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QT n. 11, 27 maggio 2000 Scheda

Fatima: due opinioni

C’è poco di cui esaltarsi...

Oggi va di moda il sensazionale, tutto ciò che fa spettacolo, o addirittura che crea apprensione. Ciò che mi lascia perplesso è questo processo, per cui ci si rifà ad un evento del 1917, ad un’epoca cioè in cui la cultura religiosa era diversa, e lo si traduce nei termini sensazionalistici dell’epoca attuale. Non ha torto Giorgio Bocca, quando scrive che dal terzo segreto ci si aspettava di più, qualcosa di più clamoroso. In fin dei conti, vescovi vestiti di bianco chissà quanti ne sono caduti in questi decenni.

Per quanto enfatizzato dai media, è un evento di scarsa importanza e per la fede e per la teologia. La fede non ha bisogno di questi fatti. Nei credenti non c’è stata alcuna esaltazione. Un certo devozionismo, è vero, alimentava aspettative fantasiose sul terzo segreto di Fatima, riteneva che dovesse riguardare quanto meno tutta la Chiesa se non il mondo intero. Invece riguarda soltanto una persona, sia pure il papa; una persona che è ancora viva e vegeta. Insomma c’è poco di cui esaltarsi.

Don Piero Rattin, parroco di S. Apollinare (Piedicastello), biblista e accompagnatore di numerosi pellegrinaggi

Nonostante Fatima...

Mi auguro di essere in buona compagnia nel ritenere di poter continuare a credere nel vangelo e ad aderire alla fede e alla pratica cristiana nonostante Fatima e i suoi segreti che mi son sembrati, anche per la cornice massmediatica in cui sono stati collocati, più una parodia delle profezie che un richiamo al profetismo biblico.

Pier Giorgio Rauzi, ex-prete, docente presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento.