Il lavoro interinale in 10 punti
1. Che cosa è? E' la possibilità per una azienda di affittare temporaneamente i propri dipendenti ad un'altra azienda, ricevendone in cambio un compenso.
2. Chi può fornire i lavoratori? Le imprese abilitate ad affittare i propri dipendenti devono essere iscritte ad un apposito albo nazionale e devono avere una apposita autorizzazione del Governo. Si tratta in genere di agenzie specializzate con capitali molto elevati.
3. Quali imprese possono utilizzare i lavoratori in affitto? Pressoché tutte, anche gli enti pubblici. Sono esclusi solo il settore agricolo e quello edile, oltreché tutte le aziende che hanno licenziato di recente del personale (a meno che non si tratti di mansioni diverse). Sono esclusi anche i lavori particolarmente pericolosi.
4. In quali casi si può affittare un lavoratore? Il lavoro interinale è consentito solo per sopperire a temporanee esigenze di produzione delle aziende (picchi di lavoro), per sostituire lavoratori assenti (malattia, maternità, servizio di leva, ecc., escluso lo sciopero), per svolgere mansioni temporanee non previste dal normale organico (come ad esempio quando servono particolari professionalità per specifici lavori, oppure quando vi sono lavori da svolgere una volta per tutte, ecc.).
5. Può una impresa avere solo lavoratori in affitto? No, il numero massimo di lavoratori interinali rispetto al totale dei dipendenti è limitato dalla contrattazione collettiva nazionale. L'accordo recentemente stipulato tra sindacati e Confindustria ha fissato questo tetto all'8%.
6. Quanto guadagnano i lavoratori interinali? Lo stipendio corrisposto dall'agenzia al lavoratore impiegato presso la ditta è identico a quello del dipendente della ditta utilizzatrice che svolge le stesse mansioni. Ad esempio, il saldatore affittato ad una azienda metalmeccanica guadagna la stessa cifra degli altri saldatori.
7. Quanto costa affittare un lavoratore? L'impresa utilizzatrice corrisponde all'agenzia fornitrice il costo del dipendente più una certa percentuale per l'agenzia. Prendere un lavoratore in affitto costa all'incirca il 20% in più rispetto all'assunzione diretta. Il contratto stipulato tra le due imprese riguarda però solo le ore effettivamente lavorate: in caso di malattia, ad esempio, l'agenzia deve occuparsi di sostituire il lavoratore a proprie spese, altrimenti le ore perse non vengono pagate.
8. Quali adempimenti burocratici spettano alla ditta utilizzatrice? Quasi nessuno. Il lavoro viene pagato all'agenzia come qualsiasi mercé, con una fattura commerciale. L'unico compito è quello di avvisare i sindacati ogni volta che si affitta un lavoratore. Spetta invece all'agenzia tornitrice assumere regolarmente il lavoratore.
9. Cosa succede al lavoratore in caso di malattia? Che fine fanno le ferie? Il lavoratore gode degli stessi diritti degli altri lavoratori. In caso di malattia lo stipendio gli viene pagato dall'agenzia presso la quale è assunto. Le ferie, in caso di assunzione temporanea, vengono conteggiate e pagate al lavoratore alla fine del rapporto, altrimenti, in caso di assunzione a tempo indeterminato o per lunghi periodi, vengono normalmente "consumate". Spetta all'agenzia risolvere il problema con la ditta utilizzatrice, concordando di volta in volta prezzo e condizioni.
10. Per quanto tempo possono essere "affittati" i lavoratori? Il limite minimo è quattro ore. Quello massimo non è fissato per legge: possono essere periodi anche molto lunghi (come nel caso di sostituzioni di maternità), purché sia chiaramente stabilito un inizio e una fine. Mediamente, si va dalla sola settimana a qualche mese.