Anarchici e leghisti: c’è violenza e violenza
Ho più volte letto l’editoriale di QT (“Violenti e violenti”), risultato - immagino - di una buona discussione interna e dunque un’esercitazione equilibrata di democrazia conciliare, che non mi dispiace: appaga sicuramente il lettore e tiene lontano le critiche elettorali.
Ma io mi sforzo di andare oltre. Sentimento di solidarietà neanche per sogno. Chi con ignobili argomenti - ogni giorno nelle pubbliche piazze sapendo di mentire, con la noncuranza di un apparato politico tollerante e di leggi permissive e criminogene, attenta e minaccia la vita di uomini e donne, e loro famiglie (solo perché non italiani) dando sfogo a una intollerante ignoranza e creando un altrettanto intollerabile razzismo tra la popolazione, è inutile che faccia la vittima per qualche ceffone: non è che l’espiazione del suo “far male”.
D’accordo i sassi che volano, i pugni, gli spintoni verso persone anziane non sono un giusto viatico per far valere le proprie ragioni, ma quali sono gli strumenti caldeggiati da QT per arrivare a questo nobile scopo? La discussione con i militanti leghisti! Ma ci avete provato? Io sì, senza alcun profitto! Quando QT si appella a “chi ha a cuore la democrazia”, a chi parla? Sicuramente non a me, forse agli uomini e donne dell’apparato dei partiti? Ma chi oggi ha a cuore la democrazia, se è lecito saperlo? Bisognerebbe intendersi: che cosa vuol dire? Osservare scrupolosamente la Costituzione e le leggi del parlamento, o solo interpretarle? È a tutti nota (e QT ben lo sa) l’impossibilità di porre rimedio alla vertiginosa caduta di moralità e di decenza della classe politica tutta, ed è superfluo scomodare Debord, per il quale “lo spettacolo estende a tutta la vita sociale il principio che Hegel concepisce come quello del denaro; è la vita di ciò che è morto, muoventesi in se stessa... Lo spettacolo è l’ideologia per eccellenza, perché espone e manifesta nella sua pienezza l’essenza di tutto il sistema ideologico: l’impoverimento, l’asservimento e la negazione della vita reale”. È la macchina spettacolare che ingabbia tutti. Se la “coscienza” dell’umanità è caduta come valore, cosa guidiamo o trasportiamo? Gli Scud, i Patriot o i Droni, che distruggono uomini e natura?
Il comportamento presuppone coscienza e poesia, il che vuol dire andare anche contro le leggi quando queste offendono la natura dell’uomo e non rispettano la sua vita.
Come uscirne? In questo periodo di campagna elettorale discutere con chiunque porti una bandiera di partito è una perdita di tempo. Nessuno è più convinto di “lui” di aver ragione e “tu” di aver torto, ma a differenza dei leghisti (che sono vecchi, giovani ma pagati), gli anarchici sono solo giovani e poveri che mettono generosamente in gioco il loro futuro (che credono anche nostro) e la loro vita perché - angosciosamente - aspirano ad un mondo più pulito, più giusto, più umano. Loro non negano la violenza, ma non negano neppure la vita (che è violenza del sopravvivere).
A volte sono teste dure, incomunicabili, ma sono poeti, artisti, sentono la pulsione vera del vivere e sanno essere operatori del pronto intervento: entrano in azione quando la società finta e lo spettacolo soffocano la vita nella violenza dell’imitazione indotta. Sono un’avanguardia senza guardia.