In giro per mostre
Rapida rassegna degli incontri con l'arte proposti nel corso dell'estate.
P artiamo con l'evento più legato alla natura, Arte Sella, al suo appuntamento biennale, vale a dire al momento in cui questa sorta di “permanente a cielo aperto”, che ha raggiunto un preciso profilo culturale e prestigio internazionale, arricchisce il proprio percorso di nuove opere. Quest’anno l’apertura è affidata all’artista italiana Maria Dompè, che propone a Malga Costa l’installazione multisensoriale Water Emergency: il tema dell’acqua come bene primario e cruciale, svolto nel linguaggio di un’artista definita “poetessa della pietra”. Il 5 settembre verranno inaugurate le opere di Tim Curtis (Usa), Gabriele Jardini (Italia), François Lelong (Francia), Armin Scubert (Austria), Urs Twellmann (Svizzera). E nel corso dell’intera stagione la “Cattedrale vegetale” e altri luoghi ospiteranno concerti di Gianluca Testa, Mario Brunello e un raro incontro con i canti di alta tradizione “a cappella” delle Chiese orientali eseguiti da Suor Marie Keyrouz e l’Ensemble Vocal de la Paix.
Il Mart propone, nelle sue due sedi, cinque esposizioni. A palazzo delle Albere (fino al 31 ottobre) Il secolo dell’Impero. Principi, artisti e borghesi tra il 1815 e il 1915. Non una mostra temporanea, ma l’inaugurazione di un percorso permanente che vuole raccontare la storia del collezionismo e della committenza borghese e aristocratica nel Trentino di quel secolo, in sintonia con l’obiettivo di fare delle Albere il centro di ricerca sulle arti figurative dell’800. Le collezioni del Mart vengono però arricchite, in quest’occasione, con opere provenienti da altri musei, così da rendere più evidente il nesso tra la cultura del Nord Europa e quella classica del mondo latino, filo conduttore del progetto, con estremi cronologici che vanno dalla Venere di Hayez alla Susanna e i vecchioni di Franz von Stuck.
Nella sede di Rovereto, una mostra dedicata (fino al 5 settembre) ai protagonisti della Transavanguardia, attraverso le opere della collezione Grassi: quel modo di reagire alla deriva concettuale dell’arte negli anni Sessanta-Settanta, di recuperare la pittura e il sereno, eclettico citazionismo delle avanguardie, una forma di “cannibalismo senza lacrime di coccodrillo” (recensione su QT Transavanguardia al Mart). Opere storiche ma anche lavori più recenti di Chia, Cucchi, Clemente, De Maria, Paladino.
Accanto a questa, la mostra dedicata all’opera di Medardo Rosso (fino al 22 agosto), figura altamente innovativa del linguaggio scultoreo dell’ultimo ‘800, che tenta quasi la trasposizione in termini plastici delle leggerezza del tocco impressionista, ponendosi come obiettivo quello di fondere la figura e l’ambiente (recensione su QT Medardo Rosso al Mart).
Al secondo piano, Giulio Paolini, uno dei protagonisti dell’Arte Povera (il movimento nato a Torino sul finire degli anni ‘60) e delle esperienze concettuali, propone alcune installazioni che sono in realtà proposte di lettura di altre opere presenti nelle collezioni del Mart, di artisti cui Paolini ha guardato e guarda come punti di riferimento (fino al 12 settembre).
A completare il percorso del Mart roveretano, una mostra che scende, diciamo così, dai piani alti dell’arte visiva e si inoltra in quella popolare, se non di massa: Maestri del fumetto europeo (fino al 5 settembre), 90 tavole originali che prendono le mosse da pionieri come Antonio Rubino e Sergio Tofano (il creatore del Signor Bonaventura), il belga Hergé (creatore di Tintin), il primo Jacovitti, il Galeppini di Tex Willer, su su fino a Toppi, Crepax, Manara, Pratt, Sclavi. Anche questo è un percorso attraverso un secolo, il ‘900, e il cambiamento del suo immaginario narrativo. Nell’ambito del fumetto va inoltre segnalata un’iniziativa su un personaggio, Dago (Terme di Comano, fino al 16 luglio) uscito dalla penna di Robin Wood e dalla matita di Carlos Gomez. Curata dallo studio Andromeda, la mostra propone gli episodi ambientati nel Trentino della guerra rustica del ’500, con tavole originali e schizzi di studio sui personaggi.
A l castello del Buonconsiglio (fino al 7 novembre) la mostra Guerrieri principi ed eroi fra il Danubio e il Po si presenta come un viaggio tra i segni del potere e del lusso nel vastissimo arco temporale che va dalla preistoria fino alle invasioni barbariche. Oltre 500 manufatti provenienti da 85 musei europei, articolati in dieci sezioni vengono a costituire una sorta di storia degli “status symbol”, ma fanno intravvedere, accanto all’evoluzione delle figure e dei simboli del potere, anche quella di altri tratti culturali, il peso alterno della figura della donna, il ruolo del denaro e della propaganda nell’impero romano, le commistioni culturali tra i diversi popoli (recensione su QT Il potere e i suoi simboli).
Altri appuntamenti ci attendono nelle valli. Al Castello di Pergine prosegue (fino all’8 novembre) l’ampia personale dell’artista veronese Piera Legnaghi, opere di grandi dimensioni in un misurato connubio tra arte minimal e land art, che lavora sul contrasto tra il peso e la forza del ferro e la leggerezza di forme semplici, quasi primarie (recensione su QT Piera Legnaghi: “A cuore aperto”).
Di fronte a una nuova iniziativa sul tema della mela, in valle di Non, si sarebbe tentati di lasciar perdere. Quella che viene annunciata, però (Passione di mela, quattro sedi espositive: Don, Revò, Romeno, Sarnonico, fino al 19 settembre) promette alcune cose che meritano attenzione. Il tema è articolato in quattro sezioni culturalmente impegnative, e tra gli autori, antichi e moderni, figurano nomi di peso. Nella linea religiosa e mitologica, tra gli altri, Antonio Longo e Luca Giordano. In quella della natura morta, opere dal ‘600 all’800 con dipinti fiamminghi e opere esposte alla Biennale del 1921. Nella parte dedicata a “Eva, la trasgressione e l’universo femminile”, autori come Iras Baldessari, Carlo Fait, Luigi Bonazza. Per la “Modernità e contemporaneità”, Tosi, De Pisis, Chagall e una serie di lavori fatti per questa occasione da una nutrita pattuglia di affermati artisti trentini.
A Lavarone (Sala del Comune, fino al 12 settembre) la mostra Kriegsmaler raccoglie opere dei “pittori di guerra” austro-ungarici nel primo conflitto mondiale e si propone come prima ricostruzione organica di un fenomeno che non ha avuto corrispettivo in altri eserciti della grande guerra.