Montature e sconfessioni: cosa succede nella stampa trentina?
Abbiamo già evidenziato nel numero scorso la montatura dei media sull'assalto "studentesco all'Arcivescovile, operazione in cui si è particolarmente distinto l'Alto Adige. Sullo stesso quotidiano, il 5 dicembre, viene pubblicato invece, in prima pagina, un fondo di Mario Caroli, responsabile delle pagine sulla scuola, e autore della cronaca sull'assalto di quindici giorni prima. Il fondo inizia con "qualche puntualizzazione", che in realtà è una sconfessione piena: "La più grande manifestazione studentesca degli ultimi vent'anni... partecipazione massiccia, vivace, creativa, senza bandiere... facce allegre, pulite, moltissime ragazze in prima fila..."
Poi l'episodio: "Davanti all'Arcivescovile, ai saltelli si sono aggiunte le monetine, qualche lattina, la pressione sui cancelli e slogan più duri... Episodio grave, da condannare, alcuni slogan duri da tenere alla larga, perché poi qualcuno può prenderli sul serio; ma le facce e le intenzioni di quelli studenti erano ancora quelle allegre e scanzonate di tutta la giornata. Gli stessi 'assalitori' sono scappati alla sola vista del buon don Giacometti, il direttore." Insomma, "non è questo il confronto democratico, quell'episodio potevano risparmiarselo... ma 'est modus' anche nella protesta alla protesta" (evidente allusione alle reazioni super-indignate di Arcivescovile, politici e clericali). Veniamo all'episodio più contestato: il 5 dicembre Caroli parla di "pressione sui cancelli", mentre nella cronaca del 21 novembre gli studenti "forzano i cancelli".
"Ero presente, a due passi - spiega ora Caroli - Il cancello piccolo, per il passaggio pedonale, era stato inavvertitamente lasciato socchiuso: gli studenti l'hanno aperto e in alcuni sono entrati. Tutto qui." Che è esattamente la versione degli studenti; ma che poi sui media (e nell'interessato vittimismo dell'Arcivescovile) è diventato "violenza", "vandalismi", "assalto", "guerra".
Insomma, una vera e propria montatura, per di più attuata a danno di giovani che si affacciano al dibattito civico. In poche parole, una vergogna.
E non si può dimenticare che l'Alto Adige, che pubblica ora le puntualizzazioni di Caroli (seguite peraltro da interessanti riflessioni sulle autogestioni e sulle scuole private), è però lo stesso giornale che ha titolato a piena prima pagina "Assalto all'Arcivescovile"; e Caroli è lo stesso cronista che ha firmato un articolo che così esordisce: "E' stata una vera guerra, con un epilogo imprevisto, per violenza e provocazione". Come si coniugano le due cose?
"No comment - ci risponde Caroli - La mia posizione la ho già espressa nel fondo."
Ma allora, cosa succede nella stampa trentina?