Miracolo alla SEAC
La sciatteria dei giudici di Matera regala lo sblocco dei 40 milioni sequestrati per l'affaire Efficient Building in Irpinia.
Ricordate l’affare Efficient Building/Seac di cui vi abbiamo raccontato più volte, l’ultima prima dell’estate?
Allora vi avevamo dato notizia del rinvio a giudizio per un’ex amministratore, qualche consulente e un fornitore della Efficient Building, tutti accusati di truffa aggravata, ipoteticamente avvenuta in un’operazione di ricostruzione di un vecchio villaggio del terremoto in Irpinia fatta col superbonus. Ricostruzione che secondo i PM praticamente non era stata fatta se non in minima parte, ma per la quale erano stati ottenuti i crediti fiscali corrispondenti.
Tutto doveva rimane fermo fino al 14 ottobre prossimo, quando ci sarà la prima udienza del processo, a Matera.
E invece, in pieno Ferragosto, la Cassazione ha bacchettato sonoramente i giudici di Matera sulla parte che più interessa a via Solteri, i 40 milioni di crediti fiscali che, dal 2023, erano sotto sequestro proprio in attesa di capire se i reati ci sono stati o meno.
E qui possiamo cominciare a raccontarvi quella che in un certo senso possiamo definire una storia di malagiustizia.
Partiamo dalla fine: il 18 agosto scorso la Cassazione, su ricorso delle difese, ha annullato il sequestro dei 40 milioni di Efficient Building/Seac (parliamo sempre anche di Seac perché è dalla casa madre che sono venuti fin dall’inizio i fondi necessari a far partire i lavori e che dovevano tornare con la vendita dei crediti fiscali, che però, finora, erano stati sotto sequestro).
Qualcuno però ricorderà che su quel sequestro si era già svolta, tra il 2023 e lo scorso anno, una battaglia legale furiosa arrivata anche allora in Cassazione la quale, al primo giro, aveva serenamente confermato le ragioni dell’accusa. I milioni erano rimasti bloccati.
Allora l’accusa era nelle mani della Procura di Salerno, da dove era partita l’indagine. Che però, all’inizio di quest’anno, si è ritrovata a dover spedire tutte le carte a quella di Matera: è lì, dice una GIP salernitana, che si è compiuto il reato fiscale e quindi sono quelli i giudici che devono giudicare. Principio di competenza territoriale, lo chiamano.
A marzo scorso quindi la Procura di Matera deve rifare tutte le carte. Manda la richiesta di rinvio a giudizio per gli imputati (di cui vi abbiamo detto appunto a luglio scorso) e rifà anche il decreto di sequestro dei famosi 40 milioni di Efficient Building.
Su quel sequestro i difensori di Efficient Building ripartono alla carica. Lo contestano al tribunale del riesame di Matera che però conferma quanto deciso dai colleghi. I difensori non mollano e ricorrono in Cassazione. La quale, in pieno ferragosto, legge le carte per bene e scopre che il provvedimento è fatto con i piedi.
In una decina di pagine implacabili, i massimi magistrati dicono che a Matera si sono limitati a fare un copia/incolla di quello che avevano già in mano, che hanno calcolato a pancia le somme da sequestrare, che non hanno nemmeno letto i nuovi documenti portati dagli avvocati di Efficient, più alcune questioni di natura così tecnica che nemmeno l’IA è riuscita a spiegarcele bene.
Nel gergo giudiziario i massimi giudici parlano di “apparato argomentativo inesistente”. E cassano con rinvio.
Qui scatta, a nostro modo di vedere, la malagiustizia.
Perché la Cassazione, com’è nella sua natura, non entra nel merito. Dice invece ai magistrati di Matera: avete lavorato malissimo, rifate tutto. Questo è il senso del cosiddetto annullamento con rinvio. Quindi spedisce a Matera la sua sentenza e i giudici romani se ne tornano al mare.
Piccolo problema: a Matera, per le regole di procedura, avevano 10 giorni giusti giusti per rifare il provvedimento. Poi il sequestro sarebbe evaporato.
Ma riscrivere in 10 giorni - nel pieno delle ferie d’agosto - un provvedimento di sequestro con l’accuratezza prescritta dalla Cassazione non era un gioco da ragazzi: molto complicate le quantificazioni richieste dell’eventuale profitto ingiusto, molto impegnativi da contrastare - anche tecnicamente - gli argomenti proposti dalle difese.
Non abbiamo purtroppo né conferme, né smentite, ma siamo propensi a pensare che a Matera abbiano semplicemente lasciato perdere. E che quindi, ad oggi, Efficient Building sia tornata in possesso di 40 milioni di crediti fiscali. Sui quali pende comunque la scure del processo che si terrà ad ottobre, quando, se la società verrà condannata, qualcuno i calcoli li dovrà fare per forza.
Il nostro scetticismo sull’impegno dei giudici materani si fonda anche sul rinvio a giudizio fatto nei mesi scorsi: se ricordate, anche per quella parte del processo, ci pareva che PM e GIP si fossero limitati a mandare in aula solo una parte degli imputati, quelli per cui forse ritengono di avere prove più sicure. Lasciando fuori alcune delle persone che invece a Salerno avevano messo sotto indagine, e sorvolando beatamente anche sui rilievi sollevati dalla GIP salernitana, la quale, dicendo di non essere competente, aveva comunque fatto nomi e cognomi di persone che, secondo lei, avrebbero dovuto essere incluse ex-novo nell’indagine. .