Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 17, 30 settembre 2000 Fondo

Cosa c’entra con Cristo questa gente?

Orgoglio, paura, in definitiva scarsa fede nel cattolicesimo: le empie parole del cardinale Biffi sull’immigrazione.

Non riesco a capire come abbia potuto un uomo come il cardinale Biffi, vescovo di Bologna, ripeto cardinale e vescovo e quindi che dovrebbe avere più dimestichezza di me con il messaggio di Cristo, invitare il governo italiano ad impedire l’immigrazione dei musulmani, consentendola invece ai cattolici cristiani. Secondo il prelato, nei centri dove vengono raccolti i clandestini abbandonati dagli scafisti gli addetti a controllarne l’origine e l’identità dovrebbero anche interrogarli circa la loro fede religiosa, ed i seguaci dell’Islam, solo per questo motivo, dovrebbero essere rispediti nella loro terra.

A prescindere dal fatto che non si vede come sia possibile verificare la verità della loro dichiarata fede religiosa, il curdo islamico che fugge dalla tirannia irachena o dalla repressione turca dovrebbe essere ricacciato nel suo inferno; o il maghrebino devoto ad Allah che disperato ha abbandonato la miseria del suo villaggio, che è anche peggio di tutte le dittature, dovrebbe vedersi rifiutata la speranza di una vita decorosa. E ciò soltanto perché non sono cattolici.

Beninteso, non mi sorprende che un uomo di Chiesa abbia potuto concepire un così orribile pensiero. Non è la prima volta che ciò accade. Specialmente agli alti livelli la conuetudine del potere, la struttura autoritaria dell’istituzione, certi filoni della tradizione integralista, attraverso un processo molecolare impercettibile, a lungo andare fanno filtrare nelle coscienze una concezione di sé e della Chiesa al tempo stesso orgogliosa e insicura.

Orgogliosa, perché appunto potente. Insicura perché si sono smarrite le ragioni ideali che ne costituiscono la vera forza. Ed infatti Biffi si riduce a sollecitare l‘aiuto dello Stato affinché protegga l’identità cattolica degli italiani dal contagio dell’Islam perché dubita della saldezza di tale identità. Il suo dunque non è un moto di fede, cioè di fiducia, ma, al contrario, paura. Non ha fiducia nelle ragioni del cattolicesimo perché le sente in modo debole e per questo invoca il riparo del potere temporale. In questa sua debole fede risiede la radice della aberrazione del suo pensiero. Quanto più degno di Cristo sarebbe stato se avesse pensato che l’identità cattolica degli italiani non teme il confronto con altre religioni! In altri tempi, assai lontani, i "barbari" pagani del nord invasero in armi la penisola, ma furono conquistati dalla sua civiltà e dalla sua religione. Questo principe della Chiesa ha esaurito la sua intima convinzione della forza creativa dei valori cristiani.

Ma di ciò, ripeto, non trovo sorpresa, né mi curerei più di tanto se si trattasse di una vicenda solo personale e privata. Ciò che è stupefacente, e preoccupante, è che il cardinale abbia avuto l’improntitudine di esternare pubblicamente simili pensieri. Che certe cose le dicano Umberto Bossi o Jörg Haider, ed in nome di esse questi personaggi riescano ad ottenere milioni di voti, è già preoccupante ma pur sempre nell’ordine normale dei contrasti politici e culturali. Ma se lo dice un cardinale significa che egli ha avuto la percezione che esse siano giunte a livello del senso comune.

Capita a tutti di essere fulminati da pensieri indecenti, ma il senso del pudore ed il controllo critico del super-ego che c’è in ognuno di noi ci impedisce di esprimerli. Se invece il cardinale ha ritenuto di non dover nascondere parole che, sulla bocca di un prete, hanno uno stridente suono di empietà, c’è davvero di che esserne allarmati. Ed infatti le posizione dei cardinali Ratzinger e Ruini, la beatificazione di Pio IX, i giovani ciellini di Rimini plaudenti a Berlusconi formano una cornice nella quale si inscrive in perfetta coerenza l’appello di Biffi.

Ma c’è un altro mondo cattolico. C’è sempre stato. La Chiesa ufficiale non ha sciolto il dilemma.La doppia, contemporanea beatificazione di Pio IX e di Papa Giovanni costituisce la plastica e importante rappresentazione di questo irrisolto dilemma. Il popolo dei cattolici è chiamato, ciascuno nella responsabilità del proprio libero arbitrio di credente e cittadino, a scioglierlo. Berlusconi, Comunione e Liberazione, Bossi e Biffi, sono una cordata unica. Cosa c’entra Cristo con questa gente?