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La discussione nella sinistra

Agostino Catalano

In meno di un mese, con due iniziative pubbliche prima con la "sinistra conciliare" (vedi Dellai e il centrosinistra: l'amore è finito, restano gli interessi)e poi con l’assemblea di Costruire Comunità (vedi L'Ulivo dei cittadini contro l'Ulivo dei segretari), la sinistra di governo ha avviato un importante dibattito sul ruolo ricoperto nella giunta provinciale e sulle prospettive politiche in vista delle prossime elezioni amministrative.

Intendo guardare ai contenuti politici che sono emersi, prescindendo da quelle operazioni tipiche da ceto politico in ansia di riconferma, che, specie nella prima iniziativa, erano ben visibili, non solo in filigrana.

Andando oltre le (umane) autodifese di chi ricopre incarichi di primo piano, mi sembra che dal dibattito sia emerso un giudizio negativo sul ruolo svolto dalla sinistra di governo, un senso di frustrazione per i risultati conseguiti ed l’evidente subordinazione alle scelte del presidente Dellai.

La crisi dell’esperienza di centrosinistra, qui come a livello nazionale ed europeo, preoccupa e coinvolge tutti per le disastrose conseguenze che può determinare anche in Trentino.

Quello che accomuna la crisi del centro-sinistra locale alle esperienze nazionali ed europee è la crisi di una progettualità che si caratterizzi per una visione diversa ed alternativa a quella del centrodestra.

Anche in Trentino la sinistra alternativa e ampi settori della maggioranza, in particolar modo Costruire Comunità, giudicano le scelte politiche della giunta provinciale del tutto simili a quelle che avrebbe attuato la destra.

La progettualità alternativa non può essere ridotta allo slogan "costruiamo un Trentino di qualità" che, se rimane privo di contenuti, si riduce ad uno spot pubblicitario dell’APT.

Non basta nemmeno confezionare un programma elettorale pieno di buone intenzioni, perché in questo caso è sufficiente rispolverare quello inattuato delle amministrative del ’98.

Se giustamente si decreta il fallimento di una esperienza, bisogna agire operando una chiara discontinuità dalla stessa, che deve riguardare il programma di governo, i metodi dell’azione politica, le alleanze e quindi la rappresentanza in consiglio e nel governo provinciale.

Il clima politico anche in Trentino registra un nuova ripresa di protagonismo; cito fra una miriade di iniziative, la grande partecipazione alle manifestazioni di Genova e alla marcia di Assisi, alla manifestazione nazionale della CGIL e la partecipazione di massa del movimento, in forma autonoma e insieme unitaria, al corteo del 16 aprile a Trento in occasione dello sciopero generale.

Ci sono, pertanto, le condizioni per riaprire un dibattito di massa sul ruolo della sinistra partendo dai temi della qualità del lavoro e della democrazia in Trentino.

Discutiamo della precarietà del lavoro e dei diritti. Anche nella nostra provincia il lavoro, specie per le nuove generazioni, è precario e insicuro: ce lo dicono le statistiche relative ai cosiddetti lavori atipici e quelle che riguardano gli infortuni sul lavoro, giunti a livelli assolutamente scandalosi in un Trentino che si vuole "di qualità".

Discutiamo dell’uso del territorio e delle sue risorse ambientali e umane, definiamo in che modo vogliamo uno sviluppo alternativo al modello del nord est.

Discutiamo gli effetti che le riforme elettorali maggioritarie hanno determinato negli enti locali, affidando tutti i poteri ai sindaci e alle giunte.

Parliamone con i tanti consiglieri comunali di minoranza che si sono dimessi allorché hanno preso atto dell’inutilità del loro ruolo in un sistema che si regge sul "chi vince prende tutto".

Guardiamo alla norma transitoria che trasformerà il governo della provincia in un vicereame con un presidente che accentra su di se la gran parte dei poteri compreso quello di licenziare i suoi assessori. Passeremo da un Dellai decisionista a un presidente "padre padrone"?

Costruiamo luoghi aperti di discussione, confrontiamoci con i movimenti, valorizziamo le differenze, cerchiamo l’unità possibile. Noi siamo interessati a costruire un progetto politico della sinistra per il Trentino, che sia partecipato e condiviso.

Agostino Catalano, segretario
di Rifondazione del Trentino