Un mostro al Fangolino
Il 16 aprile il WWF, con un accorato intervento, chiedeva di bloccare il progetto della Alimentari Spa dei fratelli Gentilini al Fangolino, progetto che intendeva costruire, sul lato sud di via S. Andrea, una mega struttura di 135.476 metri cubi su un terreno di quasi 3 ettari (27.423 mq.) finora agricolo.
Il 30 settembre il Consiglio comunale di Riva ha approvato tale progetto praticamente all’unanimità, con 26 voti favorevoli sui 28 presenti. I soli ad esprimere contrarietà o perplessità sono stati Rocco Frizzi, unico a votare contro, e Benaglio, unico astenuto.
I votanti a favore vanno citati, perché comprendono sia i rappresentanti della maggioranza che quelli della cosiddetta opposizione, sia i rappresentanti dei Verdi, ai quali gli elettori hanno affidato il compito di difendere le ragioni dell’ambiente. In ordine alfabetico: Accorsi, Ivo Bombardelli, Brunelli, Luigi Calzà, Mario Calzà, Dalponte, Carlo Daves, Detoni, Morena Galas, Gatti, Grasso, Luca Grazioli, Mauro Grazioli, Patrick Lorenzi, Pietro Matteotti, Mirante Marini, Carlo Modena, il Sindaco Molinari, Morandi, Pederzolli, Santoni, Serafini, Valandro, Zambotti, Zanoni, Mario Zucchelli.
Noi riteniamo tale intervento urbanistico, al di là della conformità a leggi, regolamenti e Piano Regolatore, un chiaro esempio di ciò che non andrebbe mai fatto in un risicato spazio piano, ad elevatissima vocazione turistica (ma fino a quando?), come la piana Benacense, già stravolta e violentata, negli ultimi quarant’anni, da sciagurati interventi costruttivi eseguiti senza alcun rispetto per l’ambiente né per la comune estetica, e soprattutto senza alcuna visione armonica complessiva. Piana che avrebbe bisogno ora, per avere qualche speranza di sopravvivenza anche economica, della cosiddetta "opzione zero", cioè di uno stop definitivo a nuove costruzioni, a maggior ragione di quelle più impattanti.
E che il progetto Gentilini sia gravemente impattante su un ambiente già deturpato ma non per questo privo, ancora, di aree da preservare, è fuor di dubbio.
Si pensi, tra l’altro, al rumore indotto dalle numerose celle frigorifere che saranno posizionate all’esterno della costruzione, con un’emissione sonora continua, cioè giorno e notte, ognuna di 50 dB (dato estratto dalla relazione tecnica): si ricorda che i limiti di emissione previsti dal Piano di zonizzazione acustica, per quell’area, sono di 60 dB diurni e 50 notturni. Come si vede, siamo proprio ai limiti.
E che dire della qualità dell’aria, ed in particolare delle polveri sottili e non, continuando a coprire i terreni finora agricoli con cemento e asfalto che non sono vegetali polverifaghi ma polverigeni?
Basti poi pensare all’impatto visivo di un nuovo sgraziato parallelepipedo alto 12 metri, circondato da parcheggi pubblici (a proposito, ma che senso ha un parcheggio pubblico in quella zona?) e privati, nel pieno centro della Busa. E di una cubatura che appare sproporzionata anche allo scopo dichiarato del progetto, che è quello di realizzare la nuova sede dell’attività commerciale della Società Alimentari S.p.A., attualmente situata in un capannone di superficie di circa 5000 mq posto su viale Rovereto tra Cartiera e Hotel Du Lac.
Il nuovo edificio coprirebbe quindi il triplo della superficie attuale (esattamente 14.190 mq sul totale di 27.423), con una cubatura almeno del quadruplo.
Tale spropositato aumento in superficie e cubatura appare francamente eccessivo per una società non produttiva, che si limita a distribuire all’ingrosso prodotti alimentari per ristoranti e alberghi.
Sorge spontaneo il pensiero, quindi, di un’operazione speculativa mirata anche alla cessione o all’affitto a terzi di una parte dell’immensa costruzione, sì da trasformare, nel futuro, un semplice deposito di prodotti all’ingrosso nell’ennesimo centro commerciale, posto tra l’altro in una posizione strategica, passando sul suo fronte nord la futura circonvallazione di Riva che si collegherà con la futura grande viabilità per Rovereto. Senza considerare l’eventuale cessione della pregiatissima area finora occupata su viale Rovereto dalla Alimentari S.p.A.
In conclusione, riteniamo che la soluzione più intelligente per risolvere i problemi della Alimentari S.p.A. sarebbe stata l’utilizzo delle numerose cubature vuote di capannoni già esistenti, ed una variante urbanistica che classificasse nuovamente l’area del Fangolino, come già nel passato, come "agricola".
Invece, con tale pressochè unanime decisione il Comune di Riva si avvia a "migliorare" una performance ambientale davvero poco invidiabile, quello della superficie edificata, che era fino a qualche anno fa del 55 %. E quella impermeabilizzata, mai contabilizzata, è ancora maggiore, e presumibilmente si attesta intorno al 70%. E poi ci stupiamo se ogni acquazzone rischia di trasformarsi in una catastrofe, con tombini che scoppiano e fiumi e torrenti trasformati in autostrade di cemento, che trasportano a valle, oltre all’acqua, ogni sorta di detrito: autentiche bombe ambientali in mezzo a centri abitati dove si può costruire ancora oggi, a norma di legge, fino a soli 10 metri di distanza dai corsi d’acqua.
Un sentito grazie alla Giunta e al Consiglio comunale di Riva, depositari dell’interesse collettivo.
Paolo Barbagli (Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro)
Comitato Sviluppo Sostenibile
Federica Fanizza (Italia Nostra)
Carla del Marco (WWF Basso Sarca)