Il no dei trentini al genocidio di Netanyahu e Ben Gvir
Dal Tesino la più grande bandiera di Palestina e ogni settimana nuove manifestazioni in provincia
Di fronte al sempre più probabile annichilimento di un intero popolo (è di qualche giorno fa l’incontro del Segretario di Stato degli USA Rubio con un rappresentante del governo di Tel Aviv in cui si è previsto di trasformare Gaza in un misto di spiagge d’élite e industrie tecnologiche, mentre la Cisgiordania sarà pure annessa ad Israele) il Trentino reagisce con continue manifestazioni pro Palestina. La bandiera palestinese più grande al mondo è stata confezionata in meno di un mese e presentata recentemente al pubblico in segno di resistenza, solidarietà e lutto per ciò che il governo israeliano, con la copertura di Trump, ha deciso di fare in quell’angolo di terra.
Graziella Menato è stata sindaca di Castello Tesino sino al maggio scorso ed è presidente del Centro Tesino di Cultura. Non ha riferimenti di partito ma, assieme alla sua gente, sta dimostrando un cuore enorme: “Il 24 aprile ultimo in Consiglio – dice - abbiamo approvato una delibera, a seguito di una mozione, impegnando il Comune a promuovere eventi e manifestazioni a supporto della causa palestinese”. E da subito è partito un grande progetto. Il 31 luglio si è dato inizio alla realizzazione della più grande bandiera palestinese mai realizzata. Il manufatto è stato presentato alla comunità il 29 agosto: una bandiera di 62,38 metri quadrati formata da 800 formelle realizzate all’uncinetto. Le dimensioni lineari sono di 10,21 metri per 6,11.

Perché vi siete impegnate (si trattava di sole donne) in un progetto di queste dimensioni, in un piccolo villaggio montano del Tesino?
“Perché si sta perpetrando un genocidio, peraltro voluto da un governo, legale, di un popolo che è stato oggetto a sua volta di un genocidio immane, nella sua e nostra storia. È inaccettabile. Ci stiamo muovendo come piccola comunità e piccoli gruppi. Però stiamo ottenendo un grande riscontro”.
Ci spiega il perché di tanto lavoro e soprattutto tanta umana passione da parte di chi vive a 2.600 chilometri dalla Palestina?
“In questi ultimi anni abbiamo intrapreso un percorso di avvicinamento alla cultura ed alla causa palestinese. Era giunta tra noi una persona palestinese, Amin Nabulsi, che era console palestinese per il Nord Est d’Italia. Era sposato con una ragazza di Castello e in pensione si era trasferito qui. Si è fermato per vari anni ed è mancato nel settembre del 2022. Con Amin abbiano iniziato a dialogare sulla storia e sulla cultura palestinesi, un argomento che non era proprio così in sintonia con questo angolo di Alpi. Amin ha una figlia giornalista che è venuta qui ed ha tenuto delle conferenze sulla Palestina. La popolazione ha mostrato interesse ed ha potuto così approfondire la tematica”.
Ci parla della bandiera?
“Ho proposto l’iniziativa ad un gruppo di donne, molte di loro impegnate nell’associazionismo. Alla fine sono state circa 30 le adesioni e 25 donne si sono impegnate nel lavoro manuale. Gli ultimi giorni sono stati frenetici, avevamo fissato l’appuntamento per la presentazione al 29 agosto. Si dovevano cucire insieme le 800 formelle che avevamo realizzato con lana, all’uncinetto. Donne di tutte le età. Una ragazza di 24 anni ha curato l’aspetto organizzativo e comunicativo, ma nel lavoro manuale c’era anche una signora di 85 anni. Siamo partite da zero, da un primo gomitolo di lana. Abbiamo calcolato che ci siano volute circa 1.400 ore di lavoro. La bandiera pesa 28,60 chili”.
Difficoltà, mentre continua e si accelera il più grande dramma sociale ed umano dal secondo dopoguerra ad oggi nel mondo?
“Entusiasmo grande e molto lavoro: tutto agosto a sferruzzare per arrivare alla meta. Non c’era tempo, fare in fretta, il disastro peggiorava. Lo scopo di questa iniziativa è quello di portare la bandiera in più città italiane possibile. Abbiamo iniziato mercoledì 3 settembre ad un concerto pro Palestina a Rovereto, evento organizzato per 'Oriente Occidente'. Il 25 settembre saremo al Parco della Pace, per un’altra manifestazione sulla Palestina. Il 23 ottobre andremo a Padova, davanti a Palazzo Moroni, in occasione della presentazione di un libro sulla Palestina scritto da Alba Nabulsi, la figlia di Amin. Poi saremo a Vicenza. Quindi a Borgo Valsugana il 19 e 20 settembre e a fine mese a Lavis. E stiamo organizzandoci per andare a Roma e srotolare la bandiera davanti al Parlamento italiano, su invito dell’onorevole trentina Sara Ferrari che era presente al momento della certificazione della bandiera”.
Avete fatto certificare la grandezza della bandiera da quelli di Guinness World, perché?
“Perché è un modo per comunicare al mondo la solidarietà verso i palestinesi”.

Altre iniziative
Nel frattempo, nella decentrata Valsugana si sono avute e si stanno organizzando altre manifestazioni. L’Associazione Mosaico di Borgo, ad esempio, ha organizzato una manifestazione nel capoluogo valsuganotto, mentre sul Lago di Caldonazzo si è avuta, con successo, una “concentrazione” di natanti per ricordare la missione umanitaria di soccorso della Global Sumud Flotilla, in atto in questi giorni. L’evento vede l’adesione di persone di 44 Paesi, manifestazione pacifica che, interessando solo acque internazionali e di Palestina, vuole portare solidarietà ed aiuti umanitari al popolo di Gaza. Ma il ministro della sicurezza nazionale israeliano Ben Gvir ha promesso, una volta di più, “guerra”. Ancora una volta contro le leggi internazionali: “Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo – ha dichiarato – di vivere nel comfort”, assicurando il sequestro di tutte le imbarcazioni e la detenzione prolungata degli attivisti che saranno arrestati e condotti nelle prigioni speciali di Ketziot e Damon, solitamente riservate a coloro che Israele considera terroristi. Anche alcuni trentini, pare quattro, avevano fatto richiesta di partecipare con i loro natanti all’iniziativa, ma alla fine la loro adesione non ha potuto essere accolta per ragioni logistiche, di tempo e di quantità di adesioni.
Come giudicate, signora Menato, l’atteggiamento del governo italiano in questa circostanza? Da poco anche il Belgio, come hanno fatto altri Paesi tra cui la Francia e la Gran Bretagna, ha annunciato che riconoscerà lo Stato di Palestina, ricevendo severissime critiche da parte del governo israeliano. E il Papa ha ricevuto in una storica udienza il presidente dello Stato di Israele Isaac Herzog dichiarando che la soluzione dei due Stati è l’unica via d’uscita dalla guerra in corso. Ma Giorgia Meloni e il suo ministro degli esteri Antonio Tajani, con un occhio rivolto ai desiderata di Washington, proclamano in continuazione che questa iniziativa non servirebbe.

“Siamo basiti. Non riscontriamo umanità a livello di politica di governo. Stiamo supportando questa causa e tutte le manifestazioni possibili per chiedere alla popolazione trentina di alzare un grido di speranza nei confronti della causa palestinese. Dobbiamo essere dalla parte delle persone che soffrono e che non riescono a difendersi. Si tratta di un popolo intero. Non c’è umanità nell’atteggiamento del governo Meloni”.
Avete avvertito resistenze a Castello Tesino per l’iniziativa della bandiera?
“Resistenze tangibili non ce ne sono state. Ma sappiamo che su argomenti come questi ci sono persone che non vogliono metterci la faccia. Abbiamo presentato con un articolo sulla stampa la preparazione della bandiera. E si sono avuti circa 140 commenti sui social media. Li abbiamo valutati: in netta maggioranza si trattava di giudizi positivi sul nostro progetto. Tutte le donne che hanno partecipato al dibattito hanno proposto commenti positivi, mentre quelli negativi erano solo maschili. Alla conferenza stampa per la presentazione dell’evento c’erano 150 persone: dovevamo presentare la bandiera sul campo di calcio, ma è scoppiato un temporale ed abbiamo dovuto stipare la gente nel teatro”.
Cosa vi rimarrà di questa iniziativa?
“Tanto, tanto davvero. Questa bandiera è stata fatta tutta a mano, dalle nostre signore, filo dopo filo, gomitolo dopo gomitolo. Per dimostrare la vicinanza della nostra gente al popolo palestinese in questo tragico frangente”.
Un crescendo di dolore, ansia e iniziative da parte dei trentini, contro il genocidio dei palestinesi. Tante le manifestazioni, nel piccolo e marginale Trentino, che si sono tenute e sono in programma a favore del popolo palestinese che sta venendo letteralmente massacrato da uno degli eserciti più potenti, armato massicciamente dagli Stati Uniti ma anche dall’Europa. Impossibile annotarle tutte. Ché di giorno in giorno ne appaiono di nuove. Per “fare memoria” abbiamo chiesto l’aiuto, a Trento, al presidente delle ACLI Walter Nicoletti e a Rovereto ad Andrea Trentini, volontario del Centro per la Pace e i Diritti Umani.
“È stato costituito – dice Nicoletti - il gruppo trentino BDS Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni - nato tra Trento e le valli, che si è riunito in molte piazze per 'Rompere il Silenzio per Gaza', domenica 27 luglio alle 22, con centinaia di persone in vari luoghi trentini, dopo l’appello di Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena: a Trento, Rovereto, Borgo, Riva, Levico, Vigolo Vattaro con sirene che davano l’allarme. In questi giorni poi sta partendo dalla Sicilia la Global Sumud Flotilla che cercherà di raggiungere Gaza, in acque internazionali e palestinesi: dovevano andare 4 trentini ma ci sono solo 40 imbarcazioni ed erano 1.500 le adesioni previe per andarci, con le Acli nazionali anche a sostegno”. Nicoletti poi ricorda la chiusura della mostra a Lavis di “PMVoice, diario di un genocidio” con disegni di un artista di Gaza che stava girando dall’inverno scorso giro per Trentino. E avanti: le serate molto partecipate con Francesco Patton di Vigo Meano, presbitero dei frati minori e fino al 20 maggio 2016 “custode di Terra Santa”: a Trento, Arco, Vigolo Vattaro e altri luoghi. Quindi il concerto del gruppo Radio Gaza a Rovereto, il 3 settembre, con 500 persone nel cortile dell’Oratorio Rosmini, appuntamento di “Oriente Occidente” presentato dalla sindaca Giulia Robol.
Poi una serie di sottoscrizioni pro Gaza, una del gruppo di Lavis “Bertolt Brecht”, per finanziare le cosiddette gazzelle di Gaza, cucine da campo in tempi di guerra e di fame nella terra di Palestina. A Trento, promossa dall’amministrazione comunale con l’adesione anche delle ACLI, sono state raccolte 3.000 firme sotto l’appello “Fermate il massacro – Save Gaza” che ha previsto una mostra nel cortile di Palazzo Thun. “Ma ci sono anche – continua Nicoletti – manifestazioni in via di organizzazione”.
Un’idea è quella delle ACLI trentine che, sulla base di quanto previsto dal Ministero della Sanità italiano, cercherebbe di attivare anche le strutture sanitarie nostrane, per portare qui dei bambini palestinesi feriti dai combattimenti o ridotti alla fame. Sulla scia di quanto si sta facendo in Emilia e Toscana. Potrebbe muoversi anche il Consiglio provinciale che ha accantonato dei fondi pro Gaza. Si è tenuto un primo incontro a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche Charitas e rappresentanti del vescovado.

Da Rovereto: “In rete con le associazioni della città stiamo gestendo un progetto – dice Andrea Trentini - che mira a dar voce ai palestinesi attraverso la musica, ma anche conferenze. A giugno è stato ospitato un refusnik (obiettore di coscienza) israeliano che si è rifiutato di andare in guerra. Ha parlato a Rovereto, poi sta girando l’Europa per incontrare la gente. Il 23 settembre ci sarà la presentazione del libro 'Sotto il cielo di Gaza' con don Nandino Capovilla, parroco di Marghera. Verrà presentato il libro, suo e di Betta Tusset, nato dalle conversazioni con Andrea De Domenico, funzionario della Nazioni Unite”. E il 29 settembre giungerà in Trentino un esponente del movimento BDS Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni, un palestinese. L’idea è quella di una dissociazione attiva ed in maniera diretta, da parte di singole persone ma anche di amministrazioni pubbliche da rapporti commerciali e scientifici con Israele.
“Non vorrei dimenticare poi che da qualche anno a Rovereto è attivo il Movimento delle Donne in Nero che due volte al mese si attiva per volantinare e sensibilizzare personalmente la gente sui disastri prodotti da questa guerra”.
E negli ultimi giorni: “Basta guerra a Gaza. Stop al massacro”, il 6 settembre ai giardini di Piazza Garzetti a Trento (ANPI, ARCI, Centro per la Pace Rovereto, CGIL etc.) e poi “Gaza, il racconto di una infermiera di Emergency, Amanda Prezioso”: organizza l’amministrazione comunale di Grigno il 16 settembre alla Sala della Cassa Rurale alle 20.