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L’attentato/13 E tutti i civili morti per mano americana?

Bernardo Tardocchi

Condivido pienamente le perplessità di Fausto Bertinotti sulla nozione di civiltà dell’Occidente che ci prospetta il terrorismo mediatico da contrapporre alla cultura islamica. Sta a noi, partendo dalla lotta ai nuovi attacchi neo-colonialisti, costruire un fronte di classe contro i grandi “assassini” (WTO, G8, FMI...), che raccolga il grido dei popoli oppressi contro un capitalismo globalizzato che sparge morte e miserie ovunque.

La storia la fanno i popoli, non gli otto nani, ma se sei ancora sotto shock per le immagini dell’11 settembre, approfittane per fare un minuto di silenzio. Intanto che stai in silenzio, continua per altri 13 minuti in omaggio ai 130.000 civili iracheni morti nel 1991 per ordine di George Bush padre. Aggiungi altri 20 minuti per i 200.000 iraniani uccisi dagli iracheni con armi e denari forniti a Saddam Hussein dagli stessi americani. Altri 20 minuti per i 200.000 giapponesi morti direttamente o indirettamente a Hiroshima e Nagasaki. Bene, sei stato in silenzio per un’ora. Un minuto per gli americani e il resto per le loro vittime.

Ma alla manifestazione di Roma il sentimento prevalente, le parole dei cartelli e degli slogan seguono il solito filo del “No alla guerra”. Alla fine sono passati tutti, nemmeno un disperso, e dietro sono rimasti solo decine di carabinieri del tutto disoccupati. Nemmeno un capello, nemmeno un fazzoletto fuori posto, nemmeno il più piccolo incidente di percorso. In piazza del Popolo sono centomila, e nemmeno un black bloc.