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QT n. 7-8, luglio 2025 Trentagiorni

Rette RSA: una lettera all’Assessore

L’associazione dei familiari di ospiti delle RSA ci invia - con richiesta di pubblicazione - la lettera che ha recentemente mandato all’assessore provinciale alla sanità Mario Tonina su una questione che, sotto il pelo dell’acqua, sta agitando parecchio il mondo delle case di riposo da qualche tempo: il problema dei costi di mantenimento in RSA di una persona con gravi patologie che comportano la non autosufficienza.Problema che certamente impatta molto sui bilanci delle famiglie, perché spesso è un costo che va sostenuto per tempi molto lunghi.

La battaglia per veder riconosciuto anche questo costo (che è sostanzialmente la parte di retta della casa di riposo che viene richiesta all’ospite o alle famiglie, mentre un’altra parte viene già attualmente sostenuta dal sistema sanitario) come parte dei Livelli Essenziali di Assistenza e quindi totalmente a carico del pubblico, va avanti da qualche tempo e, come spiega qui sotto l’associazione, sta influendo sull’intero meccanismo dell’accesso. Qui di seguito la lettera integrale.

Gentile Assessore Tonina,

come le è ben noto anche dai numerosi articoli di giornale sulla questione, in provincia di Trento (come ormai sovente accade nel resto di Italia) una familiare di persona per molti anni residente in RSA e affetta da patologia altamente invalidante, ha fatto ricorso alla Giustizia per avere riconosciuto il diritto di essere rifusa delle spese per la retta cosiddetta “alberghiera” sostenute durante i periodi di ricovero in RSA, in base ai principi dettati in primis dall’articolo 32 della Costituzione, dalla Legge n. 833/1978 istituente il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e dall'art. 30 della Legge n. 730/1983 che attribuisce a carico del fondo sanitario nazionale gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-assistenziali.

Dopo un complesso percorso giudiziario, la persona in questione ha ottenuto dalla Cassazione un verdetto favorevole, in seguito al quale la Corte di Appello dovrà stabilire il “quantum” dovuto, essendo ormai assodato il diritto alla rifusione delle spese sostenute (cf. cass. n. 4558/2012 e ss.). Non è, e non sarà, l’unico caso: abbiamo infatti notizia di almeno un'altra decina di analoghe cause intentate contro diverse strutture presso il Tribunale di Trento, la cui sorte è – ovviamente – segnata in senso favorevole ai ricorrenti.

Ciò premesso, Le chiediamo di farsi parte attiva intervenendo presso la Giunta Provinciale affinché la Politica (intesa nel senso più alto del termine) provveda in modo autonomo ad adeguare il trattamento economico per i residenti in RSA con gravi patologie, in conformità ai principi stabiliti dalla Corte di Cassazione.

Come suggerito nel nostro convegno del 10 maggio 2025 e supportato da istanze delle opposizioni, riteniamo importante che sia avviata una revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e che venga promossa un’erogazione diversificata dei servizi sanitari in base ad esigenze specifiche delle persone, gravità effettive e tipi di patologie.

L’onere economico compartecipato che sarebbe a carico del SSN/SSP, stimato intorno ai 15 milioni di euro annui, è certamente compatibile con le risorse finanziarie della Provincia di Trento.

Riteniamo che una tale azione risulterebbe:

- un elemento di garanzia nei confronti dei diritti dei cittadini, riconosciuti e tutelati dai LEA, andando così a rafforzare il principio di equità nel sistema socio-sanitario;

- un elemento di equità e un risparmio di tempo e denaro per i familiari, non più costretti a ricorrere alle aule giudiziarie per vedere riconosciuto il pieno diritto alla salute per i propri cari;

- un elemento di chiarezza per i familiari, nonché per gli enti gestori delle strutture RSA, i quali si trovano attualmente a dover fare fronte ad ingiunzioni/sospensioni di pagamento che indeboliscono le già difficoltose gestioni economiche delle strutture, ponendo inoltre i familiari in condizioni di imbarazzo nei confronti delle stesse;

- un risparmio di tempo e denaro per il sistema giudiziario;

- un risparmio per le risorse economiche della Provincia, che non dovrebbe più sostenere spese di giudizio in cui rimane soccombente e di cui quindi paga le spese processuali;

- un vanto per la nostra Provincia di poter tornare ad essere un laboratorio ed un precursore di positive iniziative nell’ambito socio-sanitario, anticipando cambiamenti destinati ad attuarsi a livello nazionale.

Certi del positivo accoglimento che avrà la presente sollecitazione, restiamo a disposizione per ogni eventuale incontro di approfondimento o progettazione che la S.V. vorrà avere con noi e le altre associazioni interessate.

Cordiali saluti.

Giordana Gabrielli,

Presidente Associazione Familiari RSA_Unite APS

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