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Dopo il fallimento delle targhe alterne

Luigi Francesco Traverso

Macchine a targhe alterne, risultato zero. Questo è quello che emerge leggendo i giornali. Sembra che le polveri sottili stiano aumentando e chissà quali saranno i valori degli altri elementi nocivi per la salute presenti nell’aria. Ormai sono passati in secondo piano.

Ma a parte tutto, la qualità dell’aria, quella che respiriamo tutti, politici, professionisti lavoratori dipendenti ed autonomi, non è delle migliori, anzi, preoccupa.

Come in tutte le vicende che interessano la collettività, ogni soggetto cerca di dire la sua. Chi da un pulpito autorevole e privilegiato e chi, come il sottoscritto, dallo spazio dedicato alle lettere, salvo essere censurato (e mi succede spesso).

Quello che mi preoccupa è che da un lato ci sono gli esercenti che lamentano un calo negli affari (chissà se è da addebitare alle targhe alterne) e dall’altra ci sono i tecnici dell’Azienda Provinciale di Protezione Ambientale che lanciano timidamente l’ipotesi dei bollini blu.

E’ evidente che gli incaricati della protezione ambientale cercano di emulare altre regioni Italiane, a mio parere da non prendere ad esempio, dove, con una sorta di balzello, chiamato in gergo bollino blu, si permette di andare in auto anche in momenti di emergenza.

Conto poco o nulla, ma non sono d’accordo. Non è monetizzando, o meglio taglieggiando gli automobilisti che si risolve il problema della qualità dell’aria. In questa maniera si creerebbero solamente diversificazioni fra chi inquina pagando e chi invece non può circolare.

Sinceramente mi sembra una trovata poco intelligente ed utile unicamente alle casse provinciali. Già abbiamo i posteggi della zona centro quasi tutti a pagamento ma il problema dei posti auto non si è risolto monetizzando.

Spero che i responsabili politici non si facciano incantare da proposte poco serie e, caso mai proseguano con le targhe alterne, in attesa di soluzioni plausibili.