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Democrazia dal basso

Piergiorgio Comai

Due anni fa, a fine luglio, ero in un villaggio turistico sulla costa della provincia dell’Ogliastra, con capoluoghi Lanusei e Tortolì. Parlando con un gestore del camping “Ultima Spiaggia”, un sardo del posto, sono venuto a sapere che la popolazione dell’Ogliastra è sui 55.000/60.000 abitanti. Pensavo che lui fosse orgoglioso, che sentisse il potere a portata di mano, al suo servizio: addirittura avevano due capoluoghi per non scontentare nessuno e ridurre i disagi dei cittadini. Non fu questa la risposta. “A noi non serve a nulla. - rispose - Si sono solo creati nuovi posti per la politica e per gli impiegati e dirigenti e così non restano soldi per le esigenze della popolazione”.

Pensando alla grave mancanza di lavoro, al mancato sostegno all’agricoltura e alla pastorizia locale, capisco l’esito positivo dei loro referendum abrogativi di province, di emolumenti ai politici e del numero dei consiglieri. La proliferazione di enti intermedi, con tutto quanto ne consegue in termini di spesa e sovrapposizioni burocratiche, serve a caricare i cittadini di nuovi aggravi.

Nel Trentino invece ci fanno credere che 35 consiglieri a Trento più gli assessori, le 15 complesse assemblee delle Comunità di Valle e i moltissimi comuni riusciranno a interpretare meglio le esigenze di ogni territorio favorendo la partecipazione dal basso.

Il primo esempio di partecipazione a rovescio lo abbiamo avuto con il recente referendum. Giunta provinciale, molti sindaci dei comuni, il consorzio dei Comuni e, con poche eccezioni, i partiti hanno invitato a disertare le urne, tacciando il referendum come esempio di antipolitica. Hanno vinto, ma non è questo il modo di avere la partecipazione dal basso dei cittadini. Forse è un modo per tenerli più sudditi: con la Provincia, 15 vicariati (i presidenti delle comunità) e 217 nobili rurali (i sindaci).

Il programma del governo Monti e le primitive intenzioni di molti partiti nazionali erano sulla linea di una riforma seria dell’amministrazione dello Stato e delle sue ramificazioni, sfrondando duramente. Ancora non si è visto niente. Speriamo che i nuovi fermenti dal basso riescano a smuovere questa situazione di stallo.

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