L’apocalittico “effetto domino”
Se la frana crea un’onda che tracima oltre il paese...: il paventato disastro biblico sul basso Avisio. Intanto si corre ai ripari: decretando la fine del lago.
Non è solo il paese di Lona-Lases a essere minacciato dallo "Slavinac". Il Comitato costituitosi nel paese sottolinea come il problema possa essere ancora più drammatico.
Si tratta di un’ipotesi catastrofica, le cui probabilità di avverarsi si spera siano minime, anzi insignificanti. Ma si tratta, a prima vista, di un’ipotesi non campata per aria, che ha già allarmato gli abitanti del basso corso dell’Avisio; e che quindi sarà bene venga verificata con studi adeguati. In ogni modo il solo fatto che possa venir formulata, la dice lunga sulla instabilità complessiva di un territorio di cui si è troppo e troppo a lungo abusato.
Dunque la frana dello Slavinac (volume 300.000 mc. secondo le valutazioni più ottimiste) sovrasta di circa 200 metri il lago di Lases. Un suo collasso improvviso creerebbe nel lago (effetto "Vajont") un‘ondata gigantesca (da 150.000 a 500.000 m³) alta da 4 a 12 metri, che si abbatterebbe su Lases.
L’abitato è situato su un terrazzo alluvionale (a 632 metri s.l.m.) alto solo tre metri più del lago (629 metri). L’onda supererebbe il crinale (fatto non nuovo, come ricorda il prof. Tomasi) e precipiterebbe nella valle dell’Avisio, che scorre 300 metri più in basso. In questo disastroso percorso andrebbe a investire il piede della discarica "Nalbarè" (1 milione di metri cubi) e da qui innesterebbe un "effetto domino" sui pendii di Lisignago (un ettaro di area instabile), la discarica di Ceola (il cui piede è situato a ridosso del letto dell’Avisio) e quella di Camparta (dall’analoga infelice collocazione).
L’onda d’acqua e detriti arriverebbe infine a Lavis, con un potenziale distruttivo incalcolabile.
Quante possibilità ci sono che si verifichi un evento del genere? E’ fantascienza? Non sappiamo rispondere. Sono in gioco distanze di chilometri, probabilmente sufficienti a impedire il propagarsi del disastro di discarica in discarica. Ma pare tutt’altro che improbabile la prima serie della catena di eventi: il collasso di Slavinac, l’onda del lago, la tracimazione, l’urto sulla discarica Nalbarè; il che viene confermato proprio dall’Ente pubblico. Non con le parole, ma con i fatti: senza dir niente, senza proclami, quatti quatti, si svuota il lago di Lases.Forse, in questo momento, è la risposta giusta; o meglio, obbligata.
Però il Trentino, cioè tutti noi, diventiamo più poveri: un lago è un bene inestimabile, ed essere costretti ad accettare di perderlo è un indice del degrado profondo che abbiamo innescato.Degrado che comunque rimane: la valle dell’Avisio, con i suoi scoscesi crinali instabili, rimane a rischio, a rendere comunque pensabile, anche un’ipotesi apocalittica come quella dell’"effetto domino".