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La trasgressione e la strafottenza

Devianze giovanili? Non meniamo scandalo. Ma sui modi in cui oggi si esplicano, c’è molto da riflettere.

Foto di Marco Parisi.

E' sempre problematico ragionare sulle manchevolezze (vere o presunte) delle generazioni più giovani. Sempre si annida insinuante il diavoletto che ti fa dire "Ma questi giovani! Non sono buoni a niente! Ai nostri tempi invece…". Ed è naturale, perché il giovane è il potenziale nemico, colui che – nel branco o nella società - ti potrà fregare il posto: meglio cautelarsi, disprezzandolo a prescindere. A questo vizio non sono scampati illustri pensatori dell’antichità, figuriamoci i cronisti di oggi. Né scampano i giovani stessi: quando insegnavo e incontravo un ex-studente, diplomato da 4-5 anni, ma magari anche solo da tre mesi, era d’obbligo che mi ponesse la domanda "Come sono i giovani d’oggi?". E quasi sempre automatica la risposta che, anticipandomi, il ventenne si dava, a proposito dei diciottenni: "Ah, non ci sono più i giovani di una volta! Noi invece…" Io mi mettevo a ridere.

Così, dopo i fatti di Mesiano, si potrebbe ridere del grande scandalo che se ne è fatto.

Si potrebbe facilmente obiettare agli scandalizzati commentatori già sessantottini che la cultura e pratica dello sballo dei diciottenni di oggi è niente rispetto a quella della loro (mia) generazione, documentata e santificata da millanta film, canzoni, libri, musical (ricordate rispettivamente "Easy Rider", "Lucy in the Sky with Diamonds","On the Road" e "Hair"?).

Per non parlare della generazione successiva, il movimento del ‘77, che molto più che nel terrorismo naufragò nella droga: e allora non si faceva i cretini a una festa, ci si riduceva a larve umane, non si finiva al pronto soccorso, ma al camposanto.

Detto tutto questo, e tenendolo ben fermo, vale la pena discutere delle devianze dei giovani attuali, o meglio, delle peculiari forme che oggi assumono.

Su alcuni aspetti non c’è dubbio: la differenza la fa la tecnologia. I telefonini, Internet, You Tube. Soprattutto sul bullismo, che molto probabilmente non è neanche una devianza, che pressoché tutti abbiamo praticato da una parte o dall’altra (o magari da tutte e due), ma che forse più proficuamente si può ascrivere all’ordine delle cose, con i cuccioli che devono competere, e duramente, e chi è debole sono affari suoi, le leggi della natura sono queste: quando gli pseudo-genitori del cuculo vedono lo pseudo-figliolo far fuori i fratellini, non si scompongono più di tanto, anzi forse, a modo loro, sono contenti del campione che pensano di aver generato.

Ma queste sono, appunto, le leggi della natura: da cui la civiltà, pur con mille contraddizioni, cerca di affrancarsi, o almeno così vorrebbe. Ma non ci riescono, tante volte, gli adulti – e così ci sono le ronde, le guerre, o più semplicemente le più o meno sottili sopraffazioni dei più ricchi o potenti; figuriamoci se i cuccioli non possono cedere al naturale istinto di fare i gradassi con i più deboli. Solo che oggi la bravata va su Internet: e così scopriamo che la sopraffazione c’è anche fra i ragazzini.

Umilmente credo che a quel punto non sia il caso di esecrare. Ma di porsi una domanda: dove abbiamo sbagliato?

A cui seguono altre: riusciamo a trasmettere i principi base della civiltà? Ne abbiamo i titoli?

Così il discorso di Mesiano. Non credo che il problema sia lo sballo o il sesso facile. Come detto prima, a Mesiano non è successo niente di molto grave. Si sa che i giovani devono prendere le misure del proprio personale rapporto con le trasgressioni, con le eccitazioni dei sensi, con l’inaspettata forza dei sentimenti.

Non è quindi che questa generazione si caratterizzi per una particolare devianza nell’affrontare tali passaggi della vita; ma per la strafottenza. Ritiene di avere il diritto allo sballo; il diritto (ed è un bel paradosso) a infrangere le regole; il diritto a ergere se stessi, le proprie pulsioni, sopra tutti. E allora per un gruppo di ragazzini diventa lecito, anzi, logico, rimuovere chi pretenderebbe di ostacolare le proprie voglie, se si è in tanti si prendono a sberle gli organizzatori (ragazzi che si sono fatti il mazzo per darti uno spazio di divertimento, ma che importa) e se si è ancora in di più, si spedisce alla guardia medica la security.

Un’ipertrofia dell’io. Conto solo io, quello che voglio; degli altri chi se ne frega.

Ritorna la domanda: come mai? Da dove viene questa cultura?

Non credo sia difficile trovare le risposte.