Malga Lagorai e la perdita delle radici
La ristrutturazione di Malga Lagorai implica riflessioni che vanno oltre a una struttura muraria, che di per sé non andrà a interferire con la bellezza del paesaggio. La presente struttura mostra chiaramente il suo passato, trascurata e non più valorizzata: ormai il suo ruolo legato alla pastorizia ha perso il suo valore come la sua utilità; ormai i pastori e i contadini che curavano il pascolo sono un ricordo del passato, tradizioni che spariscono: l’allevamento ormai è diventato imprenditoria, alimentato da contributi europei.
Quel pascolo ormai reso selvatico, pascolato solo da pecore, negli ultimi anni, diventerà il luogo adatto per vacche magre non più simbolo di carestia come un tempo, ma fonte di danarosi contributi pubblici;le vacche biologiche hanno più valore di un gregge di pecore. Ormai il mestiere di contadino non è più legato alla tradizione, ma ai contributi.
Chi ama il Lagorai non vuole coprirlo con una campana di vetro, ma viverlo nei suoi valori e allo stesso tempo rispettarlo per il suo delicato ecosistema che lo rende unico. Le nuove generazioni hanno il diritto di coltivare la bellezza delle montagne che gli lasceremo; una bellezza che oltre agli occhi va collegata al cervello, perché quando si parla di bellezza ambientale si deve tener conto della sua salute, per una bellezza del paesaggio che andrà a perdurare nel tempo.
Il comune di Tesero, se concederà la deroga per permettere che la malga diventi una struttura ricettiva, dovrà anche prendersi le responsabilità dell’impatto ambientale legato ad essa. Un territorio integro, di grande valore ambientale, verrà sicuramente impoverito nelle sue caratteristiche biologiche. La cosa comporterà un danno incalcolabile in una zona resa unica dalla sua naturale bellezza, mantenuta tale grazie alla scarsa antropizzazione.
Il comune di Tesero nel dare questa deroga, dice di confidare nel proprietario della struttura muraria, quindi la Magnifica Comunita di Fiemme: ma questo Scario e questi regolani si renderanno responsabili dell’impoverimento della zona catalogata come bene ambientale, dei danni di inquinamento in un contesto unico, saranno responsabili di un turismo non sempre rispettoso e del fatto che l’aumentata presenza toglierà valore a una natura che negli ultimi anni sta scomparendo, lasciando posto a offerte turistiche tutte uguali.
Ma se né il comune di Tesero, né la Magnifica Comunità si prenderanno le responsabilità ambientali, lo farà la Provincia? Noi cittadini abbiamo il diritto di farci queste domande e avere le risposte, perché troppo spesso assistiamo inermi e increduli di fronte a danni ambientali che ci stanno togliendo il diritto di vivere in salute. Meritiamo silenzi, meritiamo aria e acqua pura. Troppo spesso i governanti non si prendono le loro responsabilità per scelte frettolose. Che futuro avrà Malga Lagorai e il territorio circostante? Questa struttura muraria che acquisirà valore economico, oltre che bellezza edilizia, cancellerà il passato contadino. E chi davvero ne godrà il beneficio?Sicuramente il vicino impianto di risalita, allargando l’offerta turistica con percorsi ad anello, probabilmente anche l’imprenditore allevatore.
Noi, figli del Lagorai e genitori delle nuove generazioni, vogliamo risposte concrete per il nostro futuro. Per noi la montagna è parte integrante del nostro benessere. Troppe zone in val di Fiemme sono già state sacrificate al turismo di massa. Abbiamo bisogno dell’odore degli alberi, dei muschi, delle resine; sono troppi i luoghi di alta montagna dove si respira odore di patatine fritte e piatti di salumi etichettati come nostrani. La bellezza del paesaggio deve rispettare tutti i sensi di chi comprende il valore del Lagorai. Così viene persa l’identità del malgaro come quella della malga, svendendo il territorio di Trentino ridotto a un marchio da marketing, perdendo le nostre radici contadine, credendo di gettare nuove fondamenta sulla distruzione del territorio, che troppo spesso si commette l’errore di chiamare progresso.