Non solo Daniza
Ero convinto che l’orsa che aveva aggredito Sisinio Zanella il 25 maggio scorso fosse Daniza. Poi sono andato a riguardarmi la sua intervista. È un’altra orsa. Infatti Zanella riferisce che i forestali gli hanno detto trattarsi di un’orsa cui il maschio ha ammazzato due cuccioli su tre. Quindi non era Daniza. Il che significa che abbiamo un altro orso pericoloso ancora in circolazione.
La Provincia, per giustificare la sua inerzia pur a fronte di un fatto increscioso, ha liquidato l’episodio come “falso attacco”, cosa che mi è sembrata surreale, anche se in linea con l’ideologia dei suoi esperti, ispirati dalle massime cautele e riguardi per una bestia e da conseguente grave noncuranza per gli umani, solo camuffata dietro vuote parole.
Se uno viene aggredito da un orso che lo atterra e riesce a farlo desistere solo con cinquanta violente bastonate, non credo si possa parlare di falso attacco. Se io salto addosso a qualcuno e lo faccio cadere a terra digrignando i denti minacciosamente non ci sarebbe nessun giudice che mi assolva dicendo che il mio è stato solo un “falso attacco”. L’orso invece viene assolto dai cosiddetti esperti della Provincia, che poi così sapienti non sono, se non in sofismi, visto che invece i professori da me consultati dicono esattamente il contrario, e in toni niente affatto sfumati.
Eirik Granqvist, già direttore del Museo Zoologico dell’Università di Helsinki, ora consulente dell’Unesco, ha risposto così al mio quesito: “L’uomo ha avuto molta fortuna a sopravvivere, questo genere di attacchi è sovente mortale. Secondo me se l’orso ferisce l’uomo, se danneggia i suoi vestiti, o se tenta di atterrarlo si tratta di vero attacco. Solo chi ha una mentalità totalitaria può garantire il beneficio del dubbio a un orso”.
Valerius Geist, professore emerito di Scienze dell’Ambiente all’Università di Calgary, ha rincarato la dose: “L’affermazione del governo provinciale del Trentino è errata. L’attacco è stato portato da un orso privo di esperienza di uccisione di umani, ma è stato determinato e persistente”.
Quindi la Provincia la finisca di dedicarsi alla sofistica interessata e catturi quell’orsa, che è evidentemente pericolosa. Se non lo fa e quell’orsa uccide qualcuno, la Giunta Provinciale e i suoi cosiddetti esperti risponderanno di omicidio volontario per dolo eventuale. Potrebbe essere configurato tale reato anche nel caso di un orso che uccide qualcuno senza aver palesato prima la sua pericolosità. Se però la pericolosità è conclamata, come in questo caso, direi che non ci sono dubbi.
Mi farò carico di stilare personalmente la denuncia, anche alla luce delle illuminanti dichiarazioni rese recentemente dal presidente dei cacciatori trentini Sassudelli, funzionario dell’Ufficio Statistico del Servizio Agricoltura della Provincia, il quale ha riferito essere stato a suo tempo valutato il rischio di un incidente mortale, giudicato basso e quindi accettabile. E infatti in merito è stata stipulata una polizza assicurativa e approvato un regolamento per la liquidazione degli indennizzi, che comprende anche la causa morte. L’accettazione del rischio, per quanto basso, è dolo eventuale.