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Aeroporto, chi prende in giro chi?

15 milioni al vento: spesi dalla Giunta provinciale per "mettere in sicurezza" il Caproni solo per la Protezione Civile. Ma questa non usa aerei, usa solo elicotteri.

E’stato netto l’assessore Remo Andreolli, neo-segretario dei Ds, da noi intervistato in merito (DS: il congresso dei buoni propositi) : "Non c’è nessun impegno perché la Giunta sostenga iniziative per trasformare il Caproni in aeroporto commerciale. C’è un No secco e deciso a qualsiasi intervento diretto della Provincia, presente e futuro." E a dire il vero, parole quasi altrettanto secche sono venute dal presidente Dellai.

Ma allora il presidente del Caproni Roberto Pizzinini, è impazzito? Deposita al Via un progetto per un ampliamento da 15 milioni, sapendo che il principale proprietario (la Provincia, 86,7%) è contrario e il secondo socio (il Comune di Trento, 7,7%) lo è ancora di più? E chi glieli dà quei 15 milioni, ossia 30 miliardi, che poi, si sa, a cose fatte saranno ancora di più?

Siccome siamo sicuri che in Pizzinini la follia ci sia, ma non consista nel rimetterci soldi lui, ma nel farli rimettere a Pantalone; e siccome siamo altrettanto convinti che questo progetto sia condiviso, anzi patrocinato dall’assessore Silvano Grisenti, che vuol dire Lorenzo Dellai; per tutto questo cerchiamo di vederci più chiaro.

E allora vediamo che nel vortice delle prese di distanza politiche, dovute all’insorgere dei Verdi e dei Ds di Trento, ci sono fortissime ambiguità.

Dunque, la Giunta provinciale ci fa sapere di non aver alcuna intenzione di sovvenzionare una compagnia aerea. Bene, si vede che l’amarissima esperienza di Bolzano serve a qualcosa. Ma non basta.

"Dalla Pat ci potrà essere solo un sostegno per un adeguamento del Caproni alle normative di settore, innanzitutto per la Protezione civile – ci dice Andreolli.

"Non possiamo fare altrimenti, senza una serie di interventi c’è il rischio di chiudere l’aeroporto – afferma Grisenti su L’Adige, che infatti parla del Caproni come "base per l’attività di volo della protezione civile e degli elicotteri che tante vite hanno salvato in tutta la provincia." E via, non vorrete mica stroncare tutte queste vite umane?

In realtà, se vediamo il progetto di "adeguamento" del Caproni, vediamo che con la Protezione civile c’entra poco, anzi nulla.

Infatti si prevede un allungamento della pista da 980 metri a 1400: che con le esigenze degli elicotteri non c’entra niente, ma serve invece – guarda un po’ – a far passare l’aeroporto dalla categoria 2B (traffico turistico) alla 3C (commerciale).

Si prevede inoltre la realizzazione di una piazzola di parcheggio remoto per eventuali bonifiche dei velivoli (se cioè ci sono a bordo bombe o terroristi, il che riguarda ancora il traffico commerciale, non il recupero di infortunati). Si prevede un hangar, che potrebbe servire solo a una compagnia aerea con sede a Trento. Si prevede una via di rullaggio parallela alla pista di volo con bretelle di collegamento: per poter smaltire un traffico con più aerei in contemporanea.

Insomma, se si eccettua il radiofaro (che può servire in notturna anche agli elicotteri) sono tutti interventi che hanno un senso solo nell’ipotesi di utilizzo commerciale.

Per verifica, ci siamo informati presso la protezione civile. "I nostri elicotteri Dauphin possono atterrare anche utilizzando un carrello retrattile, e quindi usufruendo di una pista, invece della tradizionale piazzola. Naturalmente 900 metri di pista bastano e avanzano – ci hanno risposto – Il nostro sistema non contempla l’utilizzo di aerei per lo spegnimento di incendi, usiamo gli elicotteri che per le caratteristiche del territorio vanno benissimo. In un paio di casi abbiamo anche utilizzato dei Canadair che sono decollati da Treviso."

Questo è quanto. E allora, perché si vogliono a tutti i costi spendere questi 15 milioni?

Anche perché sull’aeroporto c’era stata un’ampia discussione cinque anni fa con apposita conferenza informativa. E si era concluso che di aeroporto commerciale non era il caso di parlare.

Da allora tutte le condizioni sono ulteriormente peggiorate: l’11 settembre ha appesantito i costi di gestione aeoportuali, le linee aeree sono entrate in crisi, il bacino regionale si è ridotto con l’apertura dell’aeroporto bolzanino, la crisi di questo ha vieppiù confermato l’insensatezza dell’ipotesi di fondo, è sopravvenuta la diminuzione delle risorse provinciali.

Unico dato a favore sarebbe lo sviluppo delle compagnie low cost, che utilizzano gli aeroporti minori. Ma per quanto minori, sono sempre aeroporti contigui alle aree metropolitane, come Bergamo, Brescia, Vicenza. Per il Caproni non c’è speranza alcuna.

E allora, perché si insiste?

In realtà la strategia di Pizzinini-Grisenti è chiara, ed è stata apertamente esplicitata. All’inizio del suo mandato infatti Pizzinini ci dichiarava: "Il Caproni è costato tanti soldi (allora ndr). Lasciarlo perdere significherebbe averli sperperati. Bisogna andare avanti e investire ancora."

Il meccanismo è questo. Si continua a spendere soldi (di Pantalone, naturalmente) e le nuove spese sono giustificate dalle vecchie ("non vorrete che abbiamo sperperato tutti quei miliardi!") e giustificheranno le prossime. Con questa motivazione, più altre frottole come quella della protezione civile, si continua ad allargare il giocattolone. Per poi arrivare a dire: con tutti i soldi che abbiamo speso, non vorrete mica non aprirlo ai voli commerciali? E quindi ci si rimettono altri soldi nella gestione del micro-aeroporto commerciale. E poi, come a Bolzano: con tutto quello che spendiamo per tenerlo aperto, non vorrete mica non investire nella linea aerea? La linea aerea non sta in piedi, e allora. Con tutti i soldi già spesi… e così via.

Insomma, avanti con gli scavi a costruire il buco nei conti pubblici.

Il neo segretario Remo Andreolli, nell’intervista DS: il congresso dei buoni propositi sostiene l’assoluta contrarietà a questo meccanismo; e così i Verdi, che sono giunti a chiedere la testa di Pizzinini. Entrambi però si sono tranquillizzati in seguito alle parole di Dellai e Grisenti che assicurano che i 15 milioni non servono per l’aeroporto commerciale. Ora, la decisone non è stata ancora presa, non c’è alcuna delibera, c’è tutto il tempo di verificare il senso di questa, per noi assurda, spesa (ricordiamo che siamo in fase di contrazione delle risorse, e per esempio, le Case di Riposo sono in rivolta perché, non riescono a far quadrare i conti).

Se si vuole, si può porre termine alla ridicola e dispendiosa farsa dell’aeroporto di Pizzinini. Appunto, se si vuole. (E, per inciso, la questione sarà anche un primo banco di prova della possibilità del segretario Ds di essere contemporaneamente e coerentemente assessore e leader di partito.)