Viva l’orso!
Un orso trentino ha invaso il Sudtirolo. Ed è allarme...
Quando iniziò il cosiddetto piano di "rinsanguamento" dell’orso bruno attraverso il progetto Ursus della Provincia di Trento, di qua dal confine di Salorno ci si era limitati a brontolare, colpiti probabilmente da un attacco di invidia per una scelta così coraggiosa e significativa anche nell’ambito di una concezione del territorio alpino unitaria, con leggerissimi confini politici e amministrativi e tanto meno quindi ambientali. Quando da parte dei responsabili del progetto si era cercato di avviare una trattativa per convincere gli amministratori sudtirolesi a definire normative a favore delle eventuali vittime materiali degli orsi, ci si era trovati di fronte ad un muro. Il nostro Capo infatti aveva in mente di fare uno zoo alpino; anzi, più che alpino, mondiale, con tigri e chissà cos’altro, nella zona sopra Prissiano, verso le Palade. L’ostilità delle associazioni ambientaliste e animaliste era stata fortissima ed era arrivata a convincere la popolazione locale. Da un po’ dello zoo del Capo non si sente più parlare.
Poi cominciarono i vagabondaggi dell’orsetta Vida, che destò un’ondata di entusiasmo sfrenato nel Tirolo, con appostamenti da parte degli appassionati e con i giornali che ci hanno fatto per un bel po’ le prime pagine. Da questa parte del confine del Brennero, invece, il risentimento cresceva: un’idea così viva, rispetto all’operazione commercial-scientifica del mortissimo Ötzi! L’entusiasmo popolare dei fratelli del nord per quel mucchio di pelo faceva apparire il cadavere giallo sempre più astratto.
Ma ora qualcosa è accaduto che ha offeso l’orgoglio patriottico. Un orso "trentino"o forse addirittura due, stanno ammazzando le nostre pecore. Già dopo il primo "colpo", il presidente ha dichiarato: gli spareremo se diventa pericoloso. Troppo in fretta. Ha scoperto che deve chiedere il permesso al Ministero, e l’ha fatto subito. Obiettivo è la cattura e la chiusura della bestia in uno spazio sicuro. Penserà al suo zoo?
Invano da Innsbruck si alzano le voci a difesa dell’orso (quelle da Trento sono filtrate dal pregiudizio storico e attualissimo che "da Trento non abbiamo niente da imparare").
Si stanno creando due fronti "politici": uno liberal che sta dalla parte dell’orso, apprezzandone il carattere di invasore di un territorio che non gli appartiene e difendendone l’anticonformismo di chi non rispetta le regole della convivenza e dei confini (che quando fa comodo, ci sono eccome, invalicabili); insomma l’orso come modello del cittadino non sottomesso, così raro ormai da queste parti. Dall’altro la potente lobby dei cacciatori, che influenza - come solo negli USA - le scelte della Provincia e ne interpreta più di tutti il forte sentimento patriottico, per cui la patria è nostra, e guai a chi ci mette piede senza il nostro permesso: il fatto di essere un orso non giustifica affatto, ognuno ha la sua diversità nella terra delle diversità.
Già qualche pusterese si è offerto di venire a giustiziare l’invasore trentino, difendendo gli abitanti delle terre percorse dall’orso straniero, come ai bei tempi di Andreas Hofer (allora erano bavaresi e francesi non orsi).
Il direttore dell’Alpenzoo di Innsbruck, Michael Martys, ha rilasciato un’appassionata intervista a favore dell’orso, spiegando che mangia poca carne, uccide solo dopo il risveglio, e poi, per il 90%, si nutre di bacche e miele; che metterlo in una gabbia, o in un territorio limitato significa torturarlo; infine ha spiegato che l’orso è un animale timido e non attacca l’uomo, e quindi che ogni sparatoria per motivi di sicurezza è ingiustificata.
Chi scrive ha visitato anni or sono diversi parchi americani dove gli orsi si muovono liberamente e ha avuto la fortuna di vederne più d’uno. Si trattava di grizzly, animali più grossi e pericolosi, e abituati a vedere gli esseri umani solo per pochi mesi all’anno, come ad esempio a Yellowstone, o a fuggirlo come a Yosemite. E’ considerato un’attrazione turistica, ma anche un importante fattore di equilibrio per la fauna, che ovunque manca di predatori. A Yellowstone una quindicina di anni fa è stato introdotto con successo anche il lupo, in precedenza estinto. Ne vanno molto orgogliosi.
Qui il territorio è più abitato, ma, come dicono Martys e altri esperti, l’orso è un problema solo se tenta di entrare nelle case, e questo è davvero improbabile.
La gente non sembra presa dal panico. Qualcuno passeggia di notte nel bosco di Monticolo, per provare il brivido dell’avventura (mancata). A palazzo Widmann, intanto, si oliano gli schioppi. Viva l’orso.