Valdastico: la battaglia continua
Ieri ho partecipato all’incontro pubblico tenutosi a Caldonazzo sulla A31. Ringrazio di cuore gli organizzatori. Ho visto giovani decisi, preparati e determinati e questo mi rallegra. Una bella serata che non è entrata nel merito di dati sulla viabilità, sull’inquinamento e sul traffico anche se questi argomenti rivestono assoluta importanza. Questi argomenti sono stati trattati marginalmente. È stato interessante invece sentire i dati, che rendono appetibile voler realizzare quest’opera, illustrati puntualmente dal giornalista Luca Martinelli. I dati che spingono alla realizzazione dell’opera sono solamente gli interessi di pochi a mantenere le concessioni autostradali della Brescia-Padova, una autostrada dalle uova d’oro, che di proroga in proroga non viene messa in gara d’appalto per la gestione. Quest’opera tutto potrà essere meno che indispensabile. Se non la si è fatta in 50 anni sono convinto che non solo non sia indispensabile, ma probabilmente non è neanche utile.
La sala era piena di gente, gente concreta, senza cariche né incarichi, gente che probabilmente ha deciso di ricostituire una comunità che tenda a tutelare gli interessi collettivi, visto che troppe volte coloro che dovrebbero difendere la res publica sono diversamente impegnati.
Questa vicenda dura, in palleggio, da troppo tempo. Nessuno ha mai dimostrato l’utilità dell’opera. Il Veneto dei politici la ritiene indispensabile ed ha deciso di sacrificare la Valdastico ed i suoi abitanti sull’altare di quello che qualcuno definisce progresso; mentre a difendersi e a cercare di contenere i danni sono i cittadini, quelli che in teoria dovrebbero essere difesi dalle istituzioni. Quei cittadini che servono solo quando ci sono da fare delle croci sulle schede elettorali per poi dimenticarli o penalizzarli.
In Trentino la cosa è diversa? Non sono più certo di nulla. C’è chi dice che la Valdastico non si farà, chi dice che si farà ma non sarà un’autostrada, chi cerca di rassicurare sui futuri traffici dicendo che l’opera riuscirà ad alleggerire il traffico in Valsugana, chi invece ne fa una questione di sbocchi: in Val d’Adige o in Valsugana?
Nel frattempo, le province di Trento e Bolzano, apparentemente consapevoli dei problemi che derivano dal traffico su gomma, incentivano il loro impegno a favore del valico ferroviario dell’alta velocità sull’asse del Brennero per convogliare il trasporto merci su ferro. Ci sono troppe cose che evidentemente non quadrano.
I politici? In quella serata ”non pervenuti”. Gli amministratori pubblici? Se non vado errato, solo la presenza, penso consapevole, di un consigliere di minoranza proveniente dal vicentino e la vicesindaco di Caldonazzo. Tutti gli altri impegnati sicuramente su problematiche più importanti. Siamo in campagna elettorale ed allora si devono trovare i mari ed i monti da promettere!
Intanto in questa triste storia i mari non ci sono, ma i monti sono messi gravemente a rischio da interessi che tentano di passare sulla testa degli indigeni, di quella gente che vive in Valsugana ed in Valdastico, regolarmente inascoltati.
La battaglia di Caldonazzo è iniziata? Grazie ragazzi, sono con voi.