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QT n. 10, 21 maggio 2005 Servizi

Valle dell’Adige: poche novità

Nei centri più popolosi prevalgono le riconferme. Altrove, molti cambi di maggioranza.

Tutti i sindaci della Piana Rotaliana sono stati rieletti e, contrariamente alle previsioni di molti, tutti al primo turno. Anche nei due centri più popolosi, Mezzocorona e Mezzolombardo, dove (specie in quest’ultimo) ci si poteva aspettare una soluzione al ballottaggio, i sindaci Borga e Fiamozzi hanno stravinto. Le liste concorrenti hanno dapprima faticato a formarsi (quasi nessuna era riuscita a schierare un numero di candidati pari ai seggi dei relativi Consigli comunali) e poi hanno perso duramente. Nei tre paesi più popolosi (il terzo è San Michele) hanno prevalso sindaci che si collocano (o sono stati collocati) nell’area del centro-destra moderato. A Faedo e Nave S.Rocco, invece, hanno prevalso le coalizioni già maggioritarie che fanno riferimento al centro-sinistra autonomista.

Ribaltone inaspettato invece a Zambana, dove ha prevalso la ex minoranza che ha denunciato in questi anni l’indifferenza, anzi, la collaborazione dell’ormai ex sindaco con i contestati lavori e con la gestione della montagna comunale (la Paganella) particolarmente tormentata dagli scavi per le nuove piste da sci. A proposito di Paganella, cambiamenti di fronte su gran parte dell’altopiano: ad Andalo, Fai e Spormaggiore. Confermate solo le maggioranze uscenti a Molveno e a Cavedago. Ad Andalo, in particolare, è stata una sorpresa, specialmente per il Patt, la sconfitta del giovane sindaco. Ruggero Ghezzi, esponente dell’ala modernista del partito: è stato sostituito nella carica di primo cittadino dall’ex segretario comunale del paese, Paolo Catanzaro. Tra l’altro, il neoletto sindaco era stato da poco condannato dalla Corte dei Conti (anche in secondo grado) a risarcire il danno provocato allo stesso Comune di Andalo durante la sua attività, in concorso con la giunta comunale che aveva governato negli ultimi anni ‘90. Insomma, almeno in questo caso, la memoria non sembra aver funzionato più di tanto.

A proposito di scarsa memoria degli elettori, in particolare di quelli del Patt, va registrato il pessimo risultato del partito in quel di Mezzolombardo, accompagnato dallo scarsissimo seguito di voti personali raccolti dalla ex sindaca. Laura Dalfovo aveva governato con una maggioranza Patt ed ex Dc dal 1993 al 2000 e a suo tempo aveva raccolto un notevole consenso. Ma sono bastati cinque anni di assenza dal Consiglio comunale per trasformare migliaia di voti in una misera sessantina di preferenze. A differenza degli anni ‘90, quando il partito delle stelle alpine era una forza maggioritaria, per i prossimi 5 anni il Patt di Mezzolombardo avrà un solo consigliere.

Nei giorni successivi alle elezioni, tra i perdenti, la delusione si è tradotta in una raffica di dimissioni. I due candidati sindaci del centrosinistra, Giuseppe Borgogno a Mezzolombardo e Giuseppe Negri a Mezzocorona, ambedue di area Margherita, hanno annunciato l’abbandono della scena. Un brutto segnale, questo, ed uno strano concetto della democrazia. Certo, la sconfitta elettorale può bruciare, ma siccome tutti non possono vincere (tranne, forse, a Cles!) sarà bene valutare prima di accettare la candidatura; qualcuno, in ogni caso, l’opposizione dovrà pur rappresentarla. E’ vero, sia a Mezzocorona e forse ancor di più a Mezzolombardo, per i due Giuseppe la candidatura a sindaco sfidante è stata un’avventura dell’ultimo minuto. I due si sono trovati, in particolar modo a Mezzolombardo, lanciati nell’agone senza il tempo di "fare allenamento". Inoltre, sempre a Mezzolombardo, le liste ed i partiti che sostenevano Borgogno non hanno fatto nulla negli ultimi anni per nascondere le divisioni, anche interne (Margherita). Tuttavia, sembrava che intorno alla sua persona, nuova alla politica locale (anche a causa del suo ruolo di geometra del Comune svolto fino a pochi anni fa), il centro sinistra- autonomista avesse ritrovato l’unità. Ma il sindaco Borga si era attrezzato e in suo appoggio erano scesi in campo, suddivisi in due liste civiche, quasi 40 candidati consiglieri. Neanche una complicata variante urbanistica, peraltro frutto di gravi errori dei suoi predecessori, nell’ambito della quale l’amministrazione uscente è andata ad incartarsi, ha inciso sulla sua elezione. Anzi, il fondatore di un comitato popolare che aveva raccolto diversi consensi (quasi un migliaio di firme) contro la questione urbanistica non è stato eletto consigliere, anche se, con le preferenze intercettate, ha certamente contribuito al raddoppio (da uno a due) dei rappresentanti Ds -Mezzolombardo democratica.

Per restare nei dintorni della sinistra, va registrata l’elezione di Paolo Fedrizzi dopo oltre dieci anni di assenza dal consiglio comunale. Fedrizzi, assessore negli anni ‘90 con una lista di sinistra ambientalista, più volte candidato per i Progressisti e per i DS ma non ritenuto sufficientemente malleabile dalla sinistra locale, ha contribuito al relativo successo (due consiglieri di opposizione) di una neonata lista "Intesa di Centro".