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Valdastico: l’ipocrisia del PD

Andrea Fogato

Penso che la vicenda delle due mozioni sulla Valdastico discusse giovedì 8 ottobre in Consiglio provinciale sia rappresentativa della situazione politica trentina attuale.

La maggioranza PD-PATT-UPT ha detto di no alla mozione di PT favorevole alla A31 ma anche a quella del M5S che invece si oppone nettamente al progetto. Non si è insomma deciso nulla, la linea che si segue è l’immobilismo e si subirà ciò che da fuori verrà imposto.

Il motivo, qui come in altre occasioni, è, come ha affermato chiaramente Rossi nel corso della vicenda Borgonovo Re, che “bisogna salvaguardare la coalizione”. Se ci sono delle questioni che possono far emergere le crepe della maggioranza, queste allora non vengono affrontate. L’importante è portare a termine il mandato fino al 2019. Come direbbe lo scrittore Leonardo Sciascia, si esercita “il potere per il potere” e non per agire nell’interesse della comunità.

Tutta la maggioranza si adegua al dictat di Rossi e l’esigenza di conservare la poltrona è un efficace collante. Oltre ai soldi (5400 euro/mese a consigliere, 8000 euro/mese ad assessore), conta di più il potete (distribuire incarichi da dirigente da 5000 euro al mese, da primario da 8000, assumere nelle partecipate, far diventare edificabile il terreno dell’amico, far progettare le caserme dei pompieri alla moglie, etc). Lo scopo della maggioranza quindi è la conservazione dello status quo. Nel frattempo i problemi che realmente esistono e che andrebbero affrontati vengono trascurati e ciò comporta la degenerazione delle condizioni della collettività

La questione Valdastico è quindi emblematica e penso che sia bene mettere in evidenza il comportamento ipocrita del PD: quest’ultimo, se a parole si dichiara fortemente contrario a questo progetto, nei fatti, non opponendoglisi con atti politici concreti, sta sacrificando inutilmente un territorio.

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