Orchestra Haydn
Sbarazzini e distratti
Se proprio dovessimo definire il programma di questa serata, così, d’istinto, ci verrebbe da dire “sbarazzino”, con i due protagonisti principali che fanno buffamente capolino, il burlone Till Eulenspiegel con i suoi tiri burloni e le sue avventure raccontate da Richard Strauss e l’eroe musicale dei bambini, l’arcinoto Pierino di Prokof’ev (quello del lupo). Contraltare e intermezzo importante è la solenne Ouverture 1812 di Ciaikowsky, composta per commemorare la tentata invasione della Russia (poi fallita) da parte delle truppe napoleoniche, per l’occasione con tanto di registrazione di colpi di cannone e campane a festa sul finale (dall’autore era stato previsto l’uso di cannoni veri, ma insomma, ci mancano solo le palle di cannone celebrative, in questa primavera di vecchi regimi al potere). E però le intenzioni del programma questa volta sono rimaste, a nostro parere, sulla carta: era un’orchestra Haydn distratta, frettolosa e quasi a briglia sciolta.
La direzione di Sir Neville Marriner, quasi novantenne, ci è parsa stanca, superficiale, poco pregnante. L’orchestra, più folta del solito visto che lo richiede il programma, si può dire che non dia più di una buona lettura delle parti sul leggio, ma restituisce un’esecuzione piatta, incolore, con poche dinamiche e il forte d’insieme spesso fuori controllo, con gli ottoni davvero un po’ troppo “sopra le righe”, al limite del fastidioso (il guscio del palco del S. Chiara certo non aiuta, né chi suona né il pubblico, ma ormai lo sappiamo, il problema è sempre quello, sarebbe anche ora di iniziare a tenerne conto). E anche nell’esecuzione di “Pierino e il lupo”, con la voce narrante di Patrizia Milani, ci siamo un po’ annoiati.