La multa
Dopo pranzo, verso le 15.30 passeggiavo, da turista, col mio cane Ruli per le strade pedonali del centro di Trento. Al termine di via Garibaldi, quasi in piazza Pasi, Ruli lascia la sua traccia fumante sul lastricato (col freddo che fa in questi giorni!). Nessun problema: ho sempre in borsetta i sacchettini appositi.
Tra guanti, freddo, estremità della sciarpa che scivolano, lascio il guinzaglio e consento a Ruli di farsi coccolare da due bambini a spasso coi genitori, mentre pulisco il marciapiede. Ruli è un cane mite, ha pure la fortuna di essere bellino, perciò gli è facile strappare consensi. Dopo due carezze i bimbi si allontanano, e Ruli si accorge che a pochi metri c’è un gruppetto di cani coi loro padroni e va a conoscerli. Io lo seguo con lo sguardo e cerco un cestino pubblico per buttare le sue deiezioni. Lo trovo a pochi passi, all’angolo di piazza Duomo, butto il sacchetto, e cammino verso Ruli.
Se non che mi accorgo che Ruli è tenuto con una corda da una vigilessa. Penso tra me: che gentile, pensava che me lo portassero via e me lo sta custodendo”.
La signora lascia che mi avvicini, e chiede la mia carta d’Identità per ridarmi il cane. Penso: “Mah, come farà dal mio documento a verificare se sono la padrona del cane?”.
Sempre trattenendomi il documento, la vigilessa, con le mani intirizzite dal freddo, impiega pressoché un quarto d’ora a verbalizzare un divieto di sosta ad un’auto.
Io aspetto. Poi finalmente si rivolge a me leggendomi: “Articolo 42: I cani sono condotti: (...) b) al guinzaglio o con la museruola lungo vie ed altri luoghi pubblici o aperti al pubblico” e aggiunge: “Signora, il suo cane circolava libero. Sono 54 euro”.
Sono incredula, Intanto arriva anche mio marito che era andato a fare un giro intorno al Duomo. Impossibile persuadere la vigilessa del fatto che
- il tutto era accaduto in una manciata di minuti, fatto che peraltro lei stessa scrive nel verbale;
- che il cane aveva mostrato un comportamento irreprensibile nei confronti di tutti i passanti, e dei suoi simili a passeggio, lasciandosi mansuetamente accarezzare e poi anche trattenere dalla vigilessa;
- che non lo avevo mai perso di vista mentre raccoglievo le sue feci e lui si trovava a pochi passi da me.
Ringrazio molto il testimone dell’accaduto che ha atteso pazientemente che la vicenda si concludesse, con in braccio la sua cockerina. E lo ringrazio anche per la disponibilità nel lasciarmi addirittura i suoi recapiti. Ma caro Signor Maurizio, non me ne vorrà se la prossima domenica farò una gita in un’altra città.