Contro il consumo del territorio / 1
Qualche giorno fa sono andata a Caderzone (Val Rendena) per un convegno sul turismo. Non conoscevo il paese e ho fatto un giro per le strade e stradette, trovando un agglomerato urbano di grande interesse, con vecchi edifici nella maggior parte dei casi ben restaurati senza essere snaturati nel loro carattere rustico: le terme, il palazzo delle conferenze, un palazzo nobiliare, affreschi sulle facciate, un palazzo di inizio ‘900 con un fregio in stile liberty, tante fontane in pietra, ecc. Consiglio la visita.
Tutti i relatori al convegno, fra cui l’assessore provinciale Daldoss, Luis Durnwalder, e Franco Marzatico, nonché alcuni interventi del pubblico hanno concordato sul fatto che si è costruito troppo e non sempre bene e che è indispensabile ripensare il modo di fare turismo. In Alto Adige ci sono moltissimi alberghi, in Trentino ci sono moltissime seconde case, abitate sì e no 3/4 mesi l’anno. Uno spreco enorme.
Tornando a Trento, dato che non guidavo io, mi guardavo in giro e ho notato che in tutta la valle, anche a Caderzone, saltavano agli occhi numerosi cartelli “Vendesi”, a cui facevanoda contrappunti altri cartelli che proponevano in vendita villette a schiera o comunque case nuove di zecca. I “Vendesi” stavano su vecchie case, alcune anche pregevoli dal punto di vista architettonico, poste quasi sempre all’interno del vecchio nucleo abitato, mentre le villette erano poste all’esterno dello stesso.
Bisogna dire, per la verità, che ciò non succede soltanto in Rendena, ma in quasi tutto il Trentino, compresa Trento.
Tre o quattro anni fa ho letto che in un paese della padania, se andavi dal sindaco a dirgli: queste sono le carte per costruirmi la casa sul prato del Toni, quello ti rispondeva: “Nossignore, guarda quante case vuote ci sono in paese. O una di quelle o niente”. Ignoro come sia andata a finire la faccenda, ma l’idea del sindaco per contrastare il consumo del territorio mi è sembrato sacrosanto.
Mi ha fatto quindi piacere sapere che a Villa Lagarina il Comune si sta avviando sulla strada virtuosa del riuso di quanto già costruito e non utilizzato. È un concetto sensato da parecchi punti di vista e l’esempio dovrebbe essere seguito da tutti i Comuni, Trento in testa.