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Turismo: in Sudtirolo fanno così

Francesco Borzaga

Ferma la mia attenzione, sulle pagine di un’importante rivista politico-culturale tedesca, una minuscola fotografia posta a corredo di un modesto messaggio pubblicitario. Ci vedo un campanile,tre masi, vigna e bosco. Semi-nascosta si indovinna la chiesa. Il messaggio, postato da una famiglia di albergatori di Villandro, invita a godere del rito del “Törggelen” (la pigiatura dell’uva), nonché della vista sulle Dolomiti e sulla valle dell’Isarco. Un messaggio semplice, senza la promessa di mega funivie o piste mozzafiato. Sono però certo che gli ospiti, culturalmente qualificati, non mancheranno.

Un campanile, tre masi,vigne e bosco. È questa l’immagine che il Sudtirolo trasmette, e non solo nella fotografia di cui sopra. Molti campanili, masi e piccoli paesi sono raffigurati su pieghevoli e opuscoli, e ancora panorami e montagne sempre in primo piano. E soprattutto l’offerta corrisponde esattamente alla realtà: una rete di piccoli alberghi e di imprese famigliari copre l’intera provincia, fino alle valli più periferiche, e ovunque paesaggio ed ambiente, con ben poche eccezioni, appaiono difesi e ben curati.

È qui fondamentale l’invito a conoscere il paese percorrendolo a piedi e in silenzio: la fitta rete di sentieri è una parte importante dell’offerta turistica dei nostri vicini. E chiunque abbia avuto occasione di vedere quei luoghi ha potuto constatare quanto siano apprezzati questi itinerari, come i percorsi naturalistici attorno al lago di Caldaro o le “waalwege” (sentieri delle rogge) in Venosta. Fondamentale è il collegamento fra turismo e mondo agricolo. In primo piano stanno il rispetto, la conoscenza, l’amore per il paese, quale la natura e la storia hanno contribuito a formare. Qui il turismo è un’attività economica, ma anche un modo di presentarsi, di condividere questa conoscenza e questo amore.

Il Trentino, così ricco di montagne, centri storici e laghi, con realtà straordinarie quali il Brenta e il Garda, non riesce invece a trasmettere un’immagine unitaria di sé. Il paragone che mi viene alla mente è con uno specchio rotto. Manca la volontà e probabilmente la capacità di far conoscere il volto più autentico del nostro territorio, come la natura e la storia hanno contribuito a formare. Per esprimermi in un modo che non considero retorico: manca l’amore. L’immagine del Trentino che ricavo dalle nostre cronache turistiche è un’immagine falsa, basata su “eventi” e promozioni presentati come imprese di portata mondiale, ma in realtà solo rumorosi ed effimeri. Il territorio, preziosa eredità di tutti noi, è visto come una ricchezza da sfruttare, una tavola imbandita pronta a disposizione. Si riempiono i sentieri di montagna di funamboli travestiti da Rambo, si organizzano addirittura gare notturne di “freeride” e “downhill”, distruggendo in tal modo l’immagine stessa delle nostre montagne. Si promuove un Trentino nevrotico, si alleva una generazione di giovani costituzionalmente incapaci di vedere e apprezzare il nostro paese. Il turismo va restringendosi a pochi temi (lo sci, il motocross, la mountain bike) e a poche località; nessuno si preoccupa di quanto si trascura e così va perduto. Ne esce un quadro apparentemente florido, in realtà miserabile. Non sarebbe male imparare dai nostri vicini.

Commenti (4)

Leggo e rileggo. Kaamizdamoena

Ma non ve nulla da aggiungere, QT non sbaglia una virgola, chi ne scrive gli articoli li legge dal mio pensiero, dopo essermi eliminato da Facebook, oramai invaso da poca intelligenza, più pubblicità che in mediaset, ( purtroppo il lato oscuro della tecnologia, ASSIMILA L'IGNORANTE.... L'INTELLIGENTE LA SFRUTTA.) Scopro QT coi suoi articoli.
E scopro che il mondo contiene ancora tanta bella gente.

vacanze ai A.Adige Bernardi

Sono anni che vado in A. Adige come cuoco in un maso adibito a casa autogestita da una comunità del nord Italia." Camere da 4 x 5 con 4 letti a castello senza un armadio, tre bagni per 40 ospiti, cucina nei sotterranei senza aereazione; capienza autorizzata dai Vigili del fuoco: 33 persone, ospiti normalmente fino a 80, alcuni dei quali ospitati anche in un vecchio mulino. Località amena con ampi panorami e tanti larici,... ma che sfruttamento !!

cari miei

...di là la politica degli anni 60 in poi ha sostenuto i masi, le mucche, le capre e tutto il territorio, di qua si è preferito svuotare i paesi, le montagne, i pascoli e portare tutti alla ignis!!!
i miei complimenti ai politicanti trentini!!!
...sarà dura ora rimettersi in gioco!!!

giuliana

Ancora una volta il nostro Checco esprime un'etica della natura e della montagna che dovrebbe essere condivisa più compiutamente.
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