Contro il monopolio editoriale
Sul tema della progressiva concentrazione dell'editoria regionale nelle mani di un solo padrone nel numero di febbraio del 2021 scrivevamo preoccupati: "... ma è a luglio 2018, quando Athesia acquista l’Adige, che i Trentini avrebbero dovuto capire cosa stava succedendo:
un editore/politico/imprenditore era a quel punto proprietario di tutti i quotidiani cartacei basati in regione”.
Che questo rappresentasse (e rappresenti tuttora) un problema sarebbe dovuto essere evidente a tutti, ma le reazioni, a tutti i livelli, inclusi quelli del mondo politico e del potere economico, erano state deboli o inesistenti. Quasi si trattasse di una questione secondaria o che non ci riguardava direttamente. A suo tempo il legislatore il problema della concentrazione dell'editoria a livello regionale se l'era invece posto imponendo un limite del 50% oltre il quale il singolo editore (o la singola società editoriale) non poteva andare. La legge Gasparri del 2004 aveva poi eliminato con un tratto di penna tale limite e permesso situazioni come quella della nostra regione: un solo padrone.
Sempre nel numero di febbraio scrivevamo: “Un monopolio che, sebbene non più sanzionato dalla legge com’era fino a qualche anno prima, aveva attirato l’attenzione dell’Autorità per le comunicazioni. Un bel rapporto sull’informazione locale preparato dal servizio economico-statistico dell’ente nel 2018 evidenziava come in Trentino Alto Adige il 68% dell’offerta di informazione passasse attraverso media di proprietà di Athesia. Non più sanzionabile, ma non per questo politicamente neutro. E infatti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, che ha anche competenze per l’editoria, aveva promesso-minacciato di rifare la norma sulle concentrazioni dell’editoria locale. Situazione estremamente irritante per padron Ebner, ci dicono”.
Irritazioni a parte, per ora padron Ebner monopolista rimane, con buona pace di chi in Alto Adige sta tentando di scompaginagli le carte "stampate".
Di recente ci sta provando pure il senatore Pd Gianclaudio Bressa, che in questo modo ha sorpreso molti, considerando i suoi decennali buoni rapporti con la SVP. L'iniziativa di Bressa non è passata inosservata a “Salto.bz”, portale d'informazione indipendente altoatesino, che in proposito ha intervistato il senatore. Riteniamo di estremo interesse l'argomento e del servizio di Salto.bz vi possiamo fornire un ampio stralcio.
"Nell’ultimo decennio, però, a mettere in discussione il monopolio, a turno, ci hanno provato in diversi, dal centrodestra al centrosinistra, dai pentastellati alla Lega. Il risultato è sempre stato lo stesso: respinti con perdite. Ed anzi, come sberleffo aggiuntivo il Dolomiten, che scoppia di salute dal punto di vista economico, nel 2021 è arrivato a prendere dal fondo per l’editoria per le minoranze linguistiche la cifra record di 6,2 milioni di euro (Salto.bz riceve 180.000 euro). Ora nel nuovo tentativo (ne ha scritto oggi la Tageszeitung) a guidare l’esercito dei “buoni” è il senatore Pd, Gianclaudio Bressa, l’uomo che dal suo esordio in parlamento ormai 25 anni fa vive una sorta di luna di miele con l’Svp e il mondo di lingua tedesca. L’arma scelta è quella tipica degli emendamenti alla legge di bilancio che sta ora per andare in commissione legislativa. Nel mirino vi è da un lato la concentrazione editoriale e dall'altro l'accesso ai contributi per le minoranze. Un attacco a tenaglia, in sostanza. Sulle possibilità di successo, meglio astenersi da qualunque previsione.
Salto.bz: Perdoni la battuta, senatore, ma ha deciso di ritirarsi dalla politica? Lo sa che chi si mette contro Athesia è destinato a morte politica quasi certa?
Bressa(ride): “Fortunatamente avevo già deciso di ritirarmi a prescindere da questa iniziativa politica. E’ solo che negli ultimi tempi mi ha fatto andare fuori dai gangheri l’uso che Athesia sta facendo di tutti i propri media, sta raggiungendo un livello di arroganza tale che ho sentito di dover fare qualcosa. Ma vi pare possibile che possano far scomparire un presidente della Giunta dai media o metterlo solo in cattiva luce? Ma che modo è? E’ una situazione unica in Italia e non credo sia giusto andare avanti così”.
Salto.bz: Forse è unica in tutta Europa, tenendo conto poi che se ci sono monopoli in una zona di confine, sono, magari, come è stato qui per decenni, in una sola lingua, ma difficilmente in tutte e due.
Bressa: “Sì, esatto. Il problema è che fin dai tempi del canonico Gamper la famiglia è abituata ad avere il dominio incontrastato del panorama editoriale e non ammette intromissioni. Trovano scandaloso che qualcuno metta in discussione il loro strapotere”.
Salto.bz: I suoi emendamenti cosa prevedono?
Bressa: “Quello che riguarda l’editoria in generale prevede di ritornare alla situazione precedente alla Legge Gasparri del 2004, che tolse il limite del 50% per le concentrazioni editoriali a livello regionale”.
Salto.bz: Se approvato costringerebbe Athesia a vendere alcune delle testate, in sostanza. E' previsto altro?
Bressa: “Sì, è previsto che fino a quando esercitano una posizione dominante i media non possano accedere ai contributi per l’editoria delle minoranze”.
Salto.bz: Michl Ebner l’ha già chiamata?
Bressa: “Ovviamente sì. Mi ha detto: questo è un attacco contro di noi. Io dico semplicemente che nel mio emendamento è previsto di ripristinare la situazione ante legge Gasparri, e non mi sono inventato nulla. E lui hai insistito: è un attacco contro di noi. E io allora ho detto: ecco, Michl, vedi che ti rispondi da solo. E’ un attacco contro di voi, perché non vi sono altri casi simili”.
Al momento di andare in stampa non conosciamo quale sarà la fine degli emendamenti proposti da Bressa.
I beni informati ci dicono che le possibilità che vengano approvati sono quasi nulle.Noi ovviamente tifiamo per una loro approvazione: perchè il monopolio dell'informazione fa molto male alla democrazia. E già si vede, oltre che dall'intervista a Bressa, da quanto ci dicono da Bolzano: è inconcepibile che il monopolista che litiga con il presidente della giunta provinciale, possa farlo scomparire dai media. (m.n.)
Ultim’ora: Mentre andiamo in stampa apprendiamo che nel testo della legge di bilancio presentata in Consiglio dei Ministri, l’emendamento Bressa non c’è più.
Come mai?