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Alberto Faustini, direttore dell'Adige, nominato Cavaliere per "l'impegno e l'abnegazione dimostrati nelle attività connesse alla gestione dell'emergenza Covid-19"

Incastonata fra “Blob” e “Un posto al sole”, da settimane va in onda su Rai3 “Nuovi eroi”, una trasmissione che sceneggia e racconta le benemerenze di persone che hanno ricevuto dal Presidente Mattarella l’onorificenza dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Vi si trova un po’ di tutto: l’impegno trentennale di un signore che ha fondato un’organizzazione per il trasporto di organi per trapianti; la solidarietà di un pizzaiolo che durante il lockdown regalava a famiglie bisognose i prodotti del suo forno; l’impulso generoso di un giovane che rischiando la propria vita ha salvato un bambino precipitato da un balcone... Qualche rara volta, però, le motivazioni del premio ci sfuggono: è il caso ad esempio della ragazza ricoverata in ospedale in attesa di un trapianto che ha assolutamente voluto affrontare l’esame di maturità “in presenza” per poter rivedere la scuola e i compagni. Eroismo o piuttosto semplice imprudenza?

Ugualmente perplessi rimaniamo leggendo – sull’Adige del 2 giugno – che Alberto Faustini, direttore di quel giornale (nonché di Trentino e Alto Adige di Bolzano, quotidiani online) è stato nominato cavaliere, “onorificenza attribuita alle persone che si sono particolarmente distinte per l’impegno e l’abnegazione dimostrati nelle attività connesse alla gestione dell’emergenza Covid-19”, come ci informa proprio l’Adige del 2 giugno.

Vito Cusumano, commissario del Governo per la provincia di Bolzano dove si è tenuta la cerimonia, ha spiegato che “fra di noi ci sono tante persone che durante la pandemia hanno dato il massimo. Ringrazio tutti, e ringrazio anche la stampa, perché grazie a loro siamo riusciti anche a far veicolare un messaggio efficace. Senza la stampa avremmo avuto più difficoltà a spiegare quali erano le problematiche e quali i nostri compiti”.

Faustini, ringraziando, “ha ricordato le redazioni dei giornali, «perché quando si ha un’onorificenza come questa, il significato profondo va ovviamente a tutte le parole che abbiamo scritto in questo periodo»“ e “ha tenuto a rimarcare che «noi che facciamo memoria quotidiana, questa volta forse abbiamo fatto anche un po’ di storia, dando un volto e un nome a chi non aveva volto e nome»“.

Mentre restano ignoti i nomi degli altri dodici insigniti dell’onorificenza e i loro rispettivi meriti, ci domandiamo quali siano stati quelli particolari del direttore Faustini, che a quanto sappiamo ha svolto nient’altro che il suo solito compito.

Perché mai, come sembra aver temuto il prefetto, avremmo potuto rimanere “senza la stampa”? Forse che la modestia del direttore gli ha impedito di rivelare pubblicamente qualche sua speciale benemerenza? Ma allora perché parlare sul suo giornale del suo cavalierato, e con tanto di foto?

P. S. A proposito di “tutte le parole che abbiamo scritto in questo periodo” - e qui il Covid non c’entra – ricordiamo, in un numero di maggio dell’Adige, un pezzo che sembrava proprio uno spottone, un “servizio” che enumerava le straordinarie caratteristiche tecniche di due nuovi modelli di Audi, con i prezzi, le favorevoli condizioni per l’acquisto, ecc. Il tutto sotto una testatina - “Motori” - che faceva pensare ad una normale informazione per gli appassionati del settore. Oltre agli apprezzamenti per le nuove vetture, c’erano anche gli auto-elogi espressi dallo stesso direttore della concessionaria trentina: “Importanti novità anche per quanto riguarda l’evoluzione dell’assistenza, che da digitale diviene umana e personale. Non una macchina. Non un’intelligenza artificiale ma un uomo in carne ed ossa risponde alle chiamate, riconoscendo il cliente ancor prima che questi si sia presentato. ed è in grado di risolvere qualsiasi dubbio ed esigenza a livello tanto di prodotto quanto di utilizzo”.

Esattamente un anno fa, parlando di stampa locale, ricordavamo i tristi tempi in cui la pubblicità mascherata da informazione era una pratica consueta, e ci rallegravamo che “col passare degli anni e l’adozione di nuove normative e codici di auto-regolamentazione, la situazione fosse migliorata”. Ma non abbastanza, evidentemente.

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