Cominciamo bene!
Le prime illegalità del governo Berlusconi.
Il Governo Berlusconi inizia il suo mandato con una violazione di legge. Nel momento stesso in cui si costituisce e giura fedeltà alla Repubblica e alle sue leggi, viene meno al giuramento violando la norma che regola "la razionalizzazione, il riordino, la soppressione e la fusione dei ministeri". L’art. 2 del decreto legislativo 30 luglio 1999 n. 300, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30-8-‘99, intitolato "Riforma della organizzazione del Governo" dispone che "a decorrere dalla prossima legislatura (cioè quella successiva al 13-5- 2001) i ministeri siano 12, e affinché non vi siano dubbi li indica nominativamente e li enumera.
La forma usata dal decreto non è un auspicio affidato alla buona volontà dei futuri governanti, ma è imperativa e vincolante: non si capisce quindi come Berlusconi, con faccia bronzea e senza una parola di spiegazione, abbia potuto addirittura raddoppiare i ministeri, inventando anche nomi nuovi e nuove suddivisioni tra ministri: senior, iunior, vice, ecc.
La violazione della legalità era talmente grossolana ed evidente a tutti che bisognava subito porvi rimedio: pertanto nella sua prima riunione dell'11 giugno il Consiglio dei ministri ha emanato un decreto legge (che ha vigore immediato) per modificare il decreto legislativo 30-7-1999 nº 300 in materia di organizzazione del Governo. Così operando ha compiuto una seconda e più grave illegalità. Il decreto legge infatti può essere adottato solo "in casi straordinari di necessità e urgenza" (art. 77 della Costituzione).
I requisiti indicati mancano nel caso di specie, Non vi è nessun "caso straordinario" nel comporre un Governo e nel nominare i ministri, che sono evenienze di routine dopo ogni elezione o ogni crisi. Non si vede dove possano esserci la "necessità e l’urgenza".
[/a]Il Governo Berlusconi nasce dunque con una doppia illegalità, e con la contemporanea violazione del giuramento di fedeltà alla Costituzione e alle leggi della Repubblica. Il fatto è preoccupante, considerato il silenzio del Presidente Ciampi e la debole reazione della stampa e della stessa opposizione. Non è però incomprensibile. Il disprezzo per la legalità, il sovversivismo delle classi dominanti erano già noti a Gramsci. La destra di oggi non si smentisce, e anzi rivela il suo illegalismo di fondo nella composizione stessa del Governo e nelle persone che lo formano. Umberto Bossi, neo ministro per le Riforme, è indagato dalla Procura di Verona per il reato di "attentato all’unità dello Stato", ed è già stato condannato per vilipendio della bandiera italiana, simbolo delle istituzioni italiane. Tutti ricordano la frase del Senatur: "Col tricolore mi ci pulisco il c...". Alla faccia dei combattenti per Trento e Trieste, dei morti del Grappa, del Piave e della Resistenza. Il senso della legalità tipico della Lega si sostanzia nel cappio esibito al Senato, nelle minacce ai giudici ("una pallottola costa solo 300 lire") e nelle marce contro i magistrati capeggiate dall’on. Castelli, neo ministro della giustizia.
Un altro personaggio rivela la matrice antiresistenziale, e quindi anticostituzionale, che ispira la cultura del nuovo Governo: l’on. Tremaglia, già volontario nelle milizie nere di Salò, è ora Ministro della Repubblica. E’ esagerato dire che con Tremaglia, Fini e Gasparri, non già i cosacchi ma i fascisti sono tornati a Roma e siedono nel governo?
Qualcuno potrebbe obbiettare che hanno giurato fedeltà alla Costituzione, e che quindi si può stare tranquilli, E’ però anche vero che è facile per taluno venir meno al giuramento, come le recenti vicende hanno dimostrato. Del resto Berlusconi fa scuola. Nel 1987, molti anni prima di scendere in campo, prima dunque dei presunti complotti giudiziari, Berlusconi ha giurato il falso in un’aula di giustizia. Lo ha riconosciuto in epoca non sospetta la Corte di Appello di Venezia, che con sentenza n. 97 del 1° ottobre 1990, passata in giudicato, ha stabilito che Berlusconi aveva reso dichiarazioni menzognere in merito alla sua iscrizione alla P2 e al pagamento della relativa quota, integrando il reato di falsa testimonianza. Sussistendo le condizioni, la Corte applicò l’amnistia che era però rinunciabile. Berlusconi non vi rinunciò e preferì tenersi, senza condanna, la taccia di spergiuro. Chi giura il falso carne testimone può legittimamente essere chiamato spergiuro? E si può nutrire qualche dubbio sulla solidità e limpidezza di suceessivi giuramenti? Anche i più solenni?
Berlusconi, che in campagna elettorale aveva garantito che avrebbe sburocratizzato e rinnovato l’1talia, ha fatto un governo elefantiaco, copia conforme del manuale Cencelli. Osservava Curzio Maltese in un recente scritto che ai tempi del pentapartito la suddivisione era: "10 ai DC, 5 al PSI, 5 ai tre minori, più qualche tecnico confindustriale. Oggi, nel pentapartito berlusconiano: 10 berluscones, 5 di AN, 5 ai tre minori, più i tecnici". Una restaurazione archeologica. Mentre scriveva, Maltese non sapeva ancora che i sottosegretari, per soddisfare gli appetiti di tutti, sarebbero stati 52, e che fra questi ci sarebbe stata, "novissima" star, nientemeno che la signora Boniver di craxiana memoria.
Chi ha votato Forza Italia nella sincera convinzione che Berlusconi avrebbe portato in italia rinnovamento, modernizzazione e aria pulita, dovrebbe riflettere su questi fatti, prodromi dell’auspicabile disincanto.