Olimpiadi: la staffetta di Libera
Gigantismo, appalti, mafie. Le deregulation e le proteste
Già a fine anno 2022 le Corti dei Conti della Lombardia e del Veneto, analizzando i bilanci delle due regioni, allarmavano gli amministratori pubblici sulla necessità di un controllo severo dei costi delle opere olimpiche, sottolineando come nei territori le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici fossero particolarmente diffuse. Occorreva promuovere un controllo, dalle progettazioni alle gare di appalto e alla gestione dei cantieri dei lavori che si sarebbero aperti nel giro di pochi mesi anche grazie all’evento olimpico 2026.
Partendo dalla esperienza maturata in anni di vigilanza, Libera ha pensato di organizzare una staffetta che coinvolgesse tutte le sedi di città e vallate interessate ai giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026. Vi hanno aderito le maggiori associazioni ambientaliste italiane: Cipra Italia, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness e WWF.
La staffetta ha avuto inizio a Verona il 7 febbraio per fare tappa il 13 a Belluno, il 17 a Cortina, il 18 a Rasun-Anterselva, Bormio, il 10 marzo a Cavalese, per concludersi a Milano il 21 marzo in occasione della Giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Non è una staffetta contro lo sport o le Olimpiadi, ma un'iniziativa critica su come si sta organizzando l’evento.
L’Italia avrà i riflettori del mondo puntati sull’evento e sulle modalità di svolgimento. Anche all’interno di Libera si è preoccupati: per l’impatto economico dell’evento, il consumo di suolo, un evento fortemente energivoro, la debolezza – quando non assenza - della trasparenza. Non è poi dimostrato che l’evento porti ricadute positive sulle comunità locali, anzi, potrebbe aumentare i problemi esistenti. Si tratta di una staffetta di sensibilizzazione che alimenterà il dovere della partecipazione, coinvolgendo le pubbliche amministrazioni, le autorità preposte al controllo di polizia, le autorità ecclesiastiche.
Testimonial della staffetta è una “torcia olimpica” realizzata dal designer Kuno Prey dell’Università di Bolzano, dove sono sintetizzati tre obiettivi: Trasparenza, Rispetto e Responsabilità.
Le prime tappe sono risultate un successo di partecipazione e di qualità nelle presenze: a Verona come a Belluno, a Cortina e a Rasun-Anterselva. Si è riflettuto sulle difficoltà per cittadini e associazioni di un controllo dal basso delle opere previste. Perché i progetti sono tutti secretati dai commissariamenti, le procedure amministrative sono state semplificate evitando ogni valutazione ambientale e socio-economica, le opere previste sono invasive di suoli pregiati, o invadono realtà a rischio idrogeologico, frammentando aree pregiate e fragili.
Agli eventi della staffetta sono intervenuti docenti universitari di diritto e economia politica, esperti di amministrazione pubblica, ambientale e di alpinismo, scrittori di montagna, giornalisti. Vi si incontrano studenti, amministratori locali, prefetti, corpi di polizia. Libera ne è convinta: la lotta alle mafie deve trovare condivisione sociale nella collaborazione fra le istituzioni, ma anche nei cittadini., nelle associazioni, nei sindacati, nelle organizzazioni imprenditoriali.
Dai primi incontri è emerso un quadro preoccupante. In Italia, da oltre un decennio, lo Stato indebolisce il suo sistema di difese. Come? Col blocco delle assunzioni nel pubblico, dai comuni fino ai settori cruciali della sanità e della amministrazione giudiziaria. Imponendo procedure di semplificazione delle procedure di progettazione, gare di appalti e assegno dei lavori, attraverso la demolizione delle regole ambientali, grazie ai commissariamenti che impediscono trasparenza e partecipazione, rendendo impraticabile la formazione specifica del personale dipendente. Tutto ciò ha un obiettivo: favorire le organizzazioni imprenditoriali impedendo ogni forma di controllo (vedi Pnrr). Il governo accentua poi questa linea preoccupante, portando a 500.000 euro la soglia per l’affidamento diretto dei lavori senza gare, il 97% dei lavori sostenuti dalle pubbliche amministrazioni italiane. Gli obblighi di trasparenza amministrativa sono ritenuti, da sindaci e categorie economiche, orpelli burocratici. L’assenza di applicazione dei patti di integrità, uno strumento che ci viene offerto dall’Europa a completamento della legge 190 del 2021, ne è un esempio, come pure il superamento dei vincoli delle Soprintendenze e delle regole ambientali, presentate come vincoli.
L’ultimo decreto di attuazione delle procedure del Pnrr è emblematico: Salvini vi ha imposto l’appalto integrato, cioè chi progetta può realizzare l’opera, oggi situazione vietata. Ma è gravissimo anche quanto si è imposto alle conferenze dei servizi, che non possono più esprimere dissenso alla realizzazione di opere manifestamente insostenibili. La conferenza dovrà motivare la scelta indicando la soluzione, cioè le misure mitigatrici che rendano l’opera compatibile. Un'indecenza procedurale: il controllore deve diventare propositivo e viene privato del diritto di veto.
È all’interno di una cornice tanto critica che si stanno progettando e appaltando oltre 4 miliardi di opere più o meno direttamente connesse all’evento olimpico.
Da questa situazione è nata in Libera l’esigenza di costruire un momento di confronto tanto ampio e diffuso sui territori. Per concludersi, come anticipato, a Milano il 21 marzo, nella città e negli ambiti scolastici.