Emergenza rianimazione
Una delle più gravi carenze della sanità trentina irrisolta da decenni è la mancanza di un numero adeguato di posti letto in rianimazione. A Trento, attualmente, sono disponibili 10 posti, a cui vanno aggiunti 4 posti riservati agli operati cardiochirurgici. A Rovereto sono solo 4. Il tasso di occupazione supera ampiamente il 100% in entrambi gli ospedali. Ciò significa che gli operatori sanitari sono sottoposti ad un superlavoro e che i malati non possono avere l’assistenza adeguata per carenza di organico. Accade quindi sempre più spesso che un trentino che abbia bisogno di un posto in rianimazione venga inviato in ospedali extraprovinciali anche lontani, come Rovigo o Brescia.
A Rovereto la piastra servizi dovrebbe incrementare i posti letto della rianimazione da 4 a 8; dal raddoppio di posti letto trarrebbe beneficio l’intero servizio sanitario provinciale. Raddoppiando i posti letto, è evidente che debba essere raddoppiato anche il personale assistenziale, medico ed infermieristico: 4-6 medici anestesisti rianimatori e 10-15 infermieri professionali.
I vertici dell’ospedale di Rovereto hanno chiesto più volte questo doveroso aumento di personale prima del trasferimento nella piastra, ma il dott. Favaretti e il dott. Fontana non hanno mai risposto a queste richieste, dimostrando indifferenza verso un problema che potrebbe diventare catastrofico.
Non rimane che appellarsi alla coscienza civica e solidaristica dell’assessore Andreolli per un intervento immediato che rassicuri la popolazione trentina. In ospedale per i politici c’è sempre posto, anche in rianimazione. Ma ai cittadini di serie B può capitare di tutto.
Marta Rossaro