Anti G8: è di moda, ma non solo…
Ottenuto il diritto a manifestare, registrate pelose adesioni, il movimento anti-G8 punta a diffondere le proprie motivazioni. Vediamo cosa vuole, e chi lo sostiene.
Essere contro il G8 è ormai di moda. "Anch’io andrei a manifestare a Genova" - ha dichiarato, senza pudore, Lorenzo Dellai, e intanto definiva "aberrante" la sentenza del Tar che salvava la Jumela.
Insomma, i movimenti che hanno contestato legittimità ed obiettivi del super-vertice sono riusciti a entrare in sintonia con un malessere diffuso, con una vaga preoccupazione: come si sta governando il pianeta? Non è che le forze del profitto, lasciate a se stesse, possano riuscire alla lunga distruttive? Non è che, in nome di un’insensata "competitività", da accrescere ossessivamente, l’uomo finisca con il vivere peggio?
La sensatezza di questi interrogativi ha fatto breccia nell’opinione pubblica. Di qui l’abbandono da parte governativa della linea dura (a Genova non si manifesta); "Però adesso dobbiamo spostare l’attenzione dal diritto di manifestare, sostanzialmente riconquistato, ai contenuti" - afferma Roberto Barbiero, referente trentino della Rete Lilliput (vedi scheda Le sigle).
E sui contenuti c’è una differenza sostanziale tra la visione delle istituzioni e il Genoa Social Forum: "Le istituzioni (governo, Unione Europea, vedi l’intervento di Prodi) concordano sul fatto che ci sono i problemi, la disparità tra paesi ricchi e poveri ecc; ma per loro si tratta solo di trovare, forse, gli opportuni correttivi" - afferma Barbiero. Mentre il Genoa Social Forum ha una visione più radicale; la sua area moderata (Lilliput, Arci, ONG, cattolici) ha emesso un documento molto chiaro: "E’ da mettere in discussione il modello macroeconomico: un modello per il quale la disparità è un elemento costitutivo, e il fine è la massimizzazione di profitti e vantaggi per pochi, non il bene comune dell’insieme delle popolazioni dell’insieme dei paesi."
La divaricazione è evidente: "Sono due posizioni diverse, e la diversità bisogna farla emergere, non annacquarla" - dice Barbiero. Anche perché, se sui massimi principi può esserci vaghezza, sugli obiettivi immediati invece le differenziazioni appaiono chiare (vedi Sette obiettivi per una nuova economia).
Lo si è visto dal passaggio in Parlamento di una mozione, che "apre" ai manifestanti sul diritto di manifestare, ma è sorda sui contenuti: doveva esserci una proposta di Tobin Tax (blanda tassazione della finanza speculativa), ma è stata cassata. Con l’adesione della sinistra (o meglio, della sua maggioranza, una sessantina di parlamentari si è rifiutata di seguire questa strada) che ha anteposto, ancora una volta, ai principi ("governiamo lo sviluppo") l’accettazione dai potenti della terra. "Mah, da parte della sinistra non c’è capacità politica di comprendere la situazione" - commenta Barbiero.
Anche il mondo cattolico appare diviso. L’ufficialità - a parte qualche singolo vescovo - tace; le indicazioni generalissime di Wojtyla, sul primato dell’uomo sull’economia, non trovano una declinazione più pratica. Ferve invece l’attività di molteplici gruppi di base, che saranno tra i promotori di una pluralità di iniziative (dalla due giorni di digiuno e preghiera organizzati a Genova da una rete di congregazioni religiose, alle campane delle chiese genovesi che, all’apertura dell’assise, si metteranno a suonare a morto). "Tutte cose censurate dai media - sottolinea Barbiero - che invece preferiscono dare amplissimo spazio alle dichiarazioni, specie se provocatorie, delle Tute bianche."
Da Trento andranno a Genova circa 500 persone al seguito delle organizzazioni ufficiali; non quantificabili coloro che vi perverranno privatamente. Ma il movimento non intende esaurirsi in una manifestazione. Nella scheda Le iniziative in Trentino riportiamo il programma degli appuntamenti sul G8 che si terranno in Trentino nei prossimi giorni.