La sinistra dopo la débacle della Jumela
Dimissioni eccellenti al vertice dei Ds. La sinistra cerca di rimuovere la Val Jumela, mette tra parentesi il disagio di Passerini, spera ancora in un “ravvedimento” di Dellai. Ma c’è chi a questo punto non è più d’accordo.
Il via libera sugli impianti in Val Jumela e la variante al PUP hanno sancito la pesante sconfitta della sinistra in Giunta provinciale. Si è così riaperta la questione della subalternità a Dellai, facendo riemergere nei DS il disagio che aveva preceduto l’elezione di Mauro Bondi al vertice di via Suffragio.
Due tra i più stretti collaboratori di Bondi hanno deciso di rassegnare pubblicamente le dimissioni dall’esecutivo provinciale dei DS, la "giunta" del partito. Si tratta di Sergio Dellanna, architetto ed assessore "tecnico" all’urbanistica nel comune di Arco, e di Michele Guarda, redattore di QT e segretario particolare della Presidente della Regione Margherita Cogo. Non ci si lasci ingannare dalla scarsa notorietà dei dimissionari: Guarda, ad esempio, non solo è il braccio destro del segretario, di cui scrive i discorsi e alla cui elezione ha attivamente concorso; ma è anche, dietro le quinte, uno dei principali artefici materiali della (tentata) politica riformista dei DS: prima con Wanda Chiodi, poi con Margherita Cogo tiene e organizza contatti con giuristi, sottosegretari, organizza convegni, scrive interventi, documenti, abbozza le proposte di legge.
Le due dimissioni dovrebbero quindi essere una sirena d’allarme per i DS, e in particolare per il segretario Bondi. In questo servizio presentiamo le dure argomentazioni dei due dimissionari("Si è dato al Trentino un segnale devastante, con la sinistra che sta a guardare. Noi non ci stiamo"); e poi la sofferta replica di Mauro Bondi (“Abbiamo perso una battaglia, non la guerra").
Infine interviene Renato Ballardini, nostro editorialista (e membro della direzione dei DS), che sulla Giunta provinciale e sullo stato del suo partito esprime un diverso punto di vista, con valutazioni decisamente meno allarmate (La critica, ma non il disprezzo!).