La LaVis e la cooperazione
Mi congratulo per il positivo esito della questione giudiziaria, arrogantemente promossa dall’AD di LaVis, Zanoni. Sarei stato molto perplesso, a dir poco, se il giudice si fosse espresso con un giudizio avverso a Questotrentino. Tuttavia, in questo Trentino politico, partitico, con una rilevante quota di distratti, collusi, profittatori, sopraffattori e delinquenti sociali, tutti ammantati da correttezza formale grazie all’importante ruolo pubblico o privato ricoperto, un diverso esito della vicenda giudiziaria non potrebbe essere stato così improbabile, malgrado l’infondatezza palese delle accuse mosse da Zanoni.
Senza i vostri editoriali la vicenda LaVis sarebbe scivolata via come niente fosse, anzi, magari, plaudendo pubblicamente al vecchio incompetente management e glorificando il nuovo, le cui iniziative appaiono ancor più sterili, inadeguate e improduttive. Un giornalismo siffatto servirebbe anche a livello nazionale. La democrazia avrebbe il controllo che le è necessario per essere tale. Ritengo che una parte importante per la chiarezza sul dissesto societario lavisano, debba ancora essere compiuta. Essa passa attraverso l’analisi delle responsabilità di gestione della società americana, che fu la ragione dalla quale scaturì il contatto e quindi l’acquisizione dell’imbottigliatore Girelli.
La cooperazione può costituire un ottimo sistema di reddito per chi lavora; ma la sua gestione dovrebbe essere affidata a soggetti idonei, il cui operato sia sottoposto a verifiche semplici ma effettive. Nell’attuale situazione, la cooperativa è divenuta una forma societaria sperequativa nei confronti delle altre aziende e questo grazie all’intromissione invasiva della politica, che mediante le cooperative gestisce parte del suo elettorato. Urge un ritorno alla forma originaria ed ai fini specifici della cooperativa, oggi a mio avviso ancora molto utile per fornire lavoro e futuro a migliaia di persone giovani e anziane estromesse dal mercato del lavoro. Non è più il comparto agricolo ad essere fragile, ma il tessuto lavorativo in generale, ad essere esposto alle temperie degli egoismi che pervadono il mercato, come un tempo il sopruso dei mediatori (peraltro ancora esistenti e utilizzati dalle “efficientissime” cooperative per le loro transazioni commerciali) angariava i coltivatori. Le recenti vicende interne della O.P. La Trentina, offrono uno spaccato di questo ulteriore aspetto della situazione attuale, con la Federazione, ancora una volta colpevolmente ignara e la Provincia coinvolta in temi estranei al proprio ruolo. Un cordiale saluto ed auguri di buon lavoro.