Da Torino a Fornace
Raramente commento ad articoli che ritengo interessanti e veritieri, tuttavia questa volta mi sento di dover rispondere alle parole di Carlo Dogheria nell’articolo "Stasera che si fa?" della rubrica "Sfogliando s’impara". Premettendo che, appunto, mi ritengo in accordo con quanto scritto in generale riguardo alla cripticità dei dépliants, avendo avuto l’occasione di partecipare personalmente ad uno degli appuntamenti riportati, mi sento di dissentire su almeno un punto: alla domanda: "E noi ci chiediamo: chi è lo sciagurato disposto a trovarsi, alle nove e mezzo di sera, in una cava di porfido di Fornace senza sapere perché?", vorrei che si avesse la forza di rispondere: "Chiunque abbia amore per l’Arte in genere ed abbia la lungimiranza di coglierne i casi più particolari".
Io sono partita dal Piemonte per partecipare alla rassegna "Suolo e Sottosuolo" di Fornace, anch’io con poche informazioni (anche se, per uno che scrive anche per Internet, non avrebbe dovuto avere difficoltà, come me, a trovare maggiori chiarimenti), ma sicuramente con più entusiasmo di chi dovrebbe darci delle "dritte" per giostrarci tra le troppe proposte estive.
Spero di poter interpretare l’articolo come "andare sempre al di là della facciata", ma inteso come voglia di approfittare davvero di esperienze che, seppur celate, nascondono meraviglie... Vi ringrazio comunque per l’attenzione.