Mercurio e vaccinazioni: precisiamo
Gentile sig. Maistri, partendo dalla descrizione del caso di un bambino, Charles, affetto da autismo, il Suo articolo (“In fuga dal mercurio”, QT n°2/2010, ndr) ipotizza un possibile ruolo causale del mercurio nell’eziopatogenesi dell’autismo, fa pubblicità ad un istituto privato che propone la somministrazione di anti-chelanti come terapia dell’autismo, critica il servizio sanitario per il fatto di non rimborsare tale terapia e cita il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR) come fonte di mercurio e, in virtù di tale caratteristica, come potenziale fattore scatenante l’autismo del piccolo Charles.
Alcuni commenti purtroppo necessari.
Esiste ormai un numero soverchiante di evidenze scientifiche che smentiscono l’ipotesi di un ruolo causale tra esposizione di mercurio e l’autismo o tra vaccini e autismo.
Le terapie anti-chelanti non sono né plausibili né hanno mai evidenziato scientificamente la loro efficacia e presentano inoltre una serie di effetti collaterali non banali (nell’agosto del 2005 a Pittsburgh in USA un bambino autistico di 5 anni è addirittura morto a causa della terapia anti-chelante). È quindi del tutto comprensibile che il servizio sanitario abbia qualche esitazione di fronte a richieste di rimborso di spese sostenute per questo tipo di terapie. Lei ha perfettamente ragione quando afferma in chiusura del Suo articolo che “la salute non deve essere un affare”. Purtroppo la Sua capacita critica, molto sviluppata nei confronti del servizio pubblico, sembra azzerarsi di fronte ad aziende private che vendono a caro prezzo terapie dubbiose. Uno spirito veramente indipendente e critico si sarebbe almeno chiesto in che misura queste attività commerciali possano essere considerate un modo per trasformare la domanda di salute in business, approfittando per giunta della situazione difficile in cui si trovano i genitori con un bambino affetto da autismo.
Tuttavia per quanto riguarda questi aspetti il problema del Suo articolo è rappresentato “solo” dal fatto di aver omesso delle informazioni con il risultato di promuovere e sostenere una particolare terapia ed un particolare istituto di cura privato.
Più grave (e inaccettabile) è il fatto che il suo articolo contiene anche notizie false e prive di fondamento come l’affermazione che il vaccino MPR contiene thiomersal e, seguendo la Sua ipotesi iniziale che lega il mercurio all’autismo, potrebbe quindi essere la causa delle sofferenze del piccolo Charles. Qui c’è poco da discutere: il vaccino MPR non contiene (e non ha mai contenuto) il thiomersal o mercurio sotto altre forme.
È evidente che questo fatto fa crollare in un colpo solo l’intera impalcatura logica del Suo articolo che perde quindi del tutto credibilità e sostanza.
Si tratta di un errore che avrebbe potuto evitare semplicemente verificando meglio le informazioni e documentandosi in maniera più approfondita prima di scrivere e far pubblicare il Suo articolo. Per scoprire che il vaccino MPR non contiene il thiomersal non ci sarebbe oltretutto stato bisogno di fare ricerche particolari. Nel Suo caso sarebbe stato sufficiente leggere la documentazione del vecchio (risale a quasi 10 anni fa) documentario RAI “Report” da Lei stesso citato (sic!) (http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90050,00.html) da cui si evince, senza fare molta fatica, che i vaccini contro morbillo, parotite e rosolia non contengono thiomersal.
Lei ha quindi, magari involontariamente e in buona fede, ma con una notevole dose di superficialità e leggerezza, diffuso delle notizie false e anche dannose alla salute pubblica. Gettando l’ombra del dubbio sul vaccino MPR si possono provocare, gratuitamente e senza alcun fondamento, sensi di colpa nei genitori di bambini con autismo che hanno fatto vaccinare il proprio bambino. Inoltre la diffusione di queste disinformazioni può provocare la decisione di non vaccinare il proprio bambino con il vaccino MPR. Il bambino non vaccinato risulta quindi maggiormente esposto al rischio della malattia, soprattutto quando la copertura vaccinale della popolazione non è sufficientemente alta. La malattia di norma ha un decorso benigno, ma in casi non rarissimi può avere complicanze che talora possono essere gravi e anche letali. Spero che Lei e il Suo editore (che annuncia, con tanti saluti alla sobrietà, il Suo articolo in copertina con il titolo “il vaccino maledetto”) vi rendiate conto che in tutto questo i media e chi ci lavora hanno delle precise responsabilità.
Oltre 10 anni fa (quindi poco prima del documentario RAI che Lei cita come fonte) un articolo basato sullo studio di pochi bambini (12) condotto da Andrew Wakefield e pubblicato dalla rivista medica britannica Lancet ha ventilato indirettamente l’ipotesi che il vaccino MPR potesse essere associato all’autismo (ovviamente ipotizzando meccanismi del tutto indipendenti dal mercurio, visto che il MPR non ne contiene), scatenando una campagna mediatica demonizzante il vaccino e provocando una diminuzione delle coperture vaccinali con conseguente aumento dei casi di morbillo in Inghilterra. Il Suo articolo non ne tiene conto, ma da allora sono passati 12 anni nei quali i risultati dello studio sono stati sistematicamente e ripetutamente smentiti e già anni fa (nel 2004) 10 dei 12 co-autori dello studio si sono distanziati ufficialmente dalle conclusioni dello studio. Recentemente il General Medical Council inglese ha stabilito che Wakefield è colpevole di frode, condotta disonesta e violazione delle più fondamentali norme etiche previste nella conduzione di uno studio scientifico e la rivista Lancet ha ritirato l’articolo.
Come insegna il caso Wakefield, riparare i danni provocati da una cattiva scienza e una cattiva informazione non risulta facile. Un proverbio cipriota recita “Uno sciocco riesce a buttare una roccia da una scogliera e mille saggi non sono in grado di risollevarla”. Anche se non è facile credo che sia doveroso provarci. Non crede?
Rimanendo quindi in attesa di un errata corrige sul prossimo numero della rivista si porgono distinti saluti.
Pirous Fateh-Moghadam, Network Italiano dei Servizi di Vaccinazione (NIV)
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Gentile dott. Fateh-Moghadam, grazie per la lettera. Le rispondo per punti:
1. Ha ragione Lei a ribadire che il triplice vaccino (MPR) non contiene mercurio e ho sbagliato io a non verificare l’ipotesi dei genitori (che tale, comunque, rimane anche nell’articolo), né a valutare correttamente l’effetto del titolo in copertina. Me ne scuso pubblicamente con Lei e con i lettori.
2. La storia di Charles non intendeva pubblicizzare un ente privato, né denigrare il servizio pubblico (il solo sospetto mi offende), ma ha voluto raccogliere la testimonianza di un travaglio familiare così come è avvenuto. Ci sono, infatti, dei dati indiscutibili che rappresentano il vero cuore della storia (occupando tra l’altro quasi tutto lo spazio della narrazione): Charles fino ai due anni ha avuto uno sviluppo normale, interrotto da un blackout improvviso delle capacità linguistiche; l’ente preposto non è riuscito a dare una risposta soddisfacente al problema; l’istituto privato ha individuato nella massiccia presenza di metalli pesanti (tra cui, in particolare, il mercurio) la causa del blackout; è stata adottata una terapia a più livelli per disintossicare il corpo di Charles che ha cominciato a riacquisire progressivamente le capacità linguistiche; ora grazie ad un percorso personalizzato (e costoso) il bambino frequenta normalmente la scuola, riuscendo a superare giorno per giorno le sue difficoltà. Non era certo mia intenzione promuovere a priori un modello piuttosto che un altro, anche se l’esperienza di Charles e della sua famiglia è avvenuta proprio nelle modalità che ho descritto.
3. Le mie riflessioni conclusive sulla pericolosità del mercurio non riguardavano tanto il triplice vaccino (MPR), ma in generale l’utilizzo di vaccini conservati con il mercurio, nonostante da più parti (citate nell’articolo) si invitasse fin dal 1999 ad evitare l’uso di vaccini conservati con il mercurio in virtù del principio di precauzione. Attualmente, i vecchi vaccini contenenti mercurio sono stati sostituiti con vaccini privi di mercurio, a dimostrazione del fatto che anche la comunità medico-sanitaria ha ammesso il problema ed ha preferito rispettare il citato principio di precauzione.
Mattia Maistri