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QT n. 14, 8 luglio 2000 Scheda

Dal ‘68 al 2000

Romano Turri

Il manicomio di Pergine sta per essere definitivamente smantellato. Ed è giusto che sia così, perché prima della Legge 180, al pari degli altri manicomi d’Italia, tutto era meno che un ospedale. Infatti, fino ad allora, i ricoveri psichiatrici venivano ordinati dalla Pubblica Sicurezza, non dall’autorità Sanitaria. L’ammalato era ritenuto "pericoloso per sé e per gli altri e di pubblico scandalo", per cui la Pubblica Sicurezza, ed il questore in particolare, emetteva un ordine di ricovero sanitario obbligatorio. Era una legge speciale, una legge di polizia. Si entrava in manicomio solo ed esclusivamente con un ricovero coatto, anche se una persona chiedeva di farsi ricoverare volontariamente, perché non era riconosciuta la richiesta di cura (il ricovero "volontario" venne introdotto solo nel 1968 con la Legge 431).

Nel ’78, con la "180", cambia radicalmente tutto. Questa è una legge di salute e, come tale, è stata assorbita dalla Legge per il Riordino Sanitario. Oggi, quand’anche venga fatto un ricovero obbligatorio, questo viene disposto dai medici e dal sindaco come massima autorità sanitaria e non di pubblica sicurezza. Una legge, quindi, che garantisce l’uguaglianza ed il rispetto di tutti i cittadini e dona alle persone affette da patologie psichiche pari dignità umana.

Purtroppo resta un altro muro da abbattere, un muro ben più solido di quello del manicomio: il "muro" che è dentro la testa delle persone. Per questo esistono ancora discriminazioni ben radicate da solidi pregiudizi nei confronti delle patologie e degli ammalati psichiatrici. Fino a quando tutte le persone non si decideranno a sforzarsi di capire che la persona affetta da queste patologie è "una persona malata" e non un rifiuto della società, fino a quando non ci si sforzerà di capire che la malattia psichica è la peggiore delle malattie che una persona può contrarre (rischio al quale siamo tutti esposti) quel "muro" continuerà ad essere un baluardo. Non servono picconi, né tantomeno ruspe per abbatterlo: solo un po’ di comprensione nei confronti di chi soffre ed un po’ di buonsenso.

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