Per viaggiare più sicuri
5 proposte in tema di sicurezza del traffico. E inoltre: taglio delle festività, caro-benzina e bond argentini.
Molte sono state le battaglie che negli anni abbiamo sostenuto in tema di sicurezza stradale, e i progetti indirizzati ai giovani e alle scuole. Da ultimo abbiamo aderito alla Giornata mondiale della sicurezza stradale che si è svolta il 7 aprile scorso. In tale occasione abbiamo proposto una serie di provvedimenti per migliorare la sicurezza su strade e autostrade italiane. In particolare:
- fasce orarie prestabilite per la circolazione dei Tir e per il trasporto di merci pericolose. Fasce orarie che dovranno essere rese pubbliche in modo da mettere gli automobilisti in condizioni di scegliere gli orari migliori in cui mettersi in viaggio;
- aumento delle tariffe per il trasporto merci su gomma, in modo da incentivare quello su rotaia;
- aumento delle pattuglie delle forze dell’ordine sulle strade per il controllo delle merci pericolose trasportate da camion e Tir;
- costituzione di un’Autorità pubblica in grado di intervenire immediatamente in caso di crisi (incidenti in galleria, nebbia, ghiaccio e neve sulle strade, traffico paralizzato, ecc..) con facoltà di chiudere le strade e disporre l’accesso gratuito ai caselli senza pedaggio;
- indennizzi automatici per gli utenti in caso di disagi e disservizi sulla rete autostradale.
Il taglio delle festività. La sig. A. C. di Trento è, come molti, assai perplessa circa la proposta berlusconiana di tagliare le festività per aumentare la produttività. Secondo noi, con il carovita attuale e l’inflazione che erode i salari, lavorare di più godendo di un numero inferiore di giorni di ferie, determinerebbe complessivamente la perdita di un ulteriore 5% del valore dei salari. Infatti crescerebbero solamente i giorni lavorativi, mentre gli stipendi rimarrebbero inalterati. A tutto ciò va aggiunto che gli stipendi in Italia crescono sulla base di un’inflazione distante anni luce dalla realtà.
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio appaiono assurde soprattutto se si considera che negli ultimi anni sono già state soppresse in Italia 4 festività.
Il caro benzina. V. P. di Trento ci chiede chiarimenti sul continuo aumento del prezzo della benzina. I produttori Opec hanno deciso di tagliare le esportazioni di petrolio (un milione di barili in meno al giorno, a partire dal 1° aprile scorso), in quanto temono l’impatto della svalutazione del dollaro sulle loro entrate e per questo intendono mantenere i prezzi del barile a livelli alti.
L’associazione dei consumatori, facendosi portavoce del disagio dei consumatori, ha deciso di inviare ai parlamentari europei, alla Commissione Europea e alle compagnie petrolifere una lettera, invitandoli a prendere provvedimenti urgenti. Uno di questi consiste nel boicottare il greggio proveniente da quei paesi che hanno determinato il taglio delle esportazioni. Alcuni paesi infatti (tra questi, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar) erano contrari alla diminuzione della produzione, mentre tra i favorevoli al taglio vi erano Arabia Saudita, Algeria, Venezuela, Libia e Iran. Contro questi ultimi dovrebbero essere presi seri provvedimenti, come la disdetta dei contratti di acquisto del greggio stipulati a livello comunitario.
Bond argentini. Z. G. di Tione vuole conoscere le iniziative che le associazioni dei consumatori stanno intraprendendo nei confronti dei cosiddetti Bond emessi dall’Argentina e ancora non onorati.
Finora due erano le iniziative: una nei confronti delle banche, che secondo i piccoli investitori avrebbero proposto tali operazioni non assolvendo ad una serie di operazioni che il regolamento Consob richiedeva e pertanto responsabili al punto da rendere nullo il contratto; l’altra verso il governo argentino.
Il Codacons ora ha pubblicamente proposto il boicottaggio dei prodotti argentini, e la notizia di tale azione, diffusa allo scopo di indurre il paese sudamericano a rimborsare i 450.000 risparmiatori italiani coinvolti nel default, sta facendo il giro del mondo e in America Latina ha suscitato non poco clamore, tanto da spingere il ministro dell’Economia Roberto Lavagna, a rispondere al Codacons addirittura nel corso di una popolarissima diretta televisiva.
Il ministro, riferendosi al boicottaggio dei prodotti argentini, ha sostenuto che " la società argentina dovrebbe rispondere allo stesso modo".
Dall’associazione dei consumatori hanno così replicato: "Il Ministro Lavagna anziché minacciare ritorsioni contro l’Italia e invitare le associazioni dei consumatori italiane a passare le vacanze di Pasqua in Argentina, farebbe bene a venire nel nostro paese e concordare le modalità dei rimborsi ai risparmiatori; Lavagna non capisce o finge di non capire la differenza tra Italia e Argentina, e dimentica, o fa finta di dimenticare, che non c’è nemmeno un cittadino argentino fregato da titoli italiani, mentre gli italiani fregati dai bond del suo paese sono ben 450.000!".