Il caso Baldessari e lo Statuto degli studenti
Giovanni Baldessari, rappresentante d'Istituto dell'ITI "Marconi" di Rovereto, è stato sospeso dalle lezioni per tre giorni. La decisione è stata presa da un Consiglio straordinario dei docenti convocato dal preside Giancarlo Robol. Baldessari è stato sospeso per aver dato voce ai propri compagni di scuola, che a maggioranza avevano votato l'autogestione. Rimasto solo (gli altri tre rappresentanti si erano dissociati dall'iniziativa), non ha desistito e il "Marconi" è riuscito ad autogestire.
Ripreso il normale corso delle lezioni, a Baldessari viene comunicata la decisione della sospensione, presa per aver interrotto una lezione, aver tenuto comportamenti scorretti verso l'intera comunità scolastica ed aver istigato gli studenti al vandalismo; inoltre il Consiglio di classe ha stabilito che spetti a lui risarcire le 300.000 lire di danni arrecati durante l'autogestione, danni i cui veri responsabili restano ignoti.
Fino allo scorso anno scolastico poco o nulla si sarebbe potuto fare per Giovanni Baldessari, se non manifestare solidarietà e rabbia; ma ora le cose sono cambiate, e Giovanni potrà forse veder revocato il provvedimento a suo carico. Il 24 giugno 1998 è stato infatti approvato lo "Statuto delle studentesse e degli studenti", sottoscritto da Scalfaro e dal ministro Berlinguer: un D.P.R. che segna il punto di arrivo di un lungo percorso rivendicativo, tracciato da tutto il mondo studentesco, ma particolarmente promosso dalla RAGS (Rete Associazioni Giovanili Studentesche), ed in primo luogo dall'Uds (Unione degli Studenti). La sua approvazione sancisce anche l'abrogazione del Regio Decreto del 1925 che, con i suoi anacronismi, regolamentava ancora la vita delle comunità scolastiche italiane.
Però una cosa è la teoria, un'altra la pratica. La teoria: il nuovo Statuto stabilisce che "nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni", sostituendo all'attuale "verticalità" dei rapporti una "orizzontalità" che vede lo studente non più oggetto di decisioni incontestabili, ma soggetto legittimato al dialogo e alla presa di posizione. Ma poi c'è la pratica: nel caso in questione, infatti, lo Statuto non viene applicato: Giovanni non solo non era presente durante il Consiglio di classe, ma non era neppure a conoscenza dell'ipotesi di una sospensione a suo carico. Ora la "dimenticanza" del preside Robol e del Consiglio di classe aggiunge nuovi motivi alla protesta degli studenti: oltre a quelli di merito (la sospensione come strategia punitiva verso un reato d'opinione), anche la violazione di un minimale diritto alla difesa, evidentemente considerato secondario nonostante l'esistenza di norme precise se riferito ad uno studente. Proprio questa omissione legittima la richiesta dell'Uds di revoca del provvedimento, che verrà inoltrata al Sovrintendente Mengon, il quale, in perfetta solitudine, emetterà la sua sentenza, dal momento che (i ritardi dell'Autonomia...) in Trentino non è stato ancora istituito l'apposito organo consultivo (con rappresentanza studentesca) che nel resto d'Italia già affianca l'autorità scolastica in queste decisioni.
Certo, lo Statuto presenta il limite non trascurabile di non riconoscere agli studenti il diritto di sciopero, e questa mancanza rivela il permanere di una certa cecità istituzionale di fronte alla realtà: si nega il diritto di sciopero a studenti che, nei fatti, già scioperano, negando loro, inoltre, quel ruolo di "categoria" che permetterebbe una legittima azione rivendicativa. Ma è comunque innegabile che lo Statuto rappresenti una conquista: finalmente, infatti, esiste un documento organico che coordina diritti e doveri all'interno della scuola e regola i provvedimenti disciplinari, stabilendo per la prima volta dei confini fra lecito e illecito, anche là dove finora aveva regnato la più antidemocratica discrezionalità. Proprio questi vuoti di regolamentazione sui quali per un preside poco "amichevole" è stato fino a ieri semplicissimo speculare o sono riempiti dallo Statuto: del quale gli studenti pretendono ora il rispetto, a cominciare dal "caso" Baldessari.