La Margherita furiosa
La vicepresidente Margherita Cogo non ha apprezzato il nostro articolo sulla sua gestione della Cultura. Ci insulta, diffida, minaccia. In realtà...
Margherita Cogo, attraverso l’avvocato Paolo Mirandola, ci "diffida dal proseguire la campagna denigratoria"; ipotizza comunque "iniziative", ovviamente legali, nei confronti nostri e di chi osasse "richiamarsi ai contenuti dei predetti (cioè di QT) articoli"; infine, in un crescendo proclama, in apposito comunicato stampa, "la falsità delle notizie riportate e l’evidente intento diffamatorio".
Quindi, per la vicepresidente diessina della Giunta Provinciale, nonché assessore alla Cultura, noi saremmo dei diffamatori, propalatori di notizie false, da reprimere per via giudiziaria, specie se osassimo occuparci ancora di lei e della sua gestione dell’assessorato.
Infatti è stato un servizio sulla gestione Cogo della cultura trentina (La Cogo, l’arte e la creatività umiliata, sull’ultimo numero di QT) a scatenare le ire dell’assessora.
In esso criticavamo il ruolo della Cogo che, di fronte alle dispute tra il Mart e la Galleria Civica – ossia tra l’arte consolidata e quella in divenire, tra Accademia e Scapigliatura – non mediava, non cercava di fare sintesi, ma diventava invece partigiana del Mart, ribaltando una linea di politica culturale più innovativa, già intrapresa e poi abbandonata.
Perché?
Perché – secondo la nostra interpretazione - l’assessora era stata ammaliata dal gran mondo del collezionismo internazionale – fatto di viaggi aerei in prima classe, alberghi a cinque stelle da Pechino a Montreal, ricevimenti esclusivi – cui proprio il Mart, così come impostato dalla direttrice Gabriella Belli, le permetteva di accedere. All’interno di questo discorso aprivamo, in un riquadro, una parentesi, con un breve pezzo intitolato L’amico architetto sugli incarichi affidati all’architetto Baldessari..
L’articoletto veniva ripreso da L’Adige; al quale la Cogo ( vedi il testo in L’assessora risponde all’Adige) e Baldessari il giorno seguente rispondevano. Ma all’assessora non bastava. Alla replica faceva seguire il comunicato sulla nostra "falsità" e la diffida dell’avvocato.
Entriamo nel merito. Nel nostro box puntualizzavamo due cose. Primo, il moltiplicarsi, negli ultimi due anni, degli incarichi all’architetto Baldessari da parte di istituzioni pubbliche alle dipendenze o nel raggio di influenza della Cogo.
Secondo: il sostanziale rifiuto della vicepresidente di dare una risposta al consigliere provinciale Agostino Catalano (di Rifondazione) sulle spese da jet set del Mart; e la strana omissione di Baldessari dall’elenco dei partecipanti alle trasferte.
Sul primo punto la Cogo conferma tutto (altro che "falsità"!): Mart, Servizio Attività Culturali, Servizio Edilizia Pubblica per la ristrutturazione di una dépendance del Mart, Comune di Tione, hanno a più riprese, negli ultimi due anni, affidato incarichi allo Studio Baldessari, scelto sulla fiducia. Questo avevamo scritto e questo è confermato.
Sulla risposta all’interrogazione di Catalano, invece, Cogo dà una significativa prova di arroganza. Sulle spese da Vip del bel mondo, si rifiuta di rispondere, si limita a tranquillizzare l’interrogante: le spese "sono state sostenute in conformità alle disposizioni concernenti i viaggi di missione"; sulla loro entità e qualità non dice niente. Anzi, allo stupore del nostro articolo per questa mancata risposta, su L’Adige replica allargando il tiro: "Ho risposto attenendomi alla linea adottata da tutti gli altri assessori della Giunta", cioè "così fan tutti", delle interrogazioni dei consiglieri ce ne facciamo un baffo.
A questo punto ci rivolgiamo allo stesso Catalano.
Ma voi accettate risposte del genere?
"Innanzitutto non è vero che tutti gli assessori si comportino così – ci risponde il consigliere - Ci sono quelli che proprio non rispondono, come Tiziano Mellarini a proposito del carosello di Folgaria, che ho denunciato in aula di comportamento omertoso. Altri invece danno risposte esaurienti, complete di tutti i dati per fornire un giudizio politico, su cui magari poi si può non concordare; ma io li ho pubblicamente ringraziati per aver fornito gli elementi per dibattere."
Invece la Cogo... Come mai lei si è accontentato di una risposta del genere?
"Lo riconosco, ho sbagliato. Avevo ritenuto la risposta della Cogo evasiva e burocratica, ma non avevo approfondito. Quando poi ho letto il vostro servizio, mi sono reso conto della gravità della cosa; anche perché la risposta, oltre ad essere evasiva, a non rispondere sulle spese, è anche omissiva, tralascia la presenza dell’architetto Baldessari alla trasferta in Cina".
La Cogo nella sua risposta a L’Adige giustifica questa omissione, dicendo che si era basata su un elenco dei partecipanti inviatole dal Mart; come se lei in Cina non si fosse accorta della presenza di Baldessari...
"L’assessora semplicemente non può scaricare la responsabilità: è lei che risponde, è lei che deve verificare la correttezza della sua risposta. Da questa scorrettezza mi sono trovato spiazzato anch’io: sapevo della presenza di Baldessari, immortalato nelle foto ufficiali, ma, vista la risposta della Cogo, pensavo che fosse lì a spese proprie, non immaginavo che l’assessora stesse rispondendo omettendo dei fatti".
Di fronte a questo genere di risposte, un consigliere deve rassegnarsi?
"Quando mi sono reso conto della cosa, ho avuto un moto di stizza. Spero che nei cittadini susciti un moto di ribellione. Ne va della funzione di controllo di noi consiglieri: se ci si può rispondere con dati così apertamente incompleti e con un evidente tono di fastidio, è il controllo democratico che viene minato. E allora viene da chiedersi: a che serve un consigliere d’opposizione?"
Il punto è che Margherita Cogo si trova in difficoltà. Del nostro servizio, purtroppo, non ha impressionato la denuncia dei paurosi e immotivati sbandamenti della politica culturale, ma l’elencazione degli incarichi all’architetto Baldessari. In questo c’è un dato positivo: l’idea che un politico distribuisca favori agli amici, come un signore mediovale, per fortuna irrita ancora.
E così gli avversari politici si sono ringalluzziti; si vocifera che Adelino Amistadi, consigliere provinciale della Margherita, boss delle Giudicarie, insofferente delle fortune politiche della conterranea Cogo, abbia pronti (anche se proprio lui è il paladino della politica clientelare spicciola e degli interessi di casta) manifesti con estratti del nostro articolo con cui tappezzare il territorio conteso.
Di qui la reazione spropositata dell’assessora, che invece di pensare ai propri errori, ha ritenuto di prendersela con noi, attraverso – vedi Cogo e Dellai protestano - comunicati francamente insultanti: "Attesa la falsità delle notizie riportate e l’evidente intento diffamatorio...".
Ma come si permette, quando le nostre "notizie" le ha tutte confermate lei stessa, alla virgola? "Campagna denigratoria" quello che è il diritto, anzi il dovere di un organo di stampa: informare il cittadino? E da parte della vicepresidente, attraverso l’Ufficio stampa della Giunta...
Dopo di che la Cogo è passata alla diffida attraverso l’avvocato. E infine alla minaccia (ribadita anche a voce) di imminenti denunce (Interviene l’avvocato).
Insomma, un’autentica intimidazione. Che non è meno grave solo perché attuata da una persona in difficoltà.
Noi avevamo posto il tema di una sciagurata inversione ad U nella politica culturale. E, correlato ad esso, il caso di una serie di incarichi "ad personam". Non ci faremo impressionare da chi pretende di rispondere con le minacce.
Cronologia
1 giugno 2007: QT pubblica un servizio su Trento, Bolzano e l’arte in divenire sulla politica culturale della Provincia nel campo dell’arte. Denuncia come l’indirizzo dell’assessora Margherita Cogo sembri dettato, più che da motivazioni culturali, dal desiderio di far parte del jet set internazionale presente alle munifiche inaugurazioni del Mart in giro per il mondo.
Giugno 2007: Prendendo spunto dall’articolo di QT, il consigliere provinciale Agostino Catalano (Rifondazione) presenta un’interrogazione all’assessora Cogo sui partecipanti e sulle spese (di viaggio, soggiorno, rappresentanza, classe dei biglietti aerei e degli hotel) delle trasferte del Mart.
2 agosto 2007: L’assessora Cogo risponde a Catalano: non porta alcuna cifra, si limita a dire che le spese "sono in conformità alle disposizioni concernenti i viaggi di missione".
26 gennaio 2008: QT aggiorna l’inchiesta sull’arte contemporanea (La Cogo, l’arte e la creatività umiliata). Pubblica anche un box sugli incarichi affidati all’arch. Baldessari (L’amico architetto). Rivela come nella risposta della Cogo a Catalano sia stato omesso, per il viaggio in Cina, il nome di Baldessari.
29 gennaio: L’Adige riporta, in Cronaca di Rovereto, il box di QT, intitolandolo "L’arte, la cultura, l’assessora e l’architetto".
30 gennaio: Baldessari e Cogo rispondono a L’Adige. Che pubblica partendo in prima pagina, con i titoli "Solo meriti professionali" e "Nessun legame particolare". Nello stesso giorno la Cogo risponde a QT attraverso l’Ufficio Stampa della Giunta: parla di "falsità delle notizie" ed "evidente intento diffamatorio".
1° febbraio 2008: A QT perviene, da parte dell’avv. Paolo Mirandola, una diffida "dal proseguire nella campagna denigratoria nei confronti della Vicepresidente della Giunta Provinciale".