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Mensile di informazione e approfondimento
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QT n. 12, 13 giugno 1998 Scheda

Oggi, di cosa parliamo?

Iinformazione omogeneizzata, spettacolarizzazione, scarsa attenzione alla società ed enfatizzazione della cronaca nera e di quella frivola, scomparsa del lavoro d'inchiesta...: i difetti addebitati solitamente ai grandi media nazionali sono gli stessi che affliggono l'informazione fornita dalle emittenti radiotelevisive locali; aggravati, per di più, dalla scarsità dei mezzi a disposizione e dalla non eccelsa professionalità di parecchi operatori. "Qualche giorno/a, in un notiziario racconta don Vittorio Cristelli, già direttore di Vita Trentina e membro del Corerat ho sentito parlare di un pellegrinaggio a Pietralba al quale avevano partecipato "tré diocesi di Boìwut"".

Cecilia Salizzoni dell Aiart (Associazione Italiana Ascoltatori RadioTelevisivi) vorrebbe delle emittenti capaci di svolgere un ruolo di difensori civici ("Una specie di Gabibbo"), ma questo sembra essere un sogno: "I notiziari è ancora Cristelli che parli vengono fatti a tavolino, con i fax degli enti, con gli occhi al computer e ai terminali di agenzia", col risultato che la stessa informazione riguardante il Palazzo risulta poco efficace: "Mi è capitato di trovare un gruppo di giovani che non sapevano dirmi che cos'è il Comprensorio. Solo uno di loro ne aveva sentito parlare, ma nel contesto di un servizio sulla brucellosi dei bovini".

Ma il "baco" più grave, come si è detto, è quello riguardante i temi sodali: se correttamente informata sostiene Cristelli o in molte occasioni la comunità saprebbe reagire in maniera più matura ai problemi che si presentano: "Due esempi. Quando si trattava di portare in quel di Cordolo la comunità di reinserimento dei tossicodipendenti che avevano superato positivamente la fase terapeutica a Comporta, ci fu urna messa sollevazione della comunità del sobborgo. Ebbene, è bastata una conferenzadibattito promossa sul posto perché il sobborgo non solo si tranquilliszasse, ma chiedesse che quella comunità si installasse al pia presto. Il secondo esempio è noto a tutti e si riferisce al momento dell'arrivo sulle coste adriatiche del primo scaglione di albanesi. Il sindaco di Trento, facendo eco a Formentóni, allora sindaco di Milano, escluse a priori la disponibilità ad accogliere albanesi. Quando, nei giorni successivi, si precisò con opportuna informazione che si sarebbe trattato di accogliere la media di neanche un albanese per Comune, l'allarme rientrò e si dischiuse l'ipotesi di possibili accoglienze".

Ma su questo versante è difficile sfondare: se Luigi Giuriato, direttore di RTTR, fa generiche assicurazioni di disponibilità, Walter Liber, direttore di Radio Dolomiti, è forse più sincero: "Sì, la gente dice che vuole informazione locale, poi però, ava radio, ascolta soprattutto la musica e noi dobbiamo tenerne conto. Se, sfogliando un giornale, ti capita un articolo che non ti interessa, volti pagina. Per le radio e le tv è diverso: se non gradisci un programma, cambi canale...