassis, prodotto dalla Fondazione Museo Storico di Trento e dalla Provincia, non è un semplice spettacolo: è un’esperienza. La si vive nella multisensorialità, la si percorre su un tessuto di suoni, immagini, parole, entro la cui trama si ordiscono canzoni di guerra che tradizionalmente conosciamo (Il testamento del Capitano, Tapum, Sui Monti Scarpazi, Il Piave mormorava,...), ma che qui vengono scomposte, re/interpretate e arrangiate in forma contemporanea; sfarinate, mi piace pensare, come a diventare pane, alimento di una memoria disillusa, sincera, mai retorica, e coerente con nuovi impegni di pace.

“L’angelo del soldato” (foto Pietro Cappelletti)

Nella conferenza sapiente ed interessante che Quinto Antonelli ha tenuto al Teatro Comunale di Pergine lo scorso 18 ottobre a precedere lo spettacolo, è stata tracciata la storia delle canzoni di guerra, quelle oggi a noi note, composte a posteriori, una volta finito il conflitto, e riscoperte negli anni ‘60, qualcuna anche più tardi; canzoni come O Gorizia, tu sia maledetta, addirittura censurata al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1964 in quanto denuncia esplicita, sfacciata e sprezzante della guerra, e qui riproposta. Nello spettacolo si segue una narrazione affascinante e storicamente rigorosa, enunciata da titoli/parole chiave che servono da guida al racconto letterario e musicale: Partenze, Vegliare, Ferite, Croci, Preghiere, Nostalgia, Fatica, Lamenti, Propaganda, Amor di patria... Un’esperienza totalizzante e forte, di intenso impatto emotivo, che si attraversa tuttavia in modo lieve, a volo d’angelo, direi, condotti dalla musica di Valerio Bazzanella -voce/tastiere, Lisa Bergamo -voce, Corrado Bungaro -violino/nyckelarpa/cori, Carlo Casillo - chitarre/mandolino/armonica/campionamenti/cori, Mariano De Tassis -voce recitante/percussioni. Controllo fonico di Giacomo Plotegher, 3D design delle proiezioni di Antonio De Cia.

Dopo le scorse esibizioni estive a Forte Pozzacchio, a Forte Corno, alle Gallerie di Piedicastello e l’ultima autunnale a Pergine Valsugana, sono sperabili molte altre repliche. Quando musica e canto si combinano ad effetti speciali, sound, design, documenti sonori originali, testi in italiano e tedesco, dialoghi, immagini video rielaborate per un caleidoscopico viaggio percettivo sensoriale, visionario ed evocativo; allorché si è di fronte ad una proposta culturale così particolare e significativa, degna di attenzione e scelta, fossi io un amministratore, senza alcun dubbio ne farei dono prezioso di conoscenza e partecipazione ai miei concittadini.

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