La disarmante strategia dell’asfalto
L'assessore Grisenti presenta il progetto di una super tangenziale in Val Lagarina. Costosissima (migliaia di miliardi) e inutile. Ma "i soldi ci sono"; e allora si buttano. Il che vuol dire che la Giunta è senza strategia.
Ai sindaci della Vallagarina il superassessore al Lavori pubblici Silvano Grisenti ha squadernato una serie di nuovi interventi: spostamento dell’Autostrada in galleria, nuova tangenziale da Volano a Mori, galleria a Chiusole, abbattimento e rifacimento dell’orrido "serpentone" dallo Stadio Quercia a Villa Lagarina, più altri interventi minori. "Un progetto organico" ha detto il nostro, per migliaia di milioni, aggiungiamo noi. "I soldi ci sono" ha garantito l’assessore.
Il discorso ci sembra importantissimo, strategico.
Non ci riferiamo ai problemi ambientali. Che pur ci sono (e a chi gli faceva presente come la tangenziale sarebbe passata su un Sic – cosa che ha già bloccato la Pinzolo-Campiglio – l’assessore con un sospiro rispondeva: "E’ un problema, vedremo"). Qui prendiamo per buona la filosofia di Grisenti: le tangenziali spostano il traffico dai paesi e li risanano (in realtà è un sollievo temporaneo: in pochi anni attorno alla nuova tangenziale si riforma un nuovo agglomerato e il problema si ripropone pari pari; è illusorio pensare di risolvere con i lavori pubblici le questioni di sviluppo urbanistico).
Non intendiamo qui riferirci nemmeno alle grandi opzioni di mobilità: è evidente che un simile investimento sulle strade è a detrimento di quelli sulla ferrovia/metropolitana; e d’altronde nella stessa riunione un sindaco faceva presente come il progetto grisentiano anche fisicamente prescindesse dalla vagheggiata metropolitana di superficie Trento-Rovereto, andandone ad occupare le aree.
Quello di cui vogliamo parlare sono i soldi. "Ci sono" dice Grisenti.
Appunto. Vuol dire che la Giunta Dellai intende – ancora – investire pesantemente in strade. Ritiene che lo sviluppo del Trentino passi attraverso l’asfalto.
Secondo noi questo è molto grave. Non tanto per le ragioni ambientali. Ma perchè vuol dire che la Giunta non ha un’idea del futuro del Trentino. Quando ci sono miliardi (di euro) da investire, e li si sperpera per far risparmiare 10 minuti a chi deve spostarsi da Volano a Mori, vuol dire che non si sa dove investire. Si hanno più soldi che idee. Vuol dire che il progetto del Trentino del 2000 non esiste.
La controprova di questa cultura la ritroviamo nella stessa struttura del bilancio provinciale di questi anni. All’inizio della prima legislatura di Dellai, la Provincia godette di una serie di entrate straordinarie, risultanti dal pagamento di vecchi crediti con lo Stato. Migliaia di miliardi che, giustamente, si decise di destinare non alle spese correnti ma a quelle in conto capitale, ossia agli investimenti. E l’investimento doveva essere nelle strade, il cosiddetto "Piano straordinario delle opere pubbliche", per velocizzare i collegamenti con le valli - si decise non senza contrasti ("il 75% degli interventi non è uno spreco" ribattè l’allora vicepresidente Roberto Pinter, ossia il 25% erano soldi buttati via). Ne risultò che il bilancio dell’assessorato ai Lavori Pubblici venne di molto aumentato.
Negli anni successivi il bilancio provinciale tornò alla normalità: venute meno le entrate straordinarie, non poteva che sgonfiarsi. Ma, qui è il punto, non si decise di togliere l’anomalo incremento del bilancio dei Lavori Pubblici, bensì di diminuire, più o meno proporzionalmente, quello di tutti gli assessorati.
Alla fine quindi, a bilanci normalizzati, il risultato fu un imponente travaso di risorse verso i Lavori Pubblici.
Ecco quindi spiegata la sovrabbondanza di mezzi di Grisenti, in una Provincia che su tutto il resto inizia a tirare la cinghia (gli investimenti dell’Itea dovranno pagarli gli inquilini, la Cultura è stata tagliata di brutto ecc).
Ovviamente tutto questo non è accaduto per una distrazione contabile. Ma per un’idea precisa dell’economia trentina. A chi gli ha fatto presente la scarsissima redditività di investimenti concentrati sull’asfalto, Dellai ha risposto: "Ma fanno lavorare le imprese, danno lavoro, generano sviluppo!"
E’ questo che ci preoccupa. Se la Giunta Provinciale pensa che investire voglia dire dare un lavoro purchessia alle imprese (per di più di settori ultra maturi, anche se molto bene ammanicati) e su questo spende gli ultimi soldi dell’Autonomia, ci viene da temere fortemente che una vera nuova strategia per lo sviluppo, a Piazza Dante semplicemente non esista.
Alla fine della riunione, i sindaci della Vallagarina erano soddisfatti: facevano un bilancio delle perdite e dei guadagni ambientali dalle nuove strade, e il conto gli risultava in attivo.
Alla fin fine, dove vada il Trentino se butta nell’asfalto le ultime vagonate di miliardi, non è affar loro.
Il guaio è che sembra essere affare di nessuno.