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Dalla teoria alla pratica

Dalla teoria alla pratica

Turismo dolce, culturale. compatibile...; agricoltura di qualità, biologica... sono le parole d'ordine spesso ripetute, per delineare alternative al turismo e alle produzioni impattanti, che puntando tutto sulla quantità rischiano di lasciarsi dietro le macerie. Parole spesso ripetute, dicevamo. Troppo spesso: tanto da diventare litanie, frasi confezionate di cui si è perso un po' il significato; e che anzi rischiano di assumerne un altro, quello della ricetta del libro dei sogni degli alternativi, ridotti a minoranza fastidiosa ma insignificante.

Invece le cose si stanno muovendo, e nuove consapevolezze si stanno aprendo per un Trentino che punti sulla qualità. E' in quest'ottica che secondo noi va vista la recente iniziativa denominata "Vineteca 2000" della Cantina LaVis. La LaVis è una realtà produttiva di tutto rispetto (oltre 30 miliardi di fatturato) che però ha imboccato la strada della produzione di qualità, vendita nelle enoteche e ristoranti, differenziandosi quindi proprio come scelta strategica dai colossi dell'enologia trentina (Cavit e Mezzocorona. che puntano sulla quantità, sul mercato globale con vendite nei supermercati di tutto il mondo, fatturando entrambe oltre 60 miliardi). Su questa base produttiva LaVis ha giù realizzato la Vinoteca: che non è solo una struttura per l'esposizione e la vendita al dettaglio, ma un centro di servizi: che organizza corsi, degustazioni, visite guidate nei campi e nello stabilimento, manifestazioni collaterali ("II Novello", "Cantine Aperte"...) e una pubblicazione periodica; il tutto per un giro d'affari di tre miliardi.

Ora il salto di qualità. Con un progetto che si potrebbe definire di enoturismo; "cantina e un termine riduttivo, è meglio parlare di turismo legato al territorio" afferma Fausto Peratoner, direttore della Cantina. Si tratta infatti di dare vita a pacchetti di offerta turistica che offrano la bellezza del territorio e una sua fruizione legata alla cultura, alla storia e alle attività produttive di qualità legate alla tradizione.

Ci sono già stati dei primi esempi, di grande significato. Forse il primo risale agli anni '80. quando nella splendida cantina seicentesca di San Michele la Cantina Endrizzi organizzò delle mostre di arte contemporanea, con allestimenti di grandissima suggestione, visitati da un pubblico numerosissimo e incantato. E oggi l'Api, con il ciclo "Vinum Bonum" di concerti di richiamo tenuti in varie cantine del Trentino.

Vinoteca 2000 parte da queste esperienze, e intende ampliarle, legando in un progetto comune vinificatori, altri produttori agricoli (mele, formaggi, piccoli frutti per iniziare), realtà della cultura locale, tour operator, l'artigianato tipico, ecc. "Far marciare il progetto non sarà questione di strutture o di investimenti. Ma riuscire a diffondere la cultura dell'ospitalità, e far capire i grandi vantaggi della proposta integrata" - dice Peratoner.

Le potenzialità di un'offerta del genere sono notevoli. Nella sala della Cantina dove è stato presentato il progetto, a questo punto è intervenuto il prof. Riccardo Pastore, esperto di marketing del territorio, il solito consulente che come in tutti i convegni che si rispettino ti incarta ben bene le conclusioni cui gli organizzatori vogliono che si arrivi. Solo che questa volta il professore dalle alate parole, è riuscito ad essere pienamente convincente. In soldoni, Pastore dice che ci sono due tendenze, nel sistema dell'agro-alimentare, del turismo, dell'ospitalità: la prima tendenza, dominante, è quella della banalizzazione, esempi i prodotti del Mulino Bianco o le vacanze in un villaggio alle Seychelles; la seconda tendenza invece mira a una ricomposizione del rapporto cibo-territorio-vacanze con una qualche forma di impegno, di tipo culturale e/o fisico (trekking, equiturismo ecc). Il punto è che ora la seconda tendenza inizia ad avere una forza significativa, l'agricoltura eco-compatibile è arrivata a un fatturato di oltre 6000 miliardi. Conclusione: il Trentino, o meglio, settori di esso, per le proprie caratteristiche può inserirsi in questa tendenza (che ormai non è più una nicchia) e puntare decisamente sulla qualità.

Ad ascoltare questa proposta, che poi entrava in aspetti più operativi che risparmiamo al lettore, c'erano 150 persone, rappresentative dei vari settori agricoli, dell'associazionismo locale, del turismo, commercio, artigianato artistico. E in molti hanno dato la propria adesione ad una prima fase del progetto.

E l'Apt? E gli assessorati provinciali? Erano presenti; ma non erano né promotori, né finanziatori, né partner di riferimento. Forse siamo di fronte alla società civile che, anche nel Trentino (post?)doroteo, cerca di organizzarsi in proprio. Auguri.

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