Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 16, 29 settembre 2007 Servizi

San Michele: l’Istituto Agrario e l’Università

Storia di una scoperta contestata e di un edificio un po’ troppo alto.

A fine agosto l’Istituto Agrario di San Michele è stato oggetto delle polemiche collegate alla rivendicazione di una scoperta scientifica: il sequenziamento del genoma della vite. Una scoperta, dicono gli esperti, che potrà avere ricadute positive sull’agricoltura e che permetterà, ad esempio, l’allevamento di piante più resistenti ai parassiti con immaginabili vantaggi per gli operatori, il prodotto e l’ambiente. Si parla in ogni caso di interventi da vite a vite, in altre parole una sorta di superaccelerazione della selezione "naturale" che tradizionalmente è sempre stata praticata. Sulla stampa, però, il merito della scoperta è passato in secondo piano, superato dall’esito della gara nella quale, ufficialmente, sono risultati "sconfitti" i ricercatori trentini. Infatti, le riviste scientifiche internazionali (Nature e ScienceNow) hanno ignorato il lavoro dei ricercatori di San Michele dando spazio invece ad un gruppo italo- francese composto da studiosi di varie università italiane e francesi. E questo nonostante i ricercatori di San Michele avessero annunciato il disvelamento del genoma della vite già un anno fa.

Il progetto della nuova Università

I primi dubbi sulla primazia dei trentini erano apparsi sul settimanale Vita Trentina, che con toni pacati aveva raccolto le riserve del prof. Pè, responsabile del gruppo italo-francese sul lavoro di S. Michele e la replica del dottor Velasco, capo progetto dei trentini che ne difendeva la bontà. Di lì a pochi giorni è stato un diluvio di interviste e di polemiche dalle quali, ancorché con diverse sfumature, è emerso un giudizio sui trentini che è oscillato tra l’accusa di ingenuità e quella di presunzione passando per quella di debolezza.

Il cantiere.

L’assessore alla ricerca Salvatori, il presidente della giunta provinciale Dellai e i vertici dell’Istituto hanno comunque difeso il lavoro dei "nostri", annunciando addirittura un investimento di mezzo milione di euro per il proseguimento del progetto genoma.

Nell’ambiente dell’Istituto Agrario sembra che abbia fatto particolarmente male la presa di posizione del ministro all’agricoltura De Castro, che si è dichiarato immediatamente entusiasta del risultato della ricerca delle università italiane (e francesi), mentre aveva ignorato invece i precedenti annunci dei trentini. De Castro, infatti, è stato per alcuni anni componente del consiglio d’amministrazione dello stesso istituto.

Attilio Scienza, già direttore dell’Istituto Agrario, sull’Adige smorza le polemiche anche se ricorda come la mancanza di rapporti con il mondo accademico abbia giocato sicuramente contro i trentini. Tuttavia, secondo Scienza, i due progetti di ricerca sono destinati ad incrociarsi e collaborare, avendo bisogno uno dell’altro e perché S. Michele, al di là della sconfitta mediaticasubita in quest’occasione, è dotato di conoscenze vere anche se sottovalutate.

A questo punto il discorso cade sullo sviluppo universitario di San Michele che servirebbe, a detta di alcuni, anche ad evitare in futuro di rimanere schiacciati dall’establishment scientifico internazionale. A proposito di università, sono in corso i lavori per realizzare l’edificio di cui aveva parlato anche QT. Una costruzione che dovrebbe costare circa 15 milioni di euro, la cui edificazione è stata preceduta anche da alcune polemiche sul suo impatto ambientale. "Hanno deciso di tirar su una costruzione alta 17 metri. Per quel poco che è dato sapere. - spiegava allora Tullio Zeni, geometra di San Michele, assolutamente contrario a quel tipo di progetto - Sarà ristrutturata l’attuale stalla (altra opera inutile, n.d.r.) con il risultato di vedere un mostro di circa 30.000 mq, altro 17 metri e lungo decine di metri. E’ chiaro che in città, un volume del genere può anche passare inosservato ma non è il caso di San Michele all’Adige, specialmente in una zona come quella di cui si parla, a ridosso della collina vitata".

Anche i due architetti già componenti della commissione edilizia comunale avevano duramente ma inutilmente contrastato la scelta del progetto. In quella zona, infatti, si prevedevano in origine costruzioni alte solo fino a 8 metri mentre l’edificio progettato arriverà, come detto, a 17 metri. Ma di fronte all’ipotesi di avere a San Michele un’università, le voci di dissenso sono state ignorate.