Il Premio Pavanello e gli Almamegretta
Cresce in qualità, anche se latita in pubblico, il Premio Pavanello per cantautori. Intenso concerto degli Almamegretta.
In attesa del pubblico (per spiegarne la latitanza dovremmo ingaggiare un team di sociologi) il Premio Pavanello, uno dei pochi spazi a disposizione dei giovani cantautori italici, cresce di qualità. Il fuoriclasse lo stiamo ancora aspettando, ma degli otto finalisti di quest’anno, tutti davvero bravi, almeno quattro vanno segnalati.
Nicola Segatta, che nella vita fa il giovane costruttore di violini, canta con voce acerba ma intensa la canzone migliore della serata, "Lo spaventapasseri di Vincent", sospesa tra il primo De Gregori e gli chansonniers francesi. Altra canzone di spessore quella del milanese Pier Francesco Adduce, "La festa di Pepe", ballata rock che trascina parecchio, ritmo e parole. Da Napoli arriva il musicista più navigato della serata, Francesco Forni, che spara un paio di blues notturni di pregevole fattura eseguiti con la "cazzimma" del professionista. Ma il Premio Pavanello va alla timida Elisa Amistadi di Rovereto, che quando canta diventa leonessa e sfodera virtuosismi notevoli che "mascherano" le canzoni eseguite, deboline nelle armonie e negli arrangiamenti.
Seconda parte della serata. Ritmi bollenti, dub, trip-hop, tra Londra e Napoli. Almamegretta. Senza Raiss. Con un album nuovo, "Sciuogli’e cane". "Sciogliere il cane significa liberare l’energia" - spiega Lucariello, il nuovo cantante. E sia sul palco che sul disco, di energia gli Almamegretta ne liberano parecchia. Come nei primi album, "Animamigrante" e "Sanacore", due dei migliori dischi italiani degli anni Novanta.I successivi "Lingo", "4/4" e "Imaginaria", per certi aspetti più complessi, si perdevano in ambizioni elettrointernazionaliste e sonorità che imperversano nei club alla moda di Londra.
Concerto intenso con lo sguardo rivolto al futuro. Delle vecchie canzoni solo una, la bellissima, "Pe’ dint’ ‘e viche addo’ nu trase ‘ o mare" (Dentro i vicoli dove non entra il mare). Tutto il resto è farina di "Sciuogli’e cane" : "Preta d’oro", "Sulo cu tte", "Polvere", "Stella", fino a "El nino y la pelota", dedicata al genio fragile Diego Maradona.