Marco scrive ai genitori...
Per anni, per non ferirvi e per paura di farvi del male, vi ho nascosto la mia omosessualità e ho preferito andarmene di casa piuttosto che parlarvi. Ora, senza l’incombente paura di essere giudicato da voi, mi sento più tranquillo. In questa grande città ho scoperto di non essere più solo e intorno a me ci sono tanti altri ragazzi che vivono con normalità la propria diversità. [..] Spesso l’intolleranza e i pregiudizi sono più forti della ragione, e sono cosciente del fatto che forse non saprete accettarmi, ma so però di non avere colpe. Non chiedetemi le ragioni, perché non le conosco nemmeno io: credo piuttosto che si tratti di una scelta precisa. Ogni individuo è libero di fare le scelte più adatte alla sua vita, e credo che questa sia quella giusta per me. Spesso non si tratta neppure di una scelta, ma di una condizione spontanea ed istintiva, di un orientamento libero avvertito sin dal maturare delle prime manifestazioni adolescenziali. Nella mia vita sentimentale e sessuale ci sono state delle ragazze, ma queste storie, anche se sono state felici e importanti, sono state solo occasionali. Io adesso mi trovo più a mio agio quando sto con un ragazzo come me, quando lo posso abbracciare, baciare, accarezzare. Non c’è nulla di morboso o perverso in tutto questo: è solo voglia di amare ed essere amato. E non posso farci nulla, perché questo è quello che mi rende felice. Non ho più altro da scrivere, per me non è facile confidarvi in poche righe tutto quello che non vi ho mai detto in anni. Sono certo che sarete impreparati e che probabilmente reagirete male, non ve ne faccio una colpa, ma vi chiedo solo due cose: cercate di capirmi e non fatemi del male. Con orgoglio, vostro figlio Marco".