La Rovereto che vogliamo
Lo statuto del Comune costituisce il documento fondamentale per l’organizzazione e il funzionamento dell’ente locale per antonomasia. Questa sua natura richiede che la sua stesura e le sue revisioni periodiche vedano la partecipazione del maggior numero di soggetti, semplici cittadini e cittadine, associazioni, gruppi, in modo tale da avere un elaborato realmente partecipato e corrispondente al sentire della città.
Per questi motivi, il Comitato delle Associazioni per la Pace e i diritti umani di Rovereto, Arcigay del Trentino e Arcilesbica Trentino-Alto Adige, intendono portare il loro contributo alla bozza di modifica dello statuto in discussione in questi giorni in Consiglio comunale
Parte delle osservazioni sono già state inoltrate a tutti i Gruppi consigliari, al sindaco e all’assessora Loss nelle scorse settimane.
L’intento è quello di invitare da una parte a prendere maggiormente in considerazione gli strumenti della partecipazione della città a tutta alla vita del Comune, a salvaguardare i beni comuni e i servizi pubblici essenziali per la vita di tutti e tutte, e, dall’altra, a riconoscere i diritti irrinunciabili di tutte le persone, promuovendo il pieno rispetto delle differenze (razza, genere, sesso, gravidanza, stato civile, origini etniche o sociali, colore, orientamento sessuale, età, handicap, religione, coscienza, credo, cultura, lingua e nascita).
Una città del futuro è una città aperta: alla gente, alla voglia di ognuno di partecipare alla sua costruzione, alla capacità di sognare e pensare che sia possibile costruire un mondo migliore. Ma è anche una città in grado di sperimentare nuovi modelli sociali, culturali e politici, e di ridare valore al concetto di comunità, cioè ad un insieme di soggetti e di relazioni sociali tra soggetti che condividono uno spazio fisico e costruiscono insieme il proprio futuro. Una città, quindi, dove i cittadini e le cittadine che la abitano si sentano motivati e interessati, ritengano possibile attuare la partecipazione diretta e attiva per dare alla democrazia un significato concreto.
La democrazia c’è dove si rispettano e si esprimono anche le opinioni delle minoranze, attraverso il dialogo, il confronto e la capacità di farsi carico del disagio di ognuno.
Un metodo di governo che porti la discussione e la partecipazione fuori dal palazzo del municipio coinvolgendo tutti i diversi soggetti sociali e le singole persone nell’elaborazione di proposte che rispondano alle esigenze di tutti, secondo criteri di solidarietà nei confronti dei soggetti più deboli e nei confronti delle generazioni future.
Attraverso la pratica del Bilancio Partecipativo, che consente alla popolazione di partecipare attivamente al processo democratico, i singoli cittadini diventano attori che propongono e creano politiche pubbliche e decisioni di governo rilevanti per il futuro della città in cui vivono e lavorano, nella prospettiva di una città equa, solidale, rispettosa dell’ambiente.
Le "ricchezze" di un ente locale (acqua, aria, territorio) sono sempre più soggette a politiche di "svendita" che spinge ciò che è pubblico nelle braccia del privato, considerato come panacea di tutti i mali.
E’ sempre più minacciata la sovranità del governo locale di regolare le attività economiche che ricadono nella sua competenza, escludendo così la possibilità di stabilire obiettivi sociali e ambientali al di là della mera redditività di un servizio. Stiamo parlando di: raccolta rifiuti, trasporti pubblici, manutenzione stradale, fornitura di acqua potabile, regolamentazione dei servizi di vendita al dettaglio, sanità ed assistenza sociale, ambiente e territorio. Noi pensiamo che tali servizi dovrebbero essere a disposizione dei cittadini e delle cittadine nel rispetto dei principi di eguaglianza sociale, di universalità e di elevato standard qualitativo.
E’ poi necessario un forte impegno da parte del Comune di Rovereto, così come di tutte le altre istituzioni, per favorire la piena espressione e affermazione della personalità/identità di tutti i cittadini e di tutte le cittadine, attraverso l’attivazione di politiche che, oltre a riconoscere i diritti irrinunciabili di tutte le persone, rimuovano le condizioni che producono discriminazione. Per realizzare questo obiettivo è importante ribadire il principio della laicità delle istituzioni.
Dopo la significativa esperienza dell’istituzione di un registro delle unioni civili, è necessario proseguire in questa direzione e attivare azioni che promuovano concretamente il valore sociale della famiglia nelle sue diverse espressioni e di tutte le altre formazioni sociali, promuovere la scelta libera e consapevole della maternità e/o paternità e agire affinché il principio di autodeterminazione della donna si attui sempre e concretamente.
Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani di Rovereto, Arci Gay Trentino, Arci Lesbica Trentino-Alto Adige